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L'Italia giolittiana - Coggle Diagram
L'Italia giolittiana
il primo modello di riformismo italiano
Per Giolitti la via delle riforme era obbligata per poter
modernizzare l'Italia
nel
1887
anno dell'adozione della
tariffa sulle importazioni dall'estero
, le industrie agricole
aumentarono i prezzi
ciò portò alla disoccupazione per lunghi periodi di braccianti, di salari i diminuzione e in condizioni di vita disagiate per le carenze alimentari e igienico sanitarie
per migliorare queste condizioni di vita,
prima Zanardelli e poi Giolitti vararono misure di protezione sociale
nel 1912 per cofinanziare le assicurazioni dei lavoratori in caso di malattia, infortuni e vecchiaia venne creato
l'
istituto nazionale assicurazioni "Ina"
che divenne operativo solo nel 1923
introducendo fertilizzanti artificiali, macchine agricole e nuovi sistemi di allevamento del bestiame
Giolitti introdusse
riforme a favore dei comuni
che poterono gestire i propri servizi di pubblica utilità
il
Partito socialista
(
Psi
) era guidato da Filippo Turati suo fondatore nel 1892
i
socialisti
erano divisi all'interno fra
un
centro
una
Sinistra rivoluzionaria
una
Destra riformista
i riformisti erano guidati da Leonida Bissolati favorevole a collaborare con Giolitti e perfino con la monarchia
a
Sinistra
tra diversi orientamenti parlava quello
massimalista
, ovvero favorevole alla rivoluzione
dal
1899
al
1914
l’andamento del
Prodotto interno lordo
(
Pil
) fu così positivo da avvicinarsi a quello inglese
tra il
1903
e
1914
governa
Giovanni Giolitti
segnando un intenso
sviluppo economico
Giolitti sconfisse il disegno di riorganizzazione autoritaria degli assetti costituzionali
da parte di
Sidney Sonnino
il quale intendeva tornare ai contenuti dello Statuto albertino
già da allora si era schierato in suo favore
Giuseppe Zanardelli
uomo politico che nel
1901
per volontà di Emanuele III divenne
presidente del consiglio
scegliendo
Giolitti
stesso come
ministro degli interni
lo scopo di Giolitti era quello di scindere il
Partito socialista
nel 1904, la corrente massimalista scelse di opporsi al governo Giolitti , appoggiando nel settembre il primo sciopero generale
tra il 1904 e il 1908 Giolitti non perse mai lil controllo della situazione mentre Federterra e la Cgdl crescevano e il Psi incrementava le iscrizioni
il Psi nel 1911 Leonida Bissolati e altri esponenti furono espulsi fondando il
Partito socialista riformista italiano
Lo sviluppo industriale e la questione meridionale
grazie a Giolitti l'Italia ebbe un periodo di decollo industriale concentrandosi nelle regioni nord occidentali
industria automobilistica
Fiat, Alfa Romeo, Lancia
ricerca chimica
rese possibile la realizzazione di concimi sintetici e di materiali elettrici
settore siderurgico
crebbe attorno a Terni, Savona, Piombino, pur essendo penalizzata dai costi delle materie prime
ebbe un rapido sviluppo
industria della gomma
produzione di pneumatici, in espansione grazia alla
Pirelli
industria idroelettrica
mosse i primi passi con la società
Edison
Lo sviluppo industriale si attuò all'ombra del
protezionismo
questo di fatto significò, che il sistema produttivo fu raramente costretto a confrontarsi con la concorrenza estera
e i consumatori furono penalizzati dai prezzi alti determinati dalla mancanza di concorrenza
nei decenni successivi all'unificazione, il
divario economico
tra l'ex regno delle
Due Sicilie
si accentuò a causa di una crescita più
lenta rispetto al resto del paese
inoltre la
mafia siciliana
e la
camorra napoletana
costituirono un ulteriore ostacolo allo sviluppo
Il nazionalismo italiano e la guerra di Libia
intorno al
1904
piccoli gruppi nazionalisti iniziarono a fare proselitismo, ma fu nel
1908
con l'annessione della Bosnia che i nazionalisti crebbero
gli anni
1907-10
furono quelli dell'affermazione del
nazionalismo come movimento e corrente politica
Ani =
Associazione nazionalista italiana
La riforma elettorale e i nuovi scenari politici
alle elezioni del
1913
gli occasionali appoggi dei cattolici verso i liberali si trasformarono in un vero e proprio invito
da parte di
Vincenzo Ottorino Gentiloni
il patto fra cattolici e liberali è noto come
Patto Gentiloni
, diminuendo fortemente l'identità laica dei liberali italiani
Giolitti era stato il primo a fronteggiare l'opposizione con il
confronto
e l'
inclusione
, non con la repressione
in Italia all'indomani dell'unità era stato adottato un sistema elettorale a
suffragio ristretto
dopo l'avvento della sinistra storica al governo il
censo venne abbassato
Giolitti elaborò una riforma elettorale approvata dal Parlamento nel
1912
, che consentì di esrcitare il diritto di voto a tutti gli uomini compiuti
trent’anni e idonei al servizio militare
con il
suffragio universale
il corpo elettorale si estese includendo anche operai e contadini, socialisti e cattolici
per evitare conseguenze politiche Giolitti non si oppose alla pratica degli
accordi elettorali
l'
opera dei congressi
fu scossa da un conflitto interno fra due orientamenti
il secondo patrocinava la nascita di un partito
cattolico popolare
in grado di dialogare con le istituzioni liberali e di poter partecipare autonomamente alla vita politica
il primo puntava a costruire un movimento di
organizzazioni cattoliche di massa