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Capitolo XIV Il risorgimento italiano - Coggle Diagram
Capitolo XIV Il risorgimento italiano
Dopo i moti del 148-49 in Italia ripresero in mano il potere gli austriaci, decimando e giustiziando tutti coloro che si opponevano al loro potere.
In questo clima il Piemonte grazie soprattutto allo Statuto Albertino diventa il punto di riferimento dei liberali. A tal fine durante la reggenza di Vittorio Emanuele II il ministro D'Azeglio portò avanti una serie di riforme e leggi.
Le leggi Siccarde che prevedevano l'abolizione del diritto di foro e di asilo per gli ecclesiastici.
Tra i ministri che più diedero il loro appoggio a queste leggi spicca Camillo Benso conte di Cavour.
Camillo Benso nasce a Chieri nel 1810, divenne deputato per la prima volta nel 148, nel 1850 divenne ministro dell'agricoltura e del commercio e un anno dopo ministro delle finanze e il 2 novembre 1852 Vittorio Emanuele lo nominò guida dello stato. Le sue ideologie ricalcavano molto quelle dei liberali moderati.
In politica estera Camillo Benso prese un orientamento antiaustriaco e appoggiando l'idea che il Piemonte era l'unico stato in grado di affrontare gli austriaci. Egli capì inoltre che era inutile gettarsi in guerre costose che avrebbero perso senza una forte alleanza.
L'occasione arrivò con la guerra di Crimea dove la Russia voleva conquistare gli stretti.
La guerra si concluse con il congresso di Parigi del 1856 con la sconfitta russa rafforzando la posizione piemontese.
Francia e Inghilterra chiesero aiuto all'Austria ma quest'ultima rifiutò per paura che il Piemonte potesse approfittare di tale momento per attaccare l'Austria.
Approfittando del rifiuto austriaco Camillo Benso per cercare il favore delle altre potenze straniere inviò 15000 soldati per aiutare Francia e Inghilterra dimostrando che il Piemonte era l'unico stato italiano che poteva portare l'interesse della penisola in campo europeo.
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La spedizione dei mille.
I mille partirono da Quarto il 5 e il 6 maggio e l'undici maggio sbarcarono a Marsala nella Sicilia occidentale.
Affrontarono l'esercito borbonico nella battaglia di Calatafimi che vide vittoriosi i garibaldini grazie anche ai volontari che ingrossarono l'esercito. Conquistato Palermo a metà agosto Garibaldi travolgeva le coste calabresi.
Entra a Napoli e trascina sempre più volontari tra cui Mazzini.
Garibaldi batte i borboni a Volturno e il re Vittorio Emanuele che si mise alla guida dell'esercito lo raggiunge a Teano. Dove il re rifiuta di mandare in prima linea Garibaldi e il 7 maggio 1861 viene fondato il primo parlamento italiano
Riunito a Torino proclamava la nascita del regno d'Italia con capitale Torino e con Vittorio Emanuele II suo sovrano costituente.