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ANATOMIA DEL COLLOQUIO (CAP.2), criteri di Kernberg - Coggle Diagram
ANATOMIA DEL COLLOQUIO (CAP.2)
FASE INIZIALE
Oggetto del colloquio: può essere-> unico tema specifico o diverse aree, libero (ampio grado libertà, si lascia scelta organizzazione comunicazione) o strutturato (domande precise su aree determinate)
informazioni preliminari (ex. com'è avvenuta prenotazione, da chi, che è stato detto): informazioni che si sono ricevute prima del colloquio (possono essere rilevanti o -) -> capire se comunicarle a paziente in base a quanto queste possano essere + o - x lui o x il suo rapporto con terapeuta
presentazione reciproca e riconoscimento: come chiarificazione ed esplicitazione dei ruoli specifici conoscendosi di persona-> accordo tra i 2 sull'obiettivo da raggiungere
FASE CENTRALE
aperture tipiche x presentare se stesso paziente (modi di tastare il terreno prima di presentarsi direttamente)-> ad un'apertura tipica non corrisponde una data struttura mentale
presentare il sintomo: compromesso difensivo (tiene alla larga aspetti intollerabili inconsci) -> può indicare: fiducia, aggressività, test (vedere se viene considerato come sintomo o come persona), separazione sintomo da sè stessi (qualcosa che c'è ma che non sono io)
raccontare la propria storia: attraverso vere e false premesse (allontanamento rispetto a comunicazione vera e propria -> hanno la funzione di ritardare vero contenuto)
parlare del proprio ambiente (ex. lavoro, famiglia): una presentazione di questo tipo può implicare che-> questioni d'identità (si identifica con proprio ambiente), questioni di segreto (verificare se terapeuta consce quell'ambiente e persone di esso)
elementi di:
tollerabilità (del paziente da parte del terapeuta): non necessariamente si devono "accettare" tutti-> non ci si trova bene, ostacolo personale insormontabile (ex. paziente troppo "fascinosa"): analisi personale del terapeuta dovrebbe permettere di andare oltre, valutazione di coppia non del singolo, valutazione prediagnostica (prescinde dal sintomo)
tolleranza:
rispetto alla libertà di parola da parte del paziente (deve riuscire a parlare)-> varie situazioni
segni di sfaldamento dell'io(disorientamento, allucinazioni -> colloquio libero non è possibile), difficoltà senza sfaldamento(vedere come paziente si tira fuori da difficoltà poi se non riesce intervento), simulazione reato (parla nel modo che pensa che il clinico voglia), caso "buono" (parla passando diversi argomenti e momenti di vita, tollera bene libertà parole)
degli stop da parte del paziente (deve saper ascoltare): come il paziente sopporta l'interruzione (momenti in cui il clinico restituisce)-> varie situazioni
risposta "si, ma" no mascherato (aspetto di opposizione, difficoltà paziente in quell'argomento), tollerarla, manipolarla x spostare tema colloquio su livello + comodo
VALUTAZIONE DELLA FASE LIBERA
classificazione di quanto raccolto (carotaggio metafora)-> sulla base dell'attività interna dello psicologo (soggettiva basata sulle esperienze precedenti) ragionare sul paziente attraverso strumenti fondamentali del prelievo su cui poi dovremmo ragionare-> identificazione e analogia
attraverso permeabilità preconscia-> riuscire a pescare quei ricordi dal preconscio attraverso un investimento; importante non negare la propria soggettività-> immagine soggettiva base indispensabile x poter costruire quella oggettiva
fondere questi strumenti umani e culturali con la tecnica
fatta x raggiungere scopi: conoscere chi è il paziente, sapere che tipo di trattamento offrire, chi farà questo trattamento
materiale raccolto: idee, ricordi, modi di esprimersi, emozioni, atteggiamenti mimici, sentimenti
interrogativi da porsi sul materiale raccolto-> cosa manca all'immagine che ci siamo costruiti di questa persona, come utilizza e ha utilizzato i sentimenti, abitudini, relazioni, storia paziente, passato
creazione dell'ipotesi di lavoro: ipotesi di lavoro personalizzata su quel paziente a partire da diagnosi ma anche dai suoi elementi unici
FASE FINALE
uso clinico dell'ipotesi di lavoro
restituzione applicando regola della reciprocità (sotto forma di riassunto o di riformulazione), esplicitazione dei nessi -> in parallelo(tema posto a monte/valle di tutti gli altri) o in serie (argomenti concatenati da nessi congiuntivi/condizionali)
ciò al fine di: verificare ipotesi di lavoro (sulla base delle nostre ipotesi esaminando risposte capiamo se rivedere nostra ipotesi), elaborare una proposta al paziente
definizione della proposta: ulteriore colloquio (x capire meglio situazione), invio ad un collega e spiegare xk scelta, presa in carico(bisogna conoscere bene proprie capacità e i limiti della tecnica che cercheremo di applicare
conclusione clinica del colloquio
delimitazione "zona chiusura" con una frase che prelude la proposta (7-8 min)-> non dimentichiamo chela nostra proposta è solo una proposta
CONCLUSIONE REALE DEL COLLOQUIO
se il colloquio è stato tale cioè c'è stato un effettivo scambio tra le 2 persone -> il colloquio non è finito dal punto di vista psicologico
nel paziente: 3 immagini del colloquio (sè stesso, conduttore, colloquio in sè) e una conclusione reale è avviene solo quando si è ricostruito una narrazione personale dell'evento
nel conduttore: le 3 immagini + 2 momenti:
riflessioni diagnostiche ed autodiagnostiche: lavoro razionale su "carota" e su parte finale x costruirsi modello del paziente-> non x ottenere la verità ma sufficientemente elastico da potersi adattare a paziente ma anche sufficientemente strutturato da potersi confrontare con modelli scientifici
stesura scritta del colloquio: difficoltà indicata cambia da carattere sociale stesura (ex. articolo, cartella clinica)-> farla o - cambia molto-> rimane così e non muta nel tempo
CONDUTTORE
ha il compito di: facilitare conversazione, relazione e il processo di conoscenza
preparazione al colloquio: condizioni fisiche buone, attenzioni terapeutiche (esiste pulsione innata verso guarigione, è possibile solo aiutare la natura non cambiarla)
conoscenze: schema teorico generale di riferimento, teoria specifica che fa da guida, cultura generale/accademica, caratteristiche di personalità del conduttore, abilità acquisite durante training
criteri di Kernberg
x la diagnosi di organizzazione borderline-> criteri diagnostici
diffusione d'identità: mancanza di un concetto integrato di sè (dall'anamnesi difficoltà a farsi un'idea chiara di com'è il paziente)-> paziente percepisce: senso di vuoto, incapicità di entrare in contatto, contraddizione rispetto a sè stesso
difese: idealizzazione primitiva, negazione, svalutazione, identificazione proiettiva, controllo onnipotente (difese primitive)
esame di realtà: mantenuta capacità di-> distinguere il sè dal non sè, distinguere stimoli interni da esterni, valutare sè stessi secondo norme condivise