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Aristotele
Aristotele e Platone
Aristotele
Le cose sensibili esistono effettivamente e la natura si può studiare ricercandone cause e principi(filosofie naturalistiche).
Esistono delle differenze irriducibili ed è importante riconoscere a ognuno la giusta importanza e autonomia
La virtù è felicità. La conoscenza del bene non basta per fare del bene, ma bisogna anche desiderarlo. La sapienza è diversa dalla saggezza, che si raggiunge con l'esercizio e osservando l'esempio dei saggi
Per governare bisogna essere saggi, non sapienti, e bisogna adattarsi alla natura dei cittadini e della città
La conoscenza è immanente, dentro di noi
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Platone
Le cose sensibili sono copie imperfette delle idee, che sono invece reali e perfette.
Lo studio del sensibile è ingannevole, la vera conoscenza è ideale
Le divisioni nel reale e nell'ideale si riconducono sempre a una unità (idea del bene, scienza filosofica)
Intellettualismo etico: la virtù è una scienza che può essere insegnata, chi conosce il bene agisce nel bene
Governo del filosofo re.
La conoscenza è trascendente, nel mondo delle idee
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Biografia
Nasce nel 384 a.C. a Stagira (:arrow_right:meteco). Il padre Nicomaco era un medico presso la corte macedone e gli diede una formazione di stampo naturalistico.
Nel 367 a.C. si trasferisce ad Atene dove prima studia e poi insegna all'Accademia di Platone per 20 anni.
Nel 347 a.C. lascia Atene per tensioni politiche con tendenze antimacedoni dopo l'occupazione da parte di Filippo di Olinto nel 349 a.C..
Si trasferisce quindi ad Asso da Ermia.
Nel 341 a.C. a Mitilene dove collabora con Teofasto suo allievo e fa studi naturalistici.
É talmente famoso che Filippo il Macedone lo chiama a Pella per curare l'educazione del figlio Alessandro (il grande).
Dopo la battaglia di Cheronea 338 a.C. si trasferisce al santuario di Delfi
Nel 336 a.C. Filippo muore, ma Alessandro riesce a prendere il controllo delle città greche ribellate.
Aristotele si trasferisce quindi ad Atene dove insegnò regolarmente nel Liceo e trascorse la vita con la moglie Pizia e i figli.
Alla morte di Alessandro nel 323 a.C. Atene insorge contro i macedoni e Aristotele si trasferisce a Calcide nell'isola di Eubea dove muore nel 322 a.C.
Alessandro era un comandante temerario e morirà a 33 anni per questo. Durante il suo comando egli si fece carico di una impresa divina, ovvero quella di creare una coimè= una comunità di persone che condividono la stessa cultura e la stessa lingua, quella greca. Il suo impero sarà vastissimo fino a includere parte dell'India, diffondendo la cultura e i valori greci, ma lui puntava a creare un impero universalistico, che conteneva tutte le terre conosciute.
Scritti
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Storia
Dopo la morte dei discepoli di Aristotele i testi di scuola verranno ritrovati solo tra il II e il I secolo in Asia Minore dall'ateniese Apellicone bibliotecario. La biblioteca di Apellicone verrà poi a far parte del bottino di guerra di Silla nell'86 a.C.. A Roma verranno pubblicati tra il 40 a.C. e il 20 a.C. da Andronico di Rodi, che li raggruppa per argomento
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Nel XX secolo si comincia invece a ricercare il reale ordine cronologico delle opere Aristoteliche.
Jaeger considerava le più giovanili quelle in cui aveva pensieri tendenti alle filosofie Platoniche, mentre più recenti quelle in cui si allontanava da esse, pensiero opposto a quello di Dühring, che però afferma che le opere di Aristotele sono teoricamente unitarie.
Berti ritiene invece che le opere tramandateci da Andronico siano già ordinate secondo un disegno del filosofo stesso.
Sìnolo=il sensibile
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Materia
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Ciò che può trasformarsi e svilupparsi. Tutto è fatto di materia e di conseguenza può trasformarsi, ovvero passare da una forma ad un'altra forma.
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Siccome la filosofia e gli studi di Aristotele si basavano su fenomeni fisici, le sue dottrine non furono smentite fino al 1600
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Dio è atto puro, o forma pienamente in atto, poiché è perfetto, dunque non si trasforma. Dio è pensiero di pensiero.
La materia è potenza, poiché ogni concezione di potenza implica una mancanza
In questa scala gerarchica vi è un ricollegamento alla dottrina di Platone scambiando l'idea del bene con Dio