Da una decina d’anni si è messo in marcia, passa di città in città incontrando cittadini e studenti a cui spiega i nessi locali e internazionali della guerra nel suo paese da cui è fuggito nel 1991 dopo essere stato arrestato dall’allora regime del presidente Mobutu. Per una serie di vicende è arrivato in Italia, studiava in Algeria ma il giorno del rientro, il 30 giugno 1992, il presidente Mohammed Boudiaf venne ucciso e iniziarono una serie di violenze che lo indussero a restare qui. Dopo un po’ di lavori da «immigrato Africano» ha ripreso gli studi, si è laureato in ingegneria informatica e ha trovato lavoro presso il Comune di Reggio Emilia, ma nel 2014 ha deciso di licenziarsi per dedicarsi a tempo pieno alla pace nel Congo. Grazie alla sua opera di informazione, sensibilizzazione e alla sua rivolta contro il silenzio sotto il quale si tace questa carneficina, l’”olocausto del Congo” è conosciuto da sempre più persone e inizia ad occuparsene , oltre a MSF, anche il servizio pubblico. I minatori sono obbligati a lavorare tutto il giorno, tutti i giorni. Sono strettamente sottopagati (solo 50 dollari al mese) e lo sfruttamento minorile è molto diffuso. Un lavoratore congolese nelle miniere di Coltan racconta con queste parole la sua esperienza: “Sono 10 anni che faccio questo lavoro, comincio alle 6 del mattino e finisco alle 6 di sera, non ho mai un giorno di riposo. Dobbiamo scavare per sopravvivere, per dare da mangiare alle nostre famiglie”. “Dopo la giornata lavorativa”, continua lo “schiavo” congolese, “ogni osso del mio corpo mi fa male. Io sono stato fortunato perché posso a lavorare a cielo aperto senza dover andare nelle grotte. Dalle miniere in pochi tornano vivi”. Alcune persone hanno visto bambini morire davanti ai loro occhi, altre sono rimaste bloccate nelle profondità della terra senza soccorso. Mentre i cosiddetti “Signori della guerra” (i padroni di queste miniera) si arricchiscono grazie ai loro immensi sforzi. Come potete vedere, quanto riportato prima non è un’emergenza secondaria. I dati parlano chiaro e tutto ciò sta continuando ancora oggi sotto al nostro naso.