Nel secondo trattato Locke descrive uno stato di natura caratterizzato dall'uguaglianza tra tutti gli uomini: tutti gli esseri umani sono dotati di ragione e di uguali diritti naturali, che si fondando sulla naturale inclinazione dell'omo all'autoconservazione e alla felicità: il diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà. Il diritto dei singoli tuttavia non è illimitato, ma è regolato da una legge naturale, che coincide con la ragione, e che rivela a tutti gli uomini alcuni limiti fondamentali alla propria libertà, ovvero l'impossibilità di recar danno alla vita, alla salute, alla libertà o agli averi degli altri. Grazie alla legge naturale, nello stato di natura regnano la socievolezza e il rispetto nei confronti del proprio simile.
I diritti naturali di ognuno sono riconducibili al diritto al godere della proprietà individuale, inteso in generale come diritto di possesso della propria persona (diritto alla vita), e in senso più ristretto come possibilità di possedere beni e di disporne come si vuole (diritto alla proprietà).
Il diritto alla proprietà si fonda sulla convinzione secondo cui ognuno è proprietario della propria persona e, di conseguenza, del lavoro che essa produce. I frutti di tale lavoro appartengono legittimamente da chi li ha prodotti dal momento che essi vengono considerati come prolungamenti del suo corpo.
il diritto naturale consente ad ognuno di applicare giustizia da sé, ovvero giustifica la reazione del singolo di fronte a una violazione della legge naturale. Tale reazione deve essere proporzionata alle offese.
A causa della malvagità e dell'ignoranza di alcuni individui, e dei pericolo che il farsi giustizia provochi una catena di reazioni eccessive che generi uno stato di conflitto, diviene necessario fondare una società civile, che imponga una misura sull'applicazione della giustizia.
La fondazione dello stato avviene attraverso un contratto con il quale i cittadini rinunciando al diritto di autodifesa e punizione per concederli allo Stato. Quest'ultimo, tuttavia, è limitato nel suo potere dal momento che nasce con lo scopo di difendere i diritti naturali e inalienabili di ogni individuo. Si parla dunque si "Stato minimo", che sia il più simile possibile allo stato di natura.
Il contratto è bilaterale, ovvero è stipulato tra i cittadini e i legislatori, che sono vincolati dal patto, dunque dalle leggi, esattamente come il popolo.
La sovranità spetta dunque al popolo, che affida il potere a chi governa
il potere è suddiviso in
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di fronte ad una violazione del patto da parte dei legislatori, il popolo può e deve avvalersi del diritto di resistenza, che permette loro di spodestare il sovrano, di riprendersi le libertà che un tempo avevano ceduto a quest'ultimo e di provvedere all'istituzione di un nuovo governo,