Il romanzo si apre con la scena di un incendio che sta distruggendo la casa dei nobili decaduti Trao. Tra chi accorre alla casa c’è anche Mastro don Gesualdo Motta, un muratore che si era arricchito attraverso la costruzione di mulini. Mastro don Gesualdo, il quale punta all’elevazione sociale, vuole sposare una dei fratelli Trao, Bianca. Mastro don Gesualdo sposa Bianca ma finisce per soffrire di una sorta di solitudine si sente escluso da una parte dal mondo aristocratico, e dall’altra dal mondo dal quale veniva. Infatti per gli aristocratici era sempre rimasto per sempre un mastro, e per il popolo era diventato un don. Il nostro protagonista, infatti, non si sente amato dalla propria famiglia. Manda la figlia in un collegio per nobili, ma i due si allontanano quando la ragazza si innamora del cugino Corrado La Gurna. Mastro don Gesualdo però aveva altri programmi per la figlia Isabella, darla in sposa a un nobile palermitano. Alla fine mastro don Gesualdo si ritrova vedovo, lascia il paese a causa di un cancro incurabile e si stabilisce a vivere a casa della figlia, dove assiste allo sperpero delle sue stesse ricchezze.