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FREUD: IL CASO DEL PICCOLO HANS, PIAGET: IL GIUDIZIO MORALE NEI BAMBINI,…
FREUD: IL CASO DEL PICCOLO HANS
HANS ha tre anni
attacchi d'ansia
fobia dei cavalli e anche ad animali di grandi dimensioni
vivace, intelligente e curioso
gelosia
privazione dell'effetto materno
desiderio di tenerezza
non vuole uscire di casa
ANNA FREUD
contraria alla procedura perchè ritenuta improduttiva
HANNA (sorellina)
FREUD
decide di non intervenire direttamente nella situazione clinica limitandosi a indicare dall'esterno le direttive del trattamento
MELANIE KLEIN
deciderà di utilizzarla declinandole le caratteristiche in relazione all'età dei piccoli pazienti
madre ambivalente
molto amorevole
rimprovera
PADRE
Hans è felice quando si assenta da casa
rivale
desidera la sua morte
cavallo=imponenza della figura paterna
proiezione=consapevolezza che il padre non è un rivale ma una figura amorevole
PIAGET: IL GIUDIZIO MORALE NEI BAMBINI
sfera morale
aspetto cognitivo
linea evolutiva tipica e universale
accettazione passiva
morale autonoma: interiorizzazione di principi generali e di regole socialmente condivise
colloquio clinico e critico
individuare la logica
campo morale
discrepanza tra il giudizio di valore teorico e le valutazioni concrete del bambino
elemento di interesse e di riflessione
dislivello temporale
pensiero verbale
pensiero concreto
REALISMO TEMPORAALE: tendenza tipica del bambino fino a 6-7 anni a considerare norme e doveri morali come realtà che si impongono alla coscienza, senza alcuna possibilità di elaborarle o interpretarle
tema della bugia
egocentrismo tipico del pensiero preoperatorio
tre aspetti
identificazione della moralità con l'obbedienza
aderenza rigida al contenuto verbale della regola
incapacità di comprendere la nozione di responsabilità soggettiva da parte del bambino
conquiste cognitive
bugia=parola cattiva che non si deve dire
bambini più piccoli
gravità proporzionata alla sua distanza dal vero
le bugie vanno evitate e la gravità è indipendente dal suo grado di discrepanza
bambini più grandi
la veracità è il fondamento della fiducia reciproca
ROSENTHAL E JACOBSON: L'EFFETTO PIGMALIONE
variabili che incidono sul processo di formazione della personalità
atteggiamento degli educatori
contesti educativi
insegnante influenza gli sviluppi della carriera scolastica degli allievi
successo o insuccesso
escludere che tale previsione si basi su un comportamento già osservato
evitare di marchiare in modo rischioso alcuni allievi
prove di competenza verbale e di ragionamento
tre punteggi distinti
QI di ragionamento
QI totale
QI verbale
nei bambini del gruppo sperimentale c'è un significativo incremento nei punteggi
gli allievi segnalati come promettenti hanno migliorato il loro rendimento più degli altri
vengono descritti dai loro insegnanti come gli alunni più curiosi intellettualmente
nel gruppo di controllo la percezione di un progresso scolastico è minore
sezione
superiore
progressi sottolineati con convinzione
inferiore
miglioramento giudicato meno favorevolmente
tendenza di molti insegnanti a plasmare il processo di formazione degli allievi in funzione delle aspettative maturate nei loro confronti
dati relativi
gruppo di controllo
gruppo sperimentale
più motivati, più fiduciosi nelle loro capacità e più desiderosi di riuscire