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IL QUADRO STORICO-LINGUISTICO DALLE ORIGINI ALLE FINE DEL 300
L'italiano e le altre lingue romanze
Da roman a romanzo
Romanzo deriva da romans, indicava la lingua parlata un tempo. Con il successo dei romanzi cavallereschi francesi venne uato l'aggettivo roman, per distinguere il genere letterario, scritto in volgare.
Le lingue romanze discendono dal latino e sono dette sorelle
Dal latino al volgare
Un lingua nata dalle conseguenze del parlato
Il cambiamento dela latino è dovuto alla dissoluzione dell'Impero romano d'Occidente ne lV secolo, in quel periodo lo studio non veniva praticato per via dei maggiori problemi presenti. Per questo il modo di parlare era spontaneo e informale.
Per latino volgare si intende tutti i tratti colloquiali e popolari diffusi n Romània.
I primi documenti della lingua italiana
Il Placito capuano
E' il primo testo scritto in lingua simile all'italiano, che è una breve formula inserita in un atto giuridico. Il procedimento giudiziario divenne necessario perchè il monastero di San Benedetto e Rodelgrimosi disputavano i terreni. Per vincere una delle 2 parti doveva dimostrare di aver detenuto in bene per almeno 30 anni per via del principio dell'uscapione.
Il monastero portò 3 testimoni che citarono la formula del placito capuano. Il notaio scrisse la formula di testimonianza in volgare per una strategia culturale.
Gli affreschi della basilicata di San Clemente
Tra il 1076 e 1084 fu realizzato il ciclo di affreschi da Raniero Raineri. E' presente l'episodio miracoloso dell'accecamento e assordamento del patrizio romano Sissino, è corredato da scritte in volgare.
Lo sperimentalismo del disegno parlante viene fuso con l'uso del volgare in un'opera d'ate, per i fedeli manifesta il massimo grado di aprirsi al mondo dei laici.
I testi di carattere pratico: mercanti e notai
Testimonianze preziose
In Toscana i primi testi in simil italiano erano quelli dei mercanti, infatti, insieme al notaio, è una figura importante per lo sviluppo dell'italiano. Capaci di leggere e scrivere si diedero alla letteratura, ritenute in grado di istruire e dilettare. A partire dalla seconda metà del 300 svilupparono un genere di memoralismo delle ricordanze nei libri di famiglia.
La lingua di Dante, Petrarca e Boccaccio
Le riflessioni del De vulgari eloquentia
Dante difese il volgare e il suo rapporto con il latino, nel De vulgarieloquentia e nel Convivio. Entrambi risaltano il volgare come componente essenziale del nuovo ceto sociale.
La lingua di Petrarca
Il Canzoniere di Petrarca dà un impressione di omogeneità e levigatezza, e anch se meno complessodi quello dantesco, il lessico di petrarca mudula gli stati d'animo. Le difficoltà risiedono nell'ordine delle parole.
Dagli ultimi del 400 Petrca sarà il modello di riferimento per chi scriverà una poesia.
La lingua della commedia
Nella commdi la contaminazione tra stili è molto evidente: parole realistiche sono presenti in testi astratti, o parole dolci e leggiadre sono nei testi dell'inferno.
La commedi mescola anche vaietà geograiche, e si distingue anche per la grande quantità di parole riprese dal latino.
La complessità della sintesi di Boccaccio
Nel Decameron di Boccaccio la comlessità del linguaggio è molto alta, imitando la mobilità che gli elementi hanno nella frase latina e riproducendo disorganizzazionetipico del discorso parlato.
Il periodo è basato sulla subordinazione assegnando ad ogni elemento logico una unzione diversa. A essa si accoppia un diversoordine di parole.
Il 300 ha avuto un ruolofondamentale nella storia della lingua italiana.
Dante: la lingua della Vita nova e del Convivio
Illustrare la lingua dantesca è difficile perchè ogni sua opera presenta uno stile diverso:
Vita nova, prevale un lessico facile dominato dalla nota della docezza;
canzoni petrose, dominano parole astratte e concrete;
Convivio, prevalgono termini tecnici del discorso intellettuale e universitario.