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SCHOPENHAUER PT.3
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SCHOPENHAUER PT.3
1. pessimismo
affermare che l'essere è la manifestazione di una volontà infinita equivale a dire che la vita è dolore
infatti volere significa desiderare e desiderare significa trovarsi in uno stato di tensione per la mancanza di qualcosa che si vorrebbe avere
per definizione , quindi, il desiderio è assenza ,vuoto e indigenza ossia dolore
e poichè nell'uomo la volontà è più cosciente rispetto agli altri esseri , proprio l'uomo risulta il più bisognoso , destinato a non trovare mai un appagamento reale e definitivo
Per S. ciò che gli uomini chiamano godimento o gioia , non è altro che una cessione del dolore, ossia lo scaricarsi di una tensione preesistente
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accanto al dolore,che è una realtà durevole, e al piacere, che è qualcosa di momentaneo S. pone come terza situazione di base dell'esistenza umana , la noia
essa subentra quando viene mene il desiderio, oppure quando cessano il frastuono delle attività e le preoccupazioni
la vita umana , è come un pendolo che oscilla incessante tra il dolore e la noia passando attraverso l'intervallo fugace ed illusorio del piacere
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4.l'illusione dell'amore
il fatto che la natura interessi solo la sopravvivenza della specie trova una sua manifestazione emblematica nell'amore
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il fine dell'amore , o lo scopo per cui esso è voluto dalla natura, è solo l'accoppiamento
ma se dietro ad un bel volto c'è in verità un nascosto desiderio sessuale, che, con l'innamoramento, si traduce nel ciclo accoppiamento-procreazione, vuol dire che l'individuo, è in realtà lo "zimbello" della natura
manifestazione di tale essenza biologica dell'amore = mantide femmina (che divora il maschio dopo l'unione sessuale) e la costatazione del fatto che la donna dopo la procreazione perde la propria bellezza
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