Bourdieu sostiene che per collocare le persone nella stratificazione sociale complessiva occorre tener conto di come si combinano i diversi tipi di capitale, ovvero delle “dimensioni complessive del capitale”. A un polo della distribuzione troviamo una frazione della classe superiore, i liberi professionisti, che possiedono sia capitale economico che culturale; all’altro polo, di chi non possiede né l’uno né l’altro, troviamo sia le classi popolari (gli operai e i salariati agricoli), sia la frazione inferiore dei ceti medi, ossia gli impiegati di ufficio, con scarsi titoli di studio, poco reddito e pochi consumi.
Studia la diversificazione dei consumi in tanti ambiti.
Bourdieu descrive in che modo 3 gruppi diversi appartenenti alla stessa classe sociale si distinguono tra di loro. I professori tendenzialmente hanno più capitale culturale e meno economico, i liberi professionisti hanno più capitale economico e relazionale e meno culturale, e gli industriali e o grossi commerciati hanno più capitale economico e meno degli altri. Sempre con gli stessi dati Bourdieu descrive diversi spazi
«Si potrebbero ricostruire tutte le contrapposizioni tra queste due maniere diverse e antagonistiche di trattare il cibo e l’attività del mangiare, a partire dalla differenza tra forma e sostanza: in un caso, il cibo viene rivendicato nella sua autenticità di sostanza che nutre, che riguarda il corpo e che dà forza, nell’altra la priorità data alla forma, porta a relegare in secondo piano la ricerca della forza e la preoccupazione per la sostanza, e a riconoscere la vera libertà nell’ascesi elettiva di una regola che ci si autoimpone. Si tratta di due morali e due visioni del mondo contrapposte: dove gli uni vedono la sfacciataggine e la trasandatezza, gli altri vedono l’assenza di complimenti e di pretenziosità» (Bourdieu, 1979, p. 208)
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