In Italia le giornate insurrezionali di Parigi incentivarono un gruppo di patrioti di Modena. Sembra che i rivoluzionari abbiano contattato il duca, proponendogli di capeggiare il moto e di dar vita a un movimento che poteva portarlo sul trono d'Italia o comunque ad ampliare il suo Stato.
Se Francesco IV poteva sperare che Mettermich non si sarebbe opposto a che un Asburgo ampliasse i suoi domini in Italia, ma, una volta constatata la netta opposizione del cancelliere austriaco (Mettermich) ad ogni mutamento territoriale italiano, fece arrestare Menotti e Misley. Il moto scoppiò a Modena, interessò anche Bologna (dove venne cacciato il governatore pontificio), Parma e Reggio, propagandosi nelle Marche e nell'Umbria.
Francesco IV fuggì a Mantova e Maria Luisa di Parma a Piacenza.
Il moto non riuscì a unire nella rivolta le altre regioni del centro e il governo delle province insorte sperando nell'intervento francese che non ci fù.
Gli austriaci riportarono i duchi sui troni e restaurarono il dominio temporale dei papi. Ciro Moretti venne giustiziato.
Il fallimento dei moti del 1831 segnò la fine delle congiure carbonare che avevano mostrato il limite di programmi vaghi e privi di un vero progetto circa l'assetto costituzionale unitario della penisola. Proprio dopo il fallimento Mazzini elaborerà la sua critica a tali insurrezione concependo un modello del tutto diverso.