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Il Trionfo della Divina Provvidenza - Coggle Diagram
Il Trionfo della Divina Provvidenza
L’artista seppe accordare i nuovi princìpi dell’arte barocca a un programma encomiastico, cioè elogiativo, senza precedenti. Nessun artista aveva mai tentato di celebrare una famiglia mescolando in modo così spregiudicato il sacro con il profano, accostando i simboli della gloria terrena a quelli della religione cattolica.
Il Trionfo della Divina Provvidenza è una grandiosa opera decorativa, di oltre trecento metri quadri. Capolavoro assoluto di Pietro da Cortona, oltre che una delle opere pittoriche più rappresentative dell’intero Barocco europeo.
Colpisce, la straordinaria articolazione di temi e sottotemi narrativi, in cui allegorie e simboli sono trattati in modo da non compromettere la percezione unitaria della composizione.
Il soggetto celebra l’apoteosi della Provvidenza divina e, nello stesso tempo, quella del pontefice e della sua famiglia. Il suo complesso programma iconografico fu redatto dall’artista con la collaborazione del poeta Francesco Bracciolini dell’Api.
La composizione dell’affresco è dominata da una finta struttura architettonica dipinta, costituita da quattro piedritti, sostenuti idealmente dal vero cornicione della stanza, i quali reggono a loro volta un architrave modanato
Tale finta architettura, animata da putti, delfini e altre figure mitologiche, è decorata con vasi, festoni, cartigli e corone di rami
Al culmine di ogni piedritto, due tritoni affiancano un clipeo ottagonale in finto bronzo dorato. Ogni clipeo illustra un famoso episodio di storia romana
Sotto il clipeo con La giustizia del Console Manlio troviamo l’ippogrifo, creatura alata originata dall’incrocio tra un cavallo e un grifone, allegoria della saggezza e della perspicacia. Proseguendo in senso orario, due orse, allegorie della prudenza e della sagacia
La struttura architettonica illusionistica del Trionfo della Divina Provvidenza divide lo spazio della volta in cinque settori
uno rettangolare al centro e quattro trapezoidali intorno, ognuno dei quali riporta una scena differente. Questa struttura apre idealmente la volta sul cielo, mostrando allo spettatore un gigantesco vortice di figure che volteggiano sopra di lui.
Nell’ampio settore centrale, una scena assai ricca di personaggi celebra il governo spirituale del pontefice: vi sono infatti raffigurate la Divina Provvidenza, che dà il titolo all’opera, e le tre virtù teologali
Nei quattro settori laterali, sono invece raffigurati episodi che celebrano gli esiti felici del governo temporale di Urbano VIII
La scena centrale affronta il difficile tema del Trionfo della Divina Provvidenza
Domina la figura femminile della Divina Provvidenza, avvolta in un manto dorato, circonfusa di luce
attorno a lei alcune figure allegoriche, in genere identificate con la Sapienza, la Giustizia, la Misericordia, la Verità, la Pudicizia e la Bellezza.
Sotto questo gruppo riconosciamo Crono, il Tempo, raffigurato come un vecchio nudo e poderoso, dotato di grandi ali piumate, intento a divorare i suoi figli.
Lo affiancano, a destra, le tre Parche, cioè Cloto, Lachesi e Atropo, che tengono il filo dell’esistenza umana e simboleggiano il destino degli uomini.
Incoraggiata dalla Divina Provvidenza, l’Immortalità, avvolta in morbidi veli, vola da sinistra con una corona di stelle luminose e si indirizza verso il blasone di casa Barberini
La composizione dello stemma Barberini è frutto di una brillante invenzione iconografica di Cortona. Tre grosse api, assolutamente fuori scala e dunque monumentali
racchiuse da una corona di alloro, tenuta dalle tre Virtù
la Fede vestita di bianco, la Speranza in verde e la Carità in rosso
Il Trionfo della Divina Provvidenza di Cortona sancì il superamento dell’illusionismo prospettico rinascimentale e affermò una nuova concezione spaziale e decorativa
La scena dello scomparto centrale, in particolare, suggerisce l’illusione di uno spazio aperto,