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L'italiano degli stranieri - Coggle Diagram
- L'italiano degli stranieri
Sebbene le ricerche eseguite non possono portare a generalizzazioni assolute fondate (causa disomogeneità indagine livelli linguistici), è possibile avanzare un'ipotesi relativa allo sviluppo dell'acquisizione spontanea dell'italiano.Lo studio preso in considerazione è quello coordinato dall'Università di Pavia. Le L1 degli apprendenti sono sia vicine all'italiano e al contesto europeo (inglese, tedesco, francese), che lontane (cinese, tigrino, diverse lingue africane). Si tratta di apprendimenti spontanei, che vengono registrati, nell'Italia Settentrionale.Il progetto si è focalizzato su:
- studio dei mezzi usati per esprimere le relazioni temporali
- sviluppo della morfologia verbale
- sintassi
L'indagine sull'emergere della morfologia verbale ha fatto notare che le forme presenti nelle interlingue non corrispondono alle funzioni che hanno nell'italiano dei nativi (sono usate anche per esprimere passato e futuro).
Per esprimere le relazioni temporali sono stati individuati tre tipi di mezzi:
1. Principi discorsivi universali (come l'ordine naturale in cui gli eventi sono presentati nell'ordine cronologico in cui sono inseriti nel discorso)
2. Mezzi lessicali: espressioni temporali avverbiali
3. Mezzi morfologici
- Il sistema verbale nell'italiano di stranieri e l'espressione delle relazioni temporali
Il verbo è il nucleo della predicazione, possiede categorie di tempo, aspetto e modo. Inoltre, le desinenze indicano anche la categoria della persona.
Sono stati individuati degli stadi nell'apprendimento del verbo:
presente => (aux) + part. pass => imperfetto => futuro => condizionale => congiuntivo
I stadio A poche settimane dall'arrivo in Italia:
- problemi nella comprensione
- produzione di singoli elementi lessicali non connessi da una sintassi elementare
- compare la negazione
- uso improprio dell'elemento predicativo polifunzionale "c'è"
- i verbi sono espressi nella FORMA BASICA = III persona singolare del presente indicativo, usata per esprimere azioni presenti, passate e futuri
- con minore frequenza presenza di infinito e imperativi
II stadio
Caratterizzato dallo sviluppo del participio passato (≠ passato prossimo): nel suo utilizzo è più rilevante la perfettività (aspetto verbale nel quale l'azione è considerata nel suo volgere a compimento) del tratto temporale.
In alcuni casi si trova la perfettività espressa per mezzo del participio passato associata al valore temporale di futuro (perfettività > valore temporale)
L'ausiliare ha uno sviluppo posteriore rispetto al participio passato. Esso segna un momento evolutivo del sistema temporale: il participio passato semplice è utilizzato per connotazioni aspettuali, il passato prossimo ha valenza temporale ed esprime il riferimento temporale al passato.
III stadio
- emergono forme di imperfetto
- il discente prende consapevolezza della distinzione perfettivo/imperfettivo
- la prima forma di imperfetto che viene appresa è la I o III persona singolare del verbo essere (ero, era)
- la diffusione dell'imperfetto ad altri tipi lessicali avviene gradualmente
IV stadioIl IV stadio copre uno spazio piuttosto vasto di varietà avanzate (futuro, condizionale, congiuntivo + fattualità/non fattualità/controfattualità):
- Il futuro
Non tutti gli apprendenti sviluppano forme di futuro, solo i più colti, che hanno la possibilità di entrare in contatto con ambienti diversificati e di avere un insegnamento scolastico.
Il futuro può essere inteso in valore deittico (uso temporale) e modale. Nell'uso del futuro il riferimento temporale è dominante rispetto all'altro utilizzo.
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- Il condizionale
Può occorre negli stadi precedenti con forme lessicali memorizzate (es. vorrei, sarebbe).
Il condizionale crea molti dubbi negli apprendenti: spesso richiedono conferma di esso. Inoltre, spesso viene sostituito con il futuro.
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- Il congiuntivo
Presenta difficoltà e incertezze. Non sono chiare le funzioni del congiuntivo per gli apprendenti: esso oscilla dal valore modale ala segnalazione della semplice dipendenza sintattica.
Nelle frasi ipotetiche spesso viene sostituito dall'imperfetto indicativo o dal futuro.
Altre forme verbali Ci sono delle forme verbali che non hanno trovato un posto preciso nella sequenza:
- L'imperativo
Gli imperativi vengono spesso usati come forme basiche, a causa della frequenza nell'input, soprattutto in ambito lavorativo.
Esso è limitato alla II persona singolare ed emerge in concomitanza con l'imperfetto.
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- Le forme di cortesia
Sono del tutto assenti nel "corpus" di dati raccoltto.
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- L'infinito
Viene usato da tutti gli apprendenti, sopratutto in dipendenza dai modali
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- Il gerundio
È usato sporadicamente nella perifrasi progressiva con "stare". Tra gli apprendenti angolofoni è assenete: non lo assimilano alla forma in -ing.
- Il nome e le sue categorie
I. Numero e genereNumero e genere sono entità nozionali che l'italiano marca sul nome.
Non sono presenti in tutte le lingue:
- in cinese non esistono
- in inglese esiste solo l'entità di numero
L'acquisizione del concetto di numero è più semplice da acquisire per gli apprendenti di italiano L2; per quanto riguarda il genere, associano soprattutto la a al femminile e la o al maschile.La sequenza di acquisizione delle regole di accordo di genere:
art. definito/indefinito => aggettivo attributivo => aggettivo predicativo => participio passatoIl peso della L1 non grava sulla sequenza, quanto sulle modalità di percorso: mentre gli inglesi trovano difficoltà, i francesi e i tedeschi risultano avvantaggiati, sebbene si verifichino delle interferenze.
II. Sui pronomiTutti gli apprendenti acquisiscono precocemente i pronomi io, tu, lui e lei.
Le forme atone (i clitici come mi, ti, gli) sono più tarde nell'acquisizione.
Le forme del singolare sono acquisite prima di quelle del plurale. Per mantenere il riferimento ci sono 3 mezzi:
- anafora zero (omissione del soggetto)
- pronomi
- sintagmi nominai (nomi propri)
- Su alcuni problemi di sintassi
I. Ordine delle paroleDefinire le interlingue dell'italiano SVO (soggetto-verbo-oggetto) è fattualmente vero, ma sono ammesse molte varianti.È giusto quindi cercare nelle interlingue iniziali un ordine sintattico o è il caso di verificare la presenza di un ordine pragmatico, basato sull'articolazione tema/rema = topic/comment (tema = topic = ciò che è noto; rema = comment = ciò che comunica l'informazione nuova)? L'italiano inoltre presenta:
- costruzioni con soggetto postverbale
- costruzioni con oggetto preverbale (il clitico viene spesso omesso per la sua difficoltà)
II. Lo sviluppo della subordinzioneLa subordinazione emerge generalmente in compiti narrativi, infatti essa svolge la funzione di collocare materiale di sfondo rispetto alla linea principale del racconto.Tutti gli apprendenti hanno frasi complesse, introdotte da che e quando. Le relative:
- L'utilizzo delle relative è scarso, infatti spesso ricorrono ad altri mezzi, quali i dimostrativi.
- Inoltre si predilige la paratassi.
- Spesso vi sono relative senza marca esplicita.
- Quando vi è marca esplicita essa è quasi sempre che.
- La maggior parte delle relative è sul soggetto, piuttosto che sull'oggetto.
III. Ipotetiche e modalità Verbi modali:
- La codificazione dei valori modali avviene gradualmente.
- I verbi modali potere e dovere vengono appresi precocemente come paradigmi (posso/può) e hanno modalità deontica (permesse, obbligo, divieto) e non epistemica (esprime l'opinione del parlante sul grado di probabilità di ciò di cui si parla), questa modalità viene espressa tramite mezzi lessicali (forse, penso, così)
Frasi ipotetiche:
- Inizialmente si trovano precursori paratattici
- Il "se" viene appreso precocemente
- Non vi sono adeguate distinzioni di tempi e di modi
- Viene impiegato l'imperfetto modale
- Si utilizza anche il futuro
- Il condizionale è più tardo e genera incertezza. Vengono assimilati prevalentemente i verbi essere, potere, dovere e volere.
- L'apprendimento della fonologia è caratterizzato da una forte interferenza da L1.
- Gli adulti, più dei bambini, hanno difficoltà ad abbandonare le abitudini fonologiche.
- I tipi di errori però non dipendono dall'età, infatti essi sono diversi a seconda della L1.
- Gli apprendenti tendono ad usare un fonema familiare della L1 al posto di un fonema simile della L2.
L'apprendimento del lessico segue strategie universali come caratteri specifici dipendenti dalla L1:
- in tutte le interlingue iniziali compaiono forme di ringraziamento, saluto, negazione (formule non analizzate o routine)
- negli apprendenti la cui L1 è distante dalla L2 non è chiara la divisione in classi di parole
- l'arricchimento del vocabolario dipende dai tipi di contatti con N
- l'interlingua è più semplice della L2, gli apprendenti utilizzano un lessico meno preciso e sostituiscono con parafrasi il lessema mancante
- la vicinanza di due lingue spesso porta ad un trasferimento sistematico di lessico
- Arresto o rallentamento nell'acquisizione
Alcuni apprendenti proseguono il loro cammino verso la norma della lingua di arrivo, altri invece si fossilizzano.Tra i dati raccolti in questa ricerca, T (donna cinese già in Italia da 4 anni) è l'apprendente che ha mostrato più segni di fossilizzazione (in 8 mesi non ha fatto grossi progressi):
- i verbi appaiono solo al presente, passato prossimo (senza ausiliare) e infinito
- genere e numero non sempre marcati
- sintassi controllata con presenza di subordinazione
Le ragioni della fossilizzazione possono essere molteplici e di natura differente (es. no stimoli).
Inizialmente si era presa in considerazione l'ipotesi secondo cui ai processi di apprendimento comune corrisponda una sorta di language acquisition device (LAD), ma bisogna adottare una teoria molto più ragionevole ed economica che veda l'acquisizione operare con una "capacità di acquisizione linguistica", abbastanza flessibile da modificarsi nel tempo.