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Le Guerre d'Indipendenza - Coggle Diagram
Le Guerre d'Indipendenza
La Prima Guerra d'Indipendenza:
Dopo i moti del 48 in Italia i liberali moderati avevano paura che i liberali democratici puntassero a cacciare i sovrani e a istituire delle Repubbliche.
Così per fermare tutto ciò i liberali moderati chiesero a Carlo Alberto, re del Regno di Sardegna, di dichiarare guerra all'Austria.
Carlo Alberto accettò e iniziò, a quel punto la Prima Guerra d'Indipendenza.
Dopo l'inizio della guerra il papa e i sovrani di Toscana e Napoli decisero di intervenire in favore del Regno di Sardegna.
Grazie all'aiuto dei degli altri Stati Italiani Carlo Alberto conquistò alcune vittore militari, ma poco dopo la fortuna girò dalla parte degli Austriaci.
Nonostante le varie battaglie perse Carlo Alberto non si arrese e gli altri Stati Italiani cominciarono a pensare che il suo unico obbiettivo fosse annettersi la Lombardia. Così il papa e i sovrani di Toscana e Napoli ritirarono le loro truppe e, a quel punto, il destino era ormai segnato.
Carlo Alberto fu sconfitto a Custoza dal maresciallo Radetzky e fu costretto a firmare l'armistizio.
La sconfitta di Carlo Alberto indebolì molto i liberali moderati e al contrario provocarono ulteriori ribellioni in Toscana, dove fu instaurata la repubblica. Mentre nello Stato Pontificio nel 1849 i liberali democratici proclamarono la repubblica con a capo un triumvirato formato da: Giuseppe Mazzini, Armellini e Saffi.
Carlo Alberto, preoccupato di perdere il Regno di Sardegna decise di riprendere la guerra contro l'Austria, ma questa volta lo scontro fu addirittura più breve del precedente.
Dopo la sua sconfitta, Carlo Alberto deluse decise di abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
La Seconda Guerra d'Indipendenza:
Una delle figure più importanti del Risorgimento fu sicuramente Camillo Benso Conte di Cavour, grande teorico del liberalismo che per 15 anni guidò anche un importante azienda agricola.
Dopo la sconfitta nella La Prima Guerra d'Indipendenza fu eletto deputato dai sardo-piemontesi e si dimostrò subito un deciso riformatore. Successivamente fu eletto ministro dell'Agricoltura e delle Finanze, perfezionò il sistema di credito, creando la Banca nazionale e riuscì anche a diminuire il deficit di bilancio dello Stato.
Nel 1852 sostituì Massimo d'Azeglio alla guida del governo sabaudo e ormai la sua idea era chiara: il Regno di Sardegna avrebbe dovuto guidare l'Unità d'Italia.
Dopo l'elezione di Cavour come guida del Regno di Sardegna, Cammillo Benso pensò che fosse arrivato il momento di sconfiggere una volta per tutta l'Austria. Però gli altri Stati italiani si erano dimostrati troppo inaffidabili in una guerra cosi Cavour capì che c'era il bisogno dell'approccio della Francia o dell'Inghilterra.
A quel punto Cavour ebbe un'intuizione geniale, partecipare alla Guerra di Crimea tra Russia, Francia, Inghilterra e l'Impero Ottomano. Così mandò un esercito di 15 000 uomini ad aiutare la Francia e l'Inghilterra, e quando la guerra fu vinta poté sedere al congresso di pace di Parigi, dove presentò agli Altri Stati la situazione dell'Italia Settentrionale.
Cammillo Benso non ottenne nulla di speciale, ma dato che Napoleone III era interessato a qualsiasi cosa che potesse indebolire l'Impero degli Asburgo si mostrò molto interessato.
Cavour e Napoleone so incontrarono nel 1858 in segreto dove stipularono gli accordi di Plombières. L'accordo prevedeva che se il Regno di Sardegna fosse stato attaccato dagli austriaci la Francia sarebbe intervenuta, e dopo la loro vittoria avrebbe ricevuto come terre Nizza e la Regione della Savoia.
A quel punto Cavour decise di farsi attaccare dagli austriaci disponendo le sue truppe lungo il confine austriaco , era ovviamente una provocazione, e l'Austria ci cascò e decise di attaccare il Regno DI Sardegna, iniziando La Seconda Guerra d'Indipendenza.
Così scattò l'accordo con la Francia e Napoleone III intervenì con un esercito di 100 000 uomini, intanto Giuseppe Garibaldi, alla guida dei cacciatori delle Alpi, attaccò gli austriaci sulle Prealpi lombarde e li sconfisse nella battaglia di San Martino e Solferino.
Le vittorie dell'esercito piemontese fecero scattare varie rivoluzioni nei Ducati di Parma, Piacenza e Modena che diedero vita a dei governi provvisori e chiesero l'annessione al Piemonte.
A quel punto il Regno di Sardegna sembrava stesse per ingrandirsi più di quanto si sarebbe aspettato così Napoleone, preoccupato decise di firmare in segreto un armistizio con l'Austria.
L'Austria cedette alla Francia la Lombardia che poi l'avrebbe ceduta al Piemonte a patto che tornassero sui loto troni i sovrani dell'Italia centrale.
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Terza Guerra d'Indipendenza
Per unificare l'intera Italia mancava solo da annettere al nuovo Regno il Friuli, Vento, Trentino, i territori papali e il Lazio
Per fare tutto ciò c'era bisogno di condizioni internazionali favorevoli che si verificarono nel 1866 quando iniziò una guerra tra Austria e Prussia.
Ovviamente l'Italia si schierò con la Prussia anche se alla fine non ottenne alcune gloria, vincendo una guerra senza mai sconfiggere gli austriaci in nessun battaglia.
Infatti l'Italia perse contro gli austriaci per una battaglia a Custoza e un'altra a Lissa. Solo Garibaldi riuscì a sconfiggerli a Bezzecca in Trentino.
Comunque la guerra austro-prussiana si concluse nel 1866 quando l'Impero asburgico cedette alla Prussia il Friuli e il Veneto, che li cedette alla Francia, che a sua volta li consegnò all'Italia
A questo punto mancava solo da annettersi i territori della Chiesa e il Lazio. Il governo di Destra provò ad iniziare delle trattative con il papa, ma Pio IX non voleva perdere i suoi territori, dato anche dal fatto che nel 1864 Napoleone III schierò delle truppe nello Stato pontificio per proteggere il papa da una futura invasione.
Il governo italiano decise di agire per vie diplomatiche, firmando una convenzione con la Francia che fece ritirare le sue truppe dallo Stato Pontificio, e spostando la capitale da Torino a Venezia.
La situazione cambiò dopo la caduta di Napoleone III che il 1 settembre si consegnò ai prussiani. Pochi giorni dopo il 20 settembre l'esercito sabaudo entrò nei territori papali facendo una breccia nel muro vicino a Porta Pia e questo evento passò alla storia come "Breccia di Porta Pia".
Lo scontro tra esercito sabaudo e quello della chiesa fu molto breve anche perché il papa non aveva speranza di vincere contro lo Stato invasore, e così dopo la vittoria del Regno d'Italia l'Italia fu completamente unificata e Roma ne divenne la capitale.
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