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CAPITOLO 17 - Coggle Diagram
CAPITOLO 17
In questo periodo le ricchezze private dell'imperatore erano diventate indispensabili per il mantenimento dell'impero e per comprare il consenso dei cittadini gli imperatori facevano arrivare dall'Oriente navi cariche di grano che veniva distribuito tra la plebe gratuitamente, inoltre finanziavano spettacoli e circo.
Da questo capiamo che gli strumenti di propaganda che venivano utilizzati dagli imperatori erano pane e circo o<panem e circens>.
Ai confini dell'impero c'erano due popolazioni che minacciavano la stabilità di Roma, ovvero: i Germani, stato di lingua indoeuropea e poco civilizzato a occidente e i Parti, stato perfettamente organizzato a oriente.
Dopo Augusto a prendere il potere fu Tiberio, figlio adottivo nato dal matrimonio di Livia la moglie di Augusto e Claudio Nerone. Tiberio era un valoroso guerriero che presentatosi in Senato per comunicare che non voleva prendere i poteri fu costretto ad assumere la carica di imperatore.
Dopo uno scandalo avvenuto per la misteriosa morte del nipote di Tiberio, Germanico, per la quale a Roma si vociferava che fosse stato lo zio stesso ad ucciderlo per la fama che aveva raggiunto, decise di ritirarsi nella sua villa lasciando come coeredi Tiberio e Gaio
Ad essere nominato imperatore però fu Gaio, passato alla storia come Caligola. Caligola dopo aver avuto numerosi segni di pazzia sanguinaria si fece numerosi oppositori e dopo un colpo di stato morì per mano dei pretoriani.
A succedere Caligola fu Claudio, zio anziano di Caligola e fratello di Germanico. Claudio non era stato preso in considerazione per le condizioni fisiche ma si rivelò il miglior imperatore tra i successori di Augusto
Come ultimo appartenente della dinastia Giulio-Claudia ci fu il figlio di Claudio nato dal matrimonio con Agrippina: Nerone. Nerone salì al trono a 17 anni ma era ancora influenzata dalla madre e da alcuni senatori, così per liberarsene li uccise. Nerone fu molto sanguinario, infatti eliminò la moglie e il fratellastro e dopo aver scongiurato un colpo di stato da parte dei Pisoni decise di eliminare tutti gli appartenenti di quella famiglia. Nerone dopo una sommossa da parte dell'esercito fu costretto a suicidarsi.
Il 69 d.C. fu l'anno dei 4 imperatori, ovvero: Galba, Otone, Vitellio e Flavio Vespasiano, quest'ultimo faceva parte della dinastia Flavia. Flavio Vespasiano faceva parte della classe dei cavaliere e dopo la guerra contro gli Ebrei che richiese grandi spese riuscì a risanare il bilancio e a costruire monumenti imponenti come il Colosseo o "anfiteatro flavio".
Come successori Vespasiano nominò i suoi figli: Tito e Domiziano. Tito fu il primo a salire al trono ma l'eruzione del Vesuvio segnò catastroficamente il suo governo infatti furono distrutte le città di Pompei, Ercolano e Stabia. A Tito successe Domiziano nell'81 d.C.
Con Domiziano si rinnovò il carattere autoritario del principato, infatti per i suoi atteggiamenti molti scrittori come Plinio e Tacito assunsero atteggiamenti adulatori. Inoltre finanziò numerose spedizioni militari, egli però dopo aver assunto atteggiamenti persecutori nei confronti dei cristiani, degli Ebrei e della aristocrazia morì dopo una congiura.
Con la morte si chiude la dinastia Flavia e si chiude anche un periodo di governo fra i peggiori della storia di Roma.
Quello che per tanto tempo era stato esclusivamente personale, dopo Augusto il potere dei successori era stato in parte condiviso con l'aristocrazia senatoria. Anche se l'imperatore cercava sempre di mantenere il controllo sul Senato, ma essendo che alcuni imperatori assunsero posizioni assolutiste, ci furono vari scontri tra imperatore e aristocrazia senatoria.
Il risultato di questi scontri fu il declino dell'antico patriziato italico; cosa simile accadde con l'esercito, infatti dopo Tiberio nessuno passò molto tempo negli accampamenti e questo allentò i legami.
Il II secolo d.C. è considerato universalmente il secolo d'oro, infatti in questo periodo gli imperatori fanno tutti parte delle file della nobiltà provinciale romanizzate, i confini raggiungono la loro massima estensione e finalmente i romani si sentono i cittadini di uno stato comune e non i sudditi di una monarchia assoluta. In questo periodo vediamo però i primi segni di decadenza, infatti l'agricoltura decade e l'economia da i primi segni di difficoltà.
Gli imperatori per evitare ciò promuovono l'agricoltura pregiata, ma i metodi sono ancora poco evoluti, cosi tutti gli sforzi fatti dagli imperatori sono inutili davanti alla continua avanzata del latifondo. Inoltre termina l'era dell'economia schiavista e nasce la figura del colono.
Il colono era uno schiavo o un nullatenente alla quale veniva affidato un terreno e al momento del raccolto divideva a metà il tutto.
I congiurati che avevano assassinato Domiziano volevano che a governarli fosse un uomo anziano e carico di esperienza, a rispecchiarne le caratteristiche fu Coccio Nerva. Nerva però ebbe un breve governo, il suo successore fu Traiano figlio di un generale e il primo imperatore di origine non-italica. Traiano promosse numerosi lavori pubblici e dopo aver conquistato la Tracia si spostò sulla Mesopotamia.
A succedere Traiano fu Adriano, nipote che aveva adottato da anziano. Con Adriano finì l'espansione dei confini romani, infatti egli preferiva preservare e consolidare i confini invece che espandere. Egli migliorò la scuola e nel suo periodo di governo Atene ebbe un periodo di fioritura.
Dopo Adriano ci fu Antonino Pio, della dinastia degli "Antonini", egli era stato adottato da Adriano. Adriano al momento della adozione disse che avrebbe avuto adottare a sua volta due giovani: Marco Aurelio e Lucio Vero.
A diventare imperatore fu Marco Aurelio, ma con la sua visione pessimistica del mondo portò Roma a un periodo di decadenza, contribuito anche dall'avanzata dei Germani e dei Parti.
Come ultimo appartenente della dinastia degli "Antonini" abbiamo Commodo, figlio di Marco Aurelio. Con lui vediamo la fine del principato per adozione e si ritorna al sistema dinastico. Commodo aveva tratti popolareschi e autocritici, infatti sperperò le risorse imperiali in feste e spettacoli. Causando numerosi malcontenti e congiure, egli però morì soltanto nel 192 d.C. dopo un complotto di palazzo.