L'UNIFICAZIONE ITALIANA
Nel 1848 e nel 1849 le rivoluzioni fallirono.
Dopo la Seconda guerra di indipendenza i democratici volevano liberare il Regno delle Due Sicilie dai Borbone.
Cavour inviò truppe al confine con la Lombardia.
Giuseppe Mazzini fondò il Partito d'Azione, per creare un'Italia unita e repubblicana con piccoli gruppi armati che dovevano scatenare una rivoluzione generale.
I contadini denunciarono alla polizia borbonica Carlo Pisacane, che cercava di coinvolgerli.
Vittorio Emanuele II mantenne la Costituzione, il Parlamento e le libertà di stampa nel Regno di Sardegna. Nel Parlamento la maggioranza è a favore della monarchia.
Camillo Benso, fu prima ministro dell'Economia e poi capo del governo.
Diminuì le tasse sui commerci e costruì ferrovie, canali e ponti.
Nella politica estera, lui chiese aiuto agli Stati europei contro l' Austria. Perciò inviò un gruppo di soldati nella Guerra di Crimea.
Il 26 aprile 1859 l'Austria dichiarò guerra al Piemonte. L'esercito francese si alleò con i Piemontesi e conquistarono Milano. Inoltre vinsero anche a Magenta, San Martino e Solferino.
In Emilia-Romagna e in Toscana scoppiarono delle rivolte per chiedere l'annessione al Piemonte.
Napoleone III fermò la guerra perché non voleva che il Piemonte diventasse troppo forte. Perciò firmò un armistizio con gli Austriaci, che cedette la Lombardia ma mantennero il controllo del Veneto.
Per protesta Cavour si dimesse.
Giuseppe Garibaldi riunì dei volontari per andare a combattere contro l'esercito borbonico: tra il 5 e il 6 maggio 1860, mille volontari partirono dalla Liguria e andarono in Sicilia.
Garibaldi li sconfisse e liberò la Sicilia. I contadini siciliani considerarono Garibaldi come un liberatore per cacciare i Borbone e i proprietari terrieri. Ma i Mille non sostenevano i contadini e repressero le rivolte dei contadini.
Ad Agosto sbarcò in Calabria e iniziò una marcia verso Napoli. Per bloccare l'avanzata garibaldina verso Roma, Cavour convinse Vittorio Emanuele di Savoia ad andare nell'Italia centrale.
A Teano Garibaldi consegnò il Sud d'Italia al re. Il 17 marzo 1861 il Parlamento di Torino proclamò Vittorio Emanuele II re d'Italia. Per completare l'unità mancavano: Roma, il Lazio, il Veneto, il Friuli e il Trentino.
Nella conferenza di pace di Parigi, Cavour spiegò che il governo austriaco causava rivolte pericolose in tutta l'Europa.
Napoleone III fece un accordo segreto con Cavour: la Francia si schierava con il Piemonte se fosse stato attaccato dall'Austria.