"Morto era l’uccello canterino di cui aveva sognato. Profondamente egli s’era immerso nel samsara, da ogni parte aveva assorbito in sé disgusto e morte, come una spugna succhia l’acqua finché è piena. E pieno egli era adesso di sazietà, di miseria, di morte, non c’era più nulla nel mondo che lo potesse attirare, rallegrare, consolare." (pag.115
Siddhartha arriva al punto di pensare alla morte come un qualcosa di necessario che sia capace di ridargli la vita
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in questa porzione di testo è presente l'area semantica della morte attraverso:
-"morto", "morte", "morte"
e l'assenza di allegria, consolazione e qualcosa che lo attirasse e che quindi gli desse motivo di continuare il suo cammino di vita
in contrasto con quella del desiderio rappresentata delle parole:
"cui aveva sognato"
"assorbito"
"spugna che succhia l'acqua"
"sazietà" che rappresenta il suo prima essere affamato e quindi bisognoso di quel sentimento di morte
"Ardentemente bramava non saper più nulla di sé, avere pace, essere morto." (pag.
climax ascendente, disposizione in tricolon, uso dell'anastrofe
"Oh, sol che venisse un fulmine ad atterrarlo! Venisse una tigre a divorarlo!" (pag.
il desiderio viene espresso anche in questa citazione attraverso il "oh" che esprime ed evidenzia il concetto seguente e il suo grande desiderio di cio che sta chiedendo e sperando
un climax ascendente "atterrarlo", "divorarlo" evidenzia il crescere del dovole che siddartha prova
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