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L'espansione europea e la crisi Araba - Coggle Diagram
L'espansione europea e la crisi Araba
Lo scontro tra
le civiltà mediterranee
(Europa vs Asia vs Africa)
• la civiltà cristiana d'Occidente. fedele al papa di Roma;
• la civiltà cristiana d'Oriente, fedele alla Chiesa ortodossa e dominata dall'Impero bizantino;
• la civiltà islamica, fondata da Maometto e trasformata dai suoi seguaci in un vero e proprio impero.
Nei secoli compresi fra l'XI e il XIII. in coincidenza con la crescita commerciale dell'Occidente, queste tre civiltà si scontrarono.
Gli Europei furono avvantaggiati dal fatto che sia
l'Impero bizantino sia quello islamico attraversavano una fase di crisi
.
Bisanzio, in particolare, era ormai entrata in declino: subiva l'aggressione islamica e nel contempo il contrasto del cristianesimo orientale con la Chiesa di Roma esplodeva
nello scisma del 1054.
Dopo la morte di Maometto (632) iniziò una
fase di straordinaria espansione araboislamica
che si concluse nel VIII secolo, quando i Franchi, i Bizantini e a est i Cinesi fermarono l'avanzata musulmano.
Le sconfitte aprirono una crisi favorendo la caduta della dinastia degli Omayyadi.
Abual'Abbas divenne il nuovo califfo (750): era il capostipite della dinastia degli Abbàsidi, che guidò l'islam fino alla metà del XIII secolo.
Con gli Abbàsidi il baricentro del potere politico passò da Damasco a Baghdad, in Iraq, la nuova capitale.
Sul finire dell'XI secolo, infine, i Selgiùchidi, una dinastia di stirpe turca, assunsero la guida politica del mondo musulmano.
Gli Stati cristiani approfittarono immediatamente della
crisi araba
attaccando su vari fronti:
• in Sicilia, per iniziativa dei Normanni:
• in Spagna, dove avviarono la Reconquista;
• in Siria e in Palestina, dove condussero otto crociate (1097-1270).
Nella sostanza, la frammentazione politica in cui cadde il mondo musulmano dal X secolo non determinò una decadenza della civiltà islamica.
Crisi politica a parte,
il mondo musulmano continuava a mantenere una sostanziale unità
, eccezionale per la santità delle regioni che vi erano comprese:
da Cordova a Kabul si estendeva un immenso territorio che non era attraversato da frontiere, in cui si parlava la stessa lingua e dove vigevano strutture sociali simili.
Tale situazione avvantaggiava anche l'economia.
La
Reconquista spagnola
Il califfato spagnolo di Cordova nacque nel 756, quando fu fondato da un superstite degli Omayyadi.
Nel X secolo occupava tre quarti della penisola iberica, mentre la parte settentrionale era divisa in piccoli Stati cristiani:
i regni di Castiglia, di León, di Navarra, di Aragona e la Contea di Barcellona.
I cristiani spagnoli approfittarono immediatamente delle divisioni del mondo islamico e già nel 1085 il Regno di Castiglia cominciò a espandersi nella penisola. La città di Toledo venne espugnata e ne divenne la capitale.
Per frenare l'avanzata cristiana, intervennero prima gli Almoravidi dal Marocco e dall'Algeria, e poi nel 1146 un'altra dinastia nordafricana, quella degli Almohadi che riuscirono per circa un secolo a unificare il Maghreb e la penisola iberica.
Nel frattempo cominciarono a rafforzarsi i regni cristiani. Il Regno di Aragona e il Regno di Castiglia
Sul finire del Duecento, dunque, la Reconquista era di fatto terminata:
agli Arabi rimaneva soltanto il piccolo Regno di Granada che rimase una roccaforte musulmana per altri due secoli.
L'ascesa dei Turchi e la
prima crociata
Gli eredi della potenza araba furono i Turchi, un popolo originario dell'Asia centrale.
In un primo tempo erano stati utilizzati come militari dagli Abbàsidi in un rapporto che ricorda quello dei mercenari barbari con i Romani.
In quest'epoca i Turchi si convertirono all'islam, mentre i loro capi militari ottennero dai califfi possedimenti terrieri sempre più ampi.
Infine, sotto la guida dei sultani Selgiùchidi attaccarono gli Arabi.
In pochi anni conquistarono la Persia, l'Iraq (Baghdad cadde nel 1055), la Siria e la Palestina (Gerusalemme venne espugnata nel 1071).
Contemporaneamente i Turchi attaccarono l'Impero Romano d'Oriente e lo sconfissero a Manzlkert (1071) e a Damasco (1076)
Bisanzio aveva ormai perso tre quarti dei suoi territori, anche se ci vorranno ancora quattro secoli per la caduta vera e propria dell'Impero (1453)
L'intolleranza dei Turchi e l'
appello di Urbano II
Fino a che il territorio palestinese era stato sotto il dominio arabo, ebrei e cristiani godevano di tolleranza nel praticare la loro religione.
I Turchi invece, appena conquistata Gerusalemme, distrussero le chiese e impedirono i pellegrinaggi
Per í cristiani la Palestina era la Terrasanta, dunque le notizie delle violenze a opera dei Turchi nei confronti dei cristiani, a cui era impedito addirittura l'accesso al Santo Sepolcro, provocarono reazioni conflittuali.
Nel 1095 il papa Urbano convocò un concilio nella città di ClermontFerrand, in Francia, durante il quale chiese ai cristiani di non combattere più tra loro ma di dedicare alla liberazione di Gerusalemme tutte le energie
Ebbe così inizio un lungo periodo di spedizioni militari in Terrasanta chiamate crociate e finalizzate a cacciare i musulmani.
L'entusiasmo fu tale che nel 1096 molti decisero di partire, ma non si trattava solo di entusiasmo religioso: c'era anche il desiderio di arricchirsi
Nella spedizione, guidata da Pietro l'Eremita, fu detta crociata popolare o crociata dei pezzenti: era un vero e proprio esercito di persone sbandate, nobili rovinati e contadini.
Durante il viaggio verso la Terrasanta i crociati, esasperando quello spirito con cui erano partiti, seminarono violenze e commisero stragi nei confronti delle comunità ebraiche.
Giunti a Bisanzio i crociati decisero di passare il Bosforo, ma subirono l'attacco militare dei Turchi: fu una carneficina; solo Pietro e pochi altri riuscirono a salvarsi.
La prima crociata ufficiale, detta dei «baroni» o «feudale», partì nel gennaio del 1097.
Era costituita da guerrieri provenienti da tutta Europa, organizzati in gruppi, al comando di signori come Goffredo di Buglione, della regione francese della Lorena e Boemondo d'Altavilla, uno dei signori normanni dell'Italia meridionale.
Dopo essersi accordati con l'imperatore d'Oriente Alessio I nel 1097 i crociati conquistarono Nicea;
poi attaccarono Antiochia (1097) e infine Gerusalemme,
che venne espugnata nel 1099 dopo un difficile assedio: la popolazione musulmana fu massacrata.
Il Regno di Gerusalemme, venne affidato a Goffredo di Buglione che assunse la carica di advocatus
In realtà però il dominio del nuovo regno spettava alla Chiesa:
il termine advocatus designava il laico che si occupava di curare gli interessi temporali della Chiesa.
Nell'arco di neppure un secolo i Turchi si ripresero buona parte dei territori in mano ai crociati.
Gerusalemme stessa fu riconquistata nei 1187 dal Saladino, l'emiro d'Egitto.
Non si voleva però rinunciare alle spedizioni:
per le città mercantili, era un buon affare: così le spedizioni continuarono ancora fino al 1270
Anche per l'Impero bizantino le crociate ebbero conseguenze molto negative.
I crociati, che attraversavano i territori imperiali per recarsi in Terrasanta, si convinsero che i Bizantini:
“non fossero per niente cristiani, e ucciderli non fosse un male”.
L'esperienza delle crociate dimostrò che la
Chiesa si era adattata
:
utilizzò gli ideali della cultura feudale per canalizzarli a vantaggio della cristianità.
Si delineò una teologia secondo la quale
i soldati
che fossero morti combattendo contro gli infedeli in difesa della cristianità sarebbero stati equiparati ai martiri e
avrebbero conquistato la salvezza della loro anima
.
La nuova morale della guerra giusta si espresse anche con la fondazione degli
ordini monastico cavallereschi
.
I principali ordini furono: l'ordine degli Ospitalieri, l'ordine dei Templari
L'Europa attraversava una fase di grande crescita della popolazione, c'era
bisogno di nuove terre per la piccola nobiltà
.
Sotto l'aspetto commerciale, vi era la necessità di conquistare
il controllo dei porti del Mediterraneo
orientale
Indubbiamente l'economia occidentale ricevette un impulso positivo dalle crociate
Fu durevole, invece, la
diffusione dell'antisemitismo
e l'irrigidimento nelle posizioni più chiuse e intolleranti.