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ECONOMIA E CONTRASTI SOCIALI - Coggle Diagram
ECONOMIA E CONTRASTI SOCIALI
A inizio secolo l'Italia era un Paese agricolo.
Nel 1911 il 27% dei lavoratori era impiegato nell'industria e il 55% nell'agricoltura.
In Germania il numero degli operai era uguale a quello dei contadini.
Secondo i dati del censimento del 1911 il 38% degli italiani era analfabeta, soprattutto nel Meridione.
Al Sud la famiglia era di tipo patriarcale e le donne che lavoravano erano impiegate nei campi.
Al Nord la famiglia patriarcale agricola si era ridotta. Il salario operaio permetteva di vivere autonomamente alla singola famiglia nucleare.
Durante l'età giolittiana aumentò la produzione industriale, che si localizzò in un' area compresa tra Torino, Milano e Genova.
I principali settori di sviluppo erano quello elettrico, siderurgico e meccanico.
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento nacquero le prime industrie automobilistiche.
Gli istituti bancari finanziarono numerosi investimenti e concessero prestiti alle grandi industrie.
Anche l'industria elettrica ebbe un notevole sviluppo; nell'industria chimica vennero aumentate le produzioni.
Intorno al 1915 crebbe l'emigrazione all'estero di Italiani in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita.
Gli emigranti si dirigevano verso i Paesi europei, l'Australia, il continente americano. La maggior parte erano del Sud
Tra il 1901 e il 1913 gli emigrati italiani furono quasi 5 milioni.
Giolitti cercò di emarginarlo diminuendo le tasse ai produttori agricoli, costruendo l'ILVA a Bagnoli e l'acquedotto pugliese.
Il governo non affrontò il vero problema, ovvero il sistema feudale su cui si basava l'agricoltura.
A causa della mancata riforma agraria nel Mezzogiorno, Giolitti venne accusato di aver un doppio volto: da un lato progressista dall'altro conservatore.
Dal 1907 un nuovo aumento dei prezzi dei beni di necessità riaccese le tensioni sociali.
Giolitti si ritrovò a fronteggiare i socialisti e gli attacchi dei gruppi industriali. Era criticato dai nazionalisti.
Questa situazione provocò una nuova crisi di governo che cercò di affrontarla lanciando 2 progetti: la ripresa della colonizzazione con l'occupazione della Libia e l'introduzione del suffragio universale maschile.