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TERZA GUERRA D'INDIPENDENZA, Pochi mesi dopo la proclamazione del…
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Pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d’Italia. Cavour morì. Rimanevano molte questioni irrisolte.
L’unità territoriale non era completa. Il Veneto e la Venezia Giulia erano ancora sotto il dominio austriaco e Roma era ancora della Chiesa.
L’unificazione delle leggi e dell’amministrazione. Nel nuovo stato unitario erano confluite leggi e burocrazie diverse ed era necessario provvedere anche a questa unificazione.
L’Italia era un paese povero, con molte differenze tra Nord e Sud.
L’Italia era complessivamente un Paese molto povero, le condizioni igieniche e sanitarie erano pessime: la mortalità infantile era molto alta e l’età media della popolazione era molto bassa, non superava i 35-40 anni.
Nel Parlamento italiano si contrapponevano due gruppi politici: la Destra e la Sinistra, che vengono definite “storiche” per distinguerle da quello che si intende oggi con destra e sinistra.
La Destra voleva uno Stato in cui fosse molto forte il potere centrale e voleva estendere a tutto il territorio le leggi e l’amministrazione piemontese.
Tra i due schieramenti quello che prevalse e che gestì i primi 15 anni dell’Unità d’Italia fu la Destra storica
Il governo presieduto da Bettino Ricasoli decise nel 1861 di estendere a tutto il territorio nazionale lo Statuto Albertino del 1848 e il modello organizzativo dello Stato piemontese.
L’Italia fu divisa in 59 Province con a capo un prefetto, che era nominato dal Governo. Le Province erano poi divise in Comuni, con a capo un sindaco, nominato dal prefetto.
Venne unificata anche la moneta, con l’adozione della lira, che è stata la moneta dell'Italia dal 24 agosto 1862 fino al 31 dicembre 1998. Il 1 gennaio 1999 è stata sostituita con l'euro.
L’Unità d’Italia non aveva risolto i problemi del Sud del Paese. Continuava lo sfruttamento dei grandi proprietari terrieri e i contadini erano costretti adesso al servizio militare obbligatorio (durava 5 anni e privava le famiglie del lavoro dei giovani nei campi) e c’erano nuove tasse da pagare.Il malcontento favorì la nascita di bande organizzate di contadini e pastori che si opponevano al nuovo Stato. Era il brigantaggio.
La Sinistra pensava a uno Stato più decentrato, cioè che lasciasse più autonomia ai diversi territori, richiamandosi al pensiero dei democratici federalisti come Carlo Cattaneo.
1866
L’Unità d’Italia non era ancora completa, mancavano Roma con lo Stato della Chiesa e il Triveneto, cioè i territori del Trentino, del Veneto e della Venezia Giulia sotto il dominio austriaco.
La Prussia voleva annettere gli Stati della Confederazione Germanica per realizzare un unico grande Stato tedesco. Per realizzare questo progetto, la Prussia doveva sconfiggere l’Austria che aveva la Presidenza della Confederazione. Per questo nel 1866 dichiarò guerra all’Austria
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La Prussia chiese all’Italia di entrare in guerra al suo fianco e le promise in caso di vittoria i territori italiani che erano sotto il dominio austriaco. La guerra tra Italia e Austria viene considerata la Terza Guerra d’Indipendenza.
La guerra scoppiò e finì in poche settimane, e la Prussia vinse. L’Italia al contrario collezionò numerose sconfitte sia per mare (Lissa) che per terra (Custoza). Gli unici successi furono quelli di Garibaldi con i Cacciatori della Alpi a Bezzecca in Trentino. Questa vittoria apriva la strada per Trieste, ma un messaggio del re Vittorio Emanuele II obbligò Garibaldi a fermarsi, perché l’Italia aveva già firmato l’armistizio con l’Austria. Garibaldi deluso rispose al re con un secco “Obbedisco”.
Lo Stato della Chiesa nel 1860 aveva perduto molti suoi territori a favore dello Stato italiano, ma restavano Roma e il Lazio.
- Garibaldi tentò di conquistare Roma nel 1862, ma fu fermato dall’esercito piemontese in Aspromonte.
- E nel 1867 fece un nuovo tentativo, ma fu fermato a Mentana da un’armata mandata da Napoleone III.
Intanto, nel 1864, il Governo italiano aveva firmato un accordo con Napoleone III (la Convenzione di Settembre) in cui l’Italia rinunciava alla conquista di Roma e spostava la capitale a Firenze.
Nel 1870 Napoleone III fu sconfitto dai Prussiani nella battaglia di Sedan. L’Italia sfruttò questo momento di debolezza della Francia, e il 20 settembre 1870 un corpo di bersaglieri aprì a cannonate un varco nelle mura di Roma, presso Porta Pia (la breccia di Porta Pia). Il papa si rifugiò nei palazzi del Vaticano e si dichiarò prigioniero morale dello Stato italiano. Anche questa volta fu indetto un plebiscito in cui fu approvata l’annessione del Lazio all’Italia. Nel 1871 la capitale fu spostata da Firenze a Roma, e il Palazzo del Quirinale divenne la residenza del re Vittorio Emanuele II.
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:warning: L’Unità d’Italia quindi era territoriale e politica ma c’erano realtà molto diverse nei vari territori e il fatto che la maggioranza della popolazione parlasse solo il dialetto era un’ulteriore motivo di difficoltà per la realtà del nuovo Stato. :warning: