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9.SOCWEL REGIMI DI WELFARE E CRITERI DI CLASSIFICAZIONE - Coggle Diagram
9.SOCWEL
REGIMI DI WELFARE E CRITERI DI CLASSIFICAZIONE
I “gloriosi 30” anni del dopoguerra hanno segnato in tutto il continente
lo sviluppo del welfare state fordista
(di impronta beveridgiana)
e del modello sociale ad esso connesso
, fordista appunto,
che costituisce
la base di quello che oggi conosciamo come 'modello sociale europeo'
: un modello sociale capace di
combinare sviluppo economico e coesione sociale
.
Il
welfare state fordista
è stato una
componente rilevante di tale sistema
, indispensabile per
contenere le disuguaglianze
(ad esempio rispetto al modello sociale americano) e
garantire diritti sociali
.
E' a partire dagli
anni 60 che tutti i Governi europei si trovano nelle condizioni di finanza pubblica e di sviluppo economico adeguate
per poter investire significativamente nelle politiche di welfare state, che,
non a caso, proprio in questo decennio **faranno registrare un significativo incremento sul piano della spesa e del numero di politiche sociali introdotte//.
In quasi tutti i paesi europei
gli schemi di assicurazione sociale obbligatoria vengono rafforzati
e, a fianco ad essi, si
sviluppano politiche di assistenza sociale
e, in alcuni casi, anche schemi di sicurezza sociale.
Il crescente sviluppo del welfare state in tutta Europa determina però anche
l'incremento delle differenze tra i vari modelli seguiti dai vari paesi
:
è infatti con
l'aumento delle possibilità di politiche di welfare da introdurre da parte dei governi
che le distanze tra i welfare state europei si acuiscono.
Le
prime differenze
in realtà si erano
riscontrate già nella prima fase bismarkiana
(avevano parlato a questo proposito di “divaricazione originaria”).
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Per
poter raffrontare la spesa di paesi che hanno dimensioni di finanza pubblica differente
, la spesa sociale
viene naturalmente calcolata in percentuale rispetto al prodotto interno lordo
(PIL) del singolo paese.
L'analisi di Wilensky che ha
l'indubbio vantaggio della semplicità e della sintesi
(un solo indicatore) è ancora oggi utilizzata specie nelle
analisi curate a livello istituzionale
(Ocse, Eurostat, Ministeri, altre istituzioni nazionali ed europee).
Queste comparazioni utilizzano dunque
dati quantitativi sintetici
, che
nulla dicono sulla qualità e caratteristiche della spesa stessa
,
ma
possono comunque fornire indicazioni significative
, anche per avanzare ipotesi.
Lo studio seminale da questo punto di vista fu quello del 1974, ad opera del sociologo
Richard Titmuss
:
questo autore ha
esaminato le caratteristiche istituzionali delle varie politiche
, in particolare concentrandosi su
3 variabili
:
il target delle politiche di welfare state
;
il tipo di
benefit erogato
;
il
principio organizzativo alla base dei vari modelli di WS
.
Per quanto riguarda il primo aspetto,
il target dei vari WS
, ossia la popolazione dei beneficiari delle politiche, può
assumere una dimensione più universalistica o più selettiva.
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Il secondo modello, ossia quello in
cui i beneficiari delle politiche pubbliche sono categorie molto ampie
, viene definito
Assicurativo o Corporativo
,
identificato secondo un
principio di merito corporativo
, ovvero la
posizione che il lavoratore raggiunge sul mercato del lavoro grazie al suo merito individuale
,
che
verrà poi trasferita anche nel suo welfare prodotto dalle politiche sociali
.
Questo
modello non riduce
, così facendo, la
disuguaglianza tra la popolazione
, ed infatti le
politiche sociali tipiche di questo modello vengono definite corporative
, in quanto ripropongono i meccanismi
acquisiti sul mercato del lavoro
.
Tutto ciò sembra essere frutto dell’eredità bismarkiana
, tanto che Titmuss portò
come esempio di questo modello il caso tedesco
.
Infine, nel
terzo modello
il ruolo del welfare state è di tipo RESIDUALE , in
quanto i trasferimenti monetari risultano essere poco generosi
,
rivolti esclusivamente
ai casi di bisogno
, e la
spesa sociale è più bassa perché non ci sono molti schemi di tipo contributivo
;
Nel 1990, lo studioso danese
Esping-Andersen
, pubblicò un libro molto importante per l’analisi comparata del welfare state, “
The 3 world of Welfare Capitalism
”, in cui,
riprendendo l'analisi e la tripartizione titmussiana
, ne ripropone una rilettura, aggiungendo ulteriori
variabili di carattere politologico
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questo porta ad una
non-copertura di tutti i beneficiari ed a una frammentazione sociale
perché tutto viene legittimato secondo il principio del bisogno.