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Il concetto di Populismo - Coggle Diagram
Il concetto di Populismo
Cosa definisca il «popolo» (e quali siano i suoi elementi distintivi e i suoi bisogni vitali), e, in secondo luogo, quale sia il «nemico» contro cui il popolo si trova in lotta,
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LO STILE:
una «questione di stile politico e di tattica», ossia come un repertorio di strumenti retorici, basato soprattutto sull’appello al popolo,
al quale possono attingere i più differenti attori, senza che ciò implichi un riferimento a una ben precisa ideologia.
Il populismo può essere infatti qualificato soltanto come la capacità di coinvolgere le masse degli umani, dicendo loro esattamente quello che vogliono sentirsi dire e,
non dovendo attuare un programma preciso o dettato da un’ideologia pregressa; vi è una flessibilità data dall’andare incontro alle esigenze/desideri del popolo.
Taguieff propone di considerare il populism qualsiasi azione o mobilitazione che ricorra all’appello al popolo,
anche se invariabilmente quest’ultima sarà sempre accompagnata da operazioni retoriche volte a definire i contorni di quel popolo.
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DISCORSO:
Laclau costruì la sua teoria populista partendo dall’esperienza peronista e la sua personalità che fu capace di costruire un’ampia alleanza.
Per lui, al contrario riconosce le potenzialità dell’ideologia, intesa come un’articolazione discorsiva e capace di costruire identità collettive.
Per il filosofo agentino è teoricamente debole la soluzione che finisce col ridurre il pop. a una retorica; trova insensato cercare un contenuto ideologico universale.
Laclau ritrova così nel populismo «un atto performativo, dotato di una propria razionalità interna»,
oltre che «una dimensione costante dell’azione politica, che necessariamente affiora in tutti i discorsi politici, sovvertendo e complicando le operazioni delle ideologie cosiddette “mature”».
Il terreno di costituzione dell’oggettività è sempre definito dal discorso, ossia da «un complesso di elementi in cui le relazioni giocano un ruolo costitutivo».
Un’identità egemonica è «qualcosa di simile a un significante vuoto, che incarna nella sua particolarità una pienezza irrealizzabile»,
perché «la categoria di “totalità” non può essere mai sradicata, ma essa resta, in quanto totalità fallita, un orizzonte e non un fondamento».
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La distinzione fra «politico» e populismo tende a sfumarsi, perché la logica del populismo coincide con la logica di formazione delle identità politiche,
con la conseguenza che ogni progetto politico ha in sé, un elemento populista.
Il populismo non solo non deve essere concepito come una tendenza deteriore di forze politiche irresponsabili e demagogiche,
ma deve essere considerato come uno strumento cui può attingere ogni forza politica che punti a raffigurare come «generali» gli interessi di cui si fa portavoce.
La distinzione fra lotte «politiche» ed «economiche» perde qualsiasi rilevanza, perché ogni conflitto – per il fatto stesso di esprimere una dimensione antagonistica – diventa «politico».
Il modello funziona davvero efficacemente per spiegare la logica populista della «costruzione» del popolo
ma non possa altrettanto efficacemente spiegare le modalità con cui il conflitto tra il popolo e i suoi antagonisti si svolge nel corso del tempo,
se non adottando alcuni presupposti, che riguardano proprio l’arena in cui si svolge il conflitto.
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