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GIACOMO LEOPARDI - Coggle Diagram
GIACOMO LEOPARDI
LA VITA E LE OPERE
Giacomo Leopardi nacque nel 1798 a Racanati. A quel tempo Racanati era un paese isolato e arretrato e il giovane Giacomo fu educato da istitutori privati senza avere altri contatti con il mondo esterno
A 10 anni, dimostrando ingegno eccezionale e precoce, continuò a studiare da solo. Gli anni successivi furono di <<studio matto e disperatissimo>>: un'attività intellettuale instancabile, durante la quale scrisse numerosi saggi e traduzioni di opere greche e latine, ma che gli rovinò irrimediabilmente la salute
Diventato ormai insofferente all'ambiente chiuso e provinciale di Racanati, dopo un fallito tentativo di fuga, nel 1822 ottenne dal padre il permesso di recarsi a Roma, ospite presso uno zio
Tuttavia il soggiorno rappresentò una grande delusione dal punto di vista intellettuale e umano e il giovane ritornò a Recanati. Tra il 1825 e il 1828 ottenne uno stipendio mensile da una casa editrice come esperto letterario: si trasferì prima a Milano e poi a Bologna, Firenze e Pisa
Leopardi lasciò definitivamente il paese natale e si recò prima a Firenze, e poi a Napoli, dove trascorse i suoi ultimi anni di vita. Morì nel 1837, in seguito a una violenta crisi d'asma, a soli 39 anni
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Leopardi fu un grande innovatore si perché modificò significativamente le regole della poesia lirica, sia perché affrontò temi complessi e universali. In particolare, dal punto di vista della forma
usò una lingua poetica molto varia, fatta di parole elevate avvicinate ad altre semplici e quotidiane. Nello Zibalzone Leopardi elaborò una teoria sulle parole poetiche e la loro scelta, spiegando di prediligere quelle <<vaghe e indefinite>> perché più poetiche e quindi adatte a creare sensazioni piacevoli nel lettore
Leopardi nei suoi scritti in prosa e in poesia affrontò con sensibilità intellettuale tematiche di portata universale, come il significato della vita, le ragioni della sofferenza e della morte, la natura della felicità
inventò un nuovo tipo di poesia, la canzone libera, che non aveva un numero prefissato di versi né rispettava uno schema fisso di rime; grazie a questa maggiore libertà, il pensiero poteva scorrere più liberamente ed essere espresso in modo più efficace e immediato
Le prime tracce di questa ricerca sono visibili nello Zibaldone, il diario che cominciò a comporre, tra il 1816 e il 1822, e che avrebbe continuato a scrivere per quindici anni. Qui Leopardi elaborò la concezione pessimistica della vita che ritornerà in tutte le sue opere
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