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LA CIVILTÀ CRETESE E MICENEA - Coggle Diagram
LA CIVILTÀ CRETESE E MICENEA
creta al centro del commercio nel mediterraneo orientale
una religione complementare rispetto alle grandi vallate fluviali
Situate a nord-ovest rispetto alla valle del Nilo e alla Mesopotamia, Cipro e le isole del Mar Egeo, soprattutto Creta, avevano terreni meno adatti all’agricoltura e all’allevamento:
in quanto erano penalizzate dal territorio prevalentemente montuoso, dalla mancanza di grandi fiumi che consentissero l’irrigazione e da un un clima caratterizzato da estati precoci e aride
In compenso disponevano di importanti risorse che mancavano in quelle due grandi aree agricole e quindi costituivano una regione complementare alla Mezzaluna fertile. Innanzitutto abbondavano i minerali: come rame
Poi il legname, scarsissimo in Egitto e in Mesopotamia, che veniva ricavato dalle fitte foreste disseminate sui monti di Creta.
Infine, nelle fasce costiere e sui pendii, il clima favorevole permetteva di coltivare sia la vite, con cui si produceva il vino, un prodotto di lusso utilizzato anche durante le cerimonie religiose, sia l’ulivo
attorno al 2800 a.C. vi si stabilì infatti una popolazione proveniente dall’Anatolia che disponeva di conoscenze tecniche avanzate e che si specializzò nella costruzione delle navi, e quindi nella navigazione e nel commercio
I navigatori-mercanti cretesi assumono il controllo dell’Egeo
Oltre al pericolo di tempeste e naufragi, vi era quello delle aggressioni:
i pirati infestarono il Mediterraneo dal II millennio a.C. fino addirittura al XVII secolo d.C. Perciò i mercanti, oltre che buoni marinai, dovevano essere capaci di difendere con le armi i loro preziosi carichi; spesso peraltro essi stessi non esitavano ad assalire e saccheggiare navi e villaggi indifesi.
Distesa tra l’Asia Minore, l’Egitto e le isole greche, la grande isola di Creta si trovava in una posizione strategica al centro del Mediterraneo orientale
poiché per più di 1300 anni essa non conobbe altre invasioni, divenne il naturale crocevia dei traffici nella regione, vivendo un lungo periodo di potenza e benessere
Assicurarsi porti sicuri significava essere padroni delle rotte:
i Cretesi si imposero con la forza oppure pagarono tributi, ma soprattutto crearono basi ovunque fosse necessario.
In questo modo fin dal 1900 a.C. circa essi controllarono una fitta rete commerciale che collegava le coste dell’Asia Minore con la terra di Canaan e l’Egitto
i cretesi importavano grano lino canapa avorio e manufatti pregiati
esportavano olio vino legname vasi in ceramica
facevano da intermediari tra Anatolia Cipro Egitto e Mesopotamia nel traffico di rame stagno argento dal nord Europa importavano l'ambra
Attorno al 1700 a.C., Creta arrivò a possedere la più grande flotta del tempo e la più estesa rete di scali.
Questa particolare forma di dominio viene chiamata talassocrazia, nel senso che non si trattava dell’annessione e della sottomissione di territori, bensì del riconosciuto dominio di porti e rotte e quindi del traffico marittimo.
questa posizione sarebbe testimoniata da numerosi miti che parlano di tributi inviati a Creta da varie città dell’Egeo.
Tra questi, il Minotauro, il mostro che si cibava di ragazzi consegnati dagli Ateniesi al leggendario re di Creta, Minosse è il più conosciuto
I racconti mitici alludono a un rapporto di sudditanza di Atene e di altre città dell’Attica nei confronti di Creta
dalle città-stato a un unico regno
Si pensa che in un primo tempo il territorio di Creta fosse organizzato in città-stato, poiché sono stati scoperti numerosi grandi insediamenti, i cosiddetti
palazzi
(palazzi) che non erano soltanto la sede del governo e dell’amministrazione, ma anche luoghi di culto, centri commerciali e sedi della produzione agricola e artigianale:
per questo si parla di periodo palaziale
verso la fine del III millennio a.C. Festo, Cnosso, Mallia e Zakro divennero le sedi dei palazzi più importanti
si può dedurre che non fosse un luogo dove avvenivano molte guerre pk non sono presenti delle mura difensive
Successivamente il re Minosse, secondo la tradizione, riunì le città-stato, non sappiamo se come una federazione oppure come un regno centralizzato, dando vita a partire dal 1900 a.C. al periodo di massima espansione per Creta
attorno al 1700 a.C. i primi palazzi andarono distrutti si pensa per catastrofi atmosferiche. Con la loro ricostruzione ebbe inizio il periodo neopalaziale, nel quale Cnosso acquisì un ruolo di assoluta preminenza.
tuttavia, un’altra catastrofe si abbattè sull’isola: intorno al 1500 a.C., infatti, una spaventosa eruzione vulcanica fece letteralmente esplodere buona parte della vicina isola di Thera e provocò in tutta l’area violenti terremoti e maremoti, che distrussero probabilmente le grandi flotte cretesi.
Di questa situazione approfittarono i Micenei, che intorno al 1450 a.C. invasero l’isola, incendiando i palazzi. Con la conquista micenea, si avviò il declino ed ebbe inizio il periodo postpalaziale.
la civiltà cretese
una civiltà in parte ancora sconosiuta