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Lo ionico d'Asia - Coggle Diagram
Lo ionico d'Asia
delle tre varietà principali di ionico (orientale, insulare, occidentale), responsabile della facies linguistica di Omero è stata quella orientale. La tradizione epica sarebbe passata fra il X e il IX secolo dall'Eolide d'Asia nel repertorio degli aedi attivi nelle vicine colonie ioniche. DIverge dallo ionico occidentale (euboico), che presenta n questi casi esito identico a quello dell'attico
esito -σσ- di *-kj-, -tj-, -tw-
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esito π di *k(w), rispetto a κ dello ionico orientale
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vari elementi
-ν- efelcistico: si trova nelle forme verbali e in vari dialetti ai dativi plurali. Nelle forme verbali è dovuto forse all'analogia con la III singolare. Impedica gli iati creatisi dopo la perdita di [w] in ionico. Il suo uso dipende da necessità metriche.
desinenza -σαν-: innovazione che lo ionico-attico ha realizzato a partire dall'uscita della III plurale dell'aoristo sigmatico, in sostituzione della desinenza ereditata -v < *-nt.
διέκτασις: fenomeno di distensione. Si tratta della ripetizione di vocali dello stesso timbro in temi verbali, soprattutto in -αω. Secondo Wackernagel questo si spiegherebbe col fatto che gli aedi operarono con forme non contratte, che erano necessarie al mantenimento di determinati valori prosodici.
digamma: il suono [w] si è conservato in età storica in molti dialetti greci, ma si è perso prestissimo in ionico: si perse prima intervocalico, poi postconsonantico, poi iniziale di parola. Bentley intuì che molte delle irregolarità prosodiche attestate in Omero potevano essere sanate ricostruendo al loro interno un antico ϝ scritto.
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davanti a [w] una vocale breve o un dittongo in tempo forte conservano la loro quantità; in tempo debole non si elide e permane lo iato
in circa 350 casi [w] iniziale di parola fa posizione, cioè chiude la sillaba precedente
in interno di parola due vocali anticamente divise da [w] non contraggono; né la prima delle due, se breve, si elide
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false vocali protetiche, dovute alla mancanza di [w]
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una forma con [w] etimologico non sempre produce gli stessi effetti metrici. In alcuni casi la sua restaurazione è necessaria alla metrica, in altri no. I casi in cui [w] è scomparso nella dizione sono meno frequenti di quelli in cui esso è presente. In molti casi [w] non fa posizione; frequenti casi in cui una vocale lunga o un dittongo si abbreviano davanti a parole con antico [w]; presenza di forme non contratte percepite dalla separazione di un antico [w].
metatesi di quantità: tipica dello ionico-attico e largamente attestata in Omero, soprattutto nei genitivi singolari dei temi maschili in -a- (lungo). Deriva da un più antico -αο > -ηο > -εω. La desinenza -εω risultata da MQ va scandita di regola in sinizesi. Lo stesso risultato si ha anche nei genitivi plurali dei temi in -a- lungo; alle forme antiche in -αων-, lo ionico ha sostituito -εων-.
West e altri studiosi hanno ipotizzato una cornice euboica per l'ultima fase creativa dell'epica omerica. Sarebbero stati attivi, nel X secolo, cantori che avrebbero ricevuto la tradizione epica da aree eoliche (Tessaglia e isola di Lesbo) e l'avrebbero ampliata e adattata al dialetto euboico. Il ruolo dell'Eubea troverebbe la sua conferma sul piano narrativo nella ambientazione occidentale dell'Odissea.
lo ionico è stato un dialetto innovatore in fonologia e in morfologia. Gli aedi da una parte dovevano conservare l'arcaicità e la distanza dal parlato della dizione epica, dall'altra avvicinare al dialetto dell'uditorio una lingua poetica creata molti secoli prima e divenuta largamente incomprensibile.
dove metricamente possibile, il testo omerico fu tradotto in ionico anche a costo di creare forme artificiali; ma quando arcaismi ed eolismi avevano una prosodia incompatibile con quella degli equivalenti ionici, la metrica ne ha imposto la conservazione.