Neotaylorismo digitale: ovvero efficienza per sicurezza
L’idea centrale di Taylor era che un’organizzazione efficiente, pensata centralisticamente, sarebbe stata preferibile alla somma di una serie di capacità professionali possedute da singoli o da un gruppo di operai. Anche se la teoria di Taylor è sempre stata molto controversa, non si potrà negare che essa ha avuto un enorme impatto sull’evoluzione del modo di lavorare nella fabbrica moderna.94
Ciò di cui Amazon è un caso emblematico è che, con il digitale, i confini della fabbrica, insieme alla divisione “industriale” tra produzione e consumo, tendono a sparire. Si tratta di un passaggio cruciale, sul quale è necessario riflettere con attenzione. La capillare penetrazione della rete e la digitalizzazione di ogni strumento e di ogni ambiente della nostra vita personale e collettiva permette, oggi per la prima volta nella storia, di concepire l’intera vita sociale come una grande fabbrica, in cui ogni singolo atto (di produzione, consumo o anche di riproduzione) può essere monitorato ed efficientizzato. Muoversi in questa direzione ha certamente alcuni svantaggi (perdita della privacy, ulteriore standardizzazione delle attività umane, aumento del controllo), ma ha il grosso vantaggio di poter mettere in produzione quote sempre più ampie della vita sociale e umana, assoggettando alla logica dell’efficienza ambiti che fino a oggi ne sono rimasti esclusi. Rendendo così possibili nuovi margini di crescita quantitativa. Con la digitalizzazione, la logica tayloristica potrebbe essere applicata non più solo alle industrie, ma anche alle città, agli ospedali, alle stazioni. 95
L’obiettivo di fondo del modello neotaylorista su base societaria non può che essere quello “di spremere ancora di più il limone”, così da rendere ancora più efficiente la società nel suo insieme. Secondo il modello che, in una recente pubblicazione due ricercatori americani, R. Calo e A. Rosenblat (2017), hanno efficacemente chiamato “taking economy”.
Al suo interno, non solo il lavoratore ma anche il consumatore deve stare al passo, se necessario, con i supporti medicali più opportuni per sostenere la performatività fisica, cognitiva, emozionale.
Al contrario, ha bisogno di una società disciplinata che sia capace di dissimulare, o almeno di rendere tollerabile, il rigido controllo sociale a cui è assoggettata. Tuttavia, un’organizzazione simile può presentarsi contemporaneamente come garante di quella sicurezza che viene avvertita come il bene di cui si ha maggiore mancanza, specie tra i gruppi meno abbienti.96
In primo luogo, attorno alla bandiera “efficienza per sicurezza” come condizione per poter tornare a godere dei vantaggi di quel benessere che oggi
sembra sfuggirci. Una società che non si sente sicura diventa meno efficiente e meno propensa al consumo. Una società insicura non vede nel futuro nulla di positivo ed è meno incentivata sia a competere, perché non vede prospettive di crescita e miglioramento davanti a sé, sia a consumare, perché si ripiega su se stessa e predilige il risparmio al consumo nell’attesa di tempi bui. Allora, per rassicurare la società, si può arrivare al punto di individuare un capro espiatorio su cui canalizzare tutte le paure e i timori. Tale dinamica trova oggi il suo “naturale” punto di condensazione attorno alla questione dei migranti che, in presenza di una politica incapace di tracciare alcuna visione positiva, rischia di diventare il collante per costruire muri e barriere e, per questa via, far collassare l’ordine internazionale, se non addirittura quello democratico. Il punto è molto delicato.97
In secondo luogo, l’incontro può avvenire attorno a un’alleanza occulta tra potere politico e potere economico, interessati entrambi a sfruttare le informazioni private che possono portare a forme più complete e subdole di controllo dei comportamenti individuali. Il tutto nel nome di una maggior efficienza tecnica e/o democratica da raggiungere.
Con il rischio che i gusti di un determinato consumatore possano essere non solo esauditi, ma persino generati e pilotati, attraverso l’enorme massa di dati a disposizione in rete. Bisogni indotti, ecco un’altra forma di controllo. Oltretutto, questa enorme massa di dati permette alla politica di impostare una verifica capillare su qualsiasi attività umana e, in nome della sicurezza, di intervenire dappertutto, minando così libertà personali che dovrebbero essere intoccabili.
In terzo luogo, il punto di incontro può realizzarsi attorno all’idea di ottenere ulteriori e continui aumenti di produttività con l’aiuto di una segmentazione ben
calibrata tra gli haves e gli havenots. Non si dimentichi che un modello neotaylorista funziona soprattutto in una società fortemente gerarchica e segregata, che solo una politica autoritaria può garantire.In questa visione, l’ulteriore aumento di produttività sarebbe possibile, come abbiamo visto, rendendo ogni momento della nostra vita sociale utile per produrre, anzi, per rendere più efficiente la produzione. 98
Per quanto possa suonare sgradevole, un nuovo scambio fondato su efficienza per sicurezza non è così improbabile come potrebbe sembrare a prima vista, soprattutto se si tiene conto che esso è nelle condizioni di sfruttare a proprio vantaggio il disordine lasciato in eredità dal neoliberismo. Non sarebbe la prima volta che a stagioni di grande apertura seguono fasi caratterizzate da un’opposta tendenza alla chiusura. Il paradosso, per la verità solo apparente, è che dopo trent’anni di predicazione neoliberista il ritorno del legame sociale si produca per negazione (contro gli “altri”: gli immigrati o comunque i nemici al di là del muro) e per astrazione (mediante sistemi astratti, digitalizzati, procedurali, sicuritari).99