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III SECOLO D.C., GLI IMPERATORI BARBARI, lo spopolamento delle campagne…
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GLI IMPERATORI BARBARI
L’esercito proclamò imperatore Massimino, detto “il Trace” perché proveniva da un villaggio della Tracia. (235-238 d.C.)
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Alla morte di Massimino, l’aristocrazia romana tentò di riconquistare le leve del potere.
In quel periodo, il vero problema fu che i due poteri dello Stato non riuscirono a trovare un equilibrio.
La situazione di incertezza ebbe effetti devastanti sulla vita economica e civile. Questo periodo fu considerato “il periodo dell’anarchia militare”. In questa fase politica, il potere venne assunto da chi aveva la forza e i mezzi per imporsi.
Le necessità militari, però, richiesero grandi spese; vennero aumentate
le tasse sulla popolazione.
Altri agenti aumentarono la crisi: le monete di nuovo conio si svalutavano di continuo; la peste infierì sul fenomeno dello spopolamento delle città e delle campagne e il governo fu costretto a dedicarsi alla difesa dei confini.
Alle frontiere del Reno e del Danubio premevano grandi masse di Germani. In particolare, il popolo dei Goti, proveniente dalle regioni scandinave meridionali, cominciò ad insediarsi oltre il confine dell’ impero.
Nel corso della migrazione, il nucleo principale di divise in due ceppi: gli Ostrogoti (“o Goti dell’Est”) e i Visigoti (“o Goti dell’Ovest”)
Non si trattò, comunque, di un potente movimento migratorio di gente affamata e disposta a tutto.
Anche in Oriente la situazione divenne difficile. Qui, infatti, si dovette fare i conti con il regno dei Parti.
L’unità imperiale entrò in crisi quando nacquero due nuove realtà politiche: l’”Impero delle Gallie” (in Spagna e in Britannia) e Palmira (in Siria).
Imperatori come Claudio e Aureliano riuscirono comunque a impedire la disgregazione dell’impero
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lo spopolamento delle campagne ebbe come conseguenza una notevole diminuzione della produzione agricola.