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Ruolo del DNA nell'ereditarietà - Coggle Diagram
Ruolo del DNA nell'ereditarietà
Esperimenti di Frederick Griffith (1920)
Notò delle differenze tra dei batteri
Ceppi (S) producevano colonie lucide, lisce e virulenti
Ceppi (R) producevano colonie ruvide, irregolari e non virulenti
Iniziò a fare esperimenti, iniettando i ceppi sui dei topi
Il ceppo S uccideva i topi
Il ceppo R non uccideva i topi
I batteri morti del ceppo S non uccidevano i topi
L'unione di batteri del ceppo S morti e batteri del ceppo R vivi uccideva i topi
Dai corpi dei topi vennero estratti dei batteri con caratteristiche del ceppo S, si ipotizzò allora che una sostanza dei batteri S uccisi dovesse essere passata ai batteri R vivi (questa sostanza verrà poi constata essere il DNA)
Esperimenti di Alfred D. Hershey e Martha Chase
Scelsero il batteriofago T2 per i loro esperimenti
Nel DNA è presente il fosforo ma non lo zolfo, nelle proteine non è presente il fosforo ma è presente lo zolfo
Venne usato l'isotopo radioattivo 32^P per il DNA
Venne usato l'isotopo radioattivo 35^S per le proteine
Fecero infettare le cellule di E.coli (Escherichia coli) con i due tipi di batteri in 2 diversi esperimenti
miscelarono il risultato con un frullatore e venne centrifugato il risultato, separando le cellule batteriche e il liquido
Gran parte del DNA 32^P venne ritrovato sul fondo, ma non nel liquido sopra
Quindi una parte di quel DNA si era trasmesso ai batteri, così si scopri che era proprio il DNA il materiale genetico, e non le proteine
Le proteine 32^S vennero ritrovate tutte in alto
Composti solo da un rivestimento proteico, il capside e il DNA