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6bis.SOCWEL
L'era di Bismark ed il meccanismo assicurativo
La nascita del meccanismo previdenziale: le assicurazioni sociali bismarckiane
Il
Welfare State moderno nasce verso la fine dell’800
- anche se all’epoca tale termine non era utilizzato.
Il padre fondatore di quello che viene considerato il moderno
Welfare State è Otto Von Bismarck
, primo Ministro di Prussia tra il 1862 e 1890;
il cancelliere tedesco famoso soprattutto per la sua politica estera,
avendo favorito l’unificazione della Germania
, è stato dunque un importante innovatore sociale anche sul versante della politica interna.
In realtà le
riforme bismarckiane in questo settore non nascono da un presupposto 'riformista' sul piano sociale
, bensì come una
scelta paternalista e a carattere di deterrenza
:
il cancelliere conservatore, infatti, era
preoccupato di possibili agitazioni operaie che potessero mettere a repentaglio il suo Governo
ed è a questa logica politica che si deve la nascita del
sistema di protezione sociale
.
Il contesto socio-economico di questo periodo è infatti quello della
rivoluzione industriale e quello della nascita del movimento operaio
, della classe operaia che “prende coscienza di sé”.
Questi movimenti
costituiscono un possibile pericolo per chi governa
, perché possono far nascere delle
insurrezioni della classe operaia; c’è il rischio che il movimento operaio possa sfociare in una rivoluzione
.
Il
sistema delle assicurazioni sociali obbligatorie
nasce quindi come una
sorta di deterrenza delle spinte sociali del movimento operaio
,
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Tale costo è definito
attuariale
poiché l’assicurazione, per
calcolare il premio da pagare per tutto il periodo di assicurazione
, deve valutare quale è il costo per coprire il rischio,
non nel momento in cui l’evento si possa verificare, ma
nel momento attuale e per ogni singolo momento di tutto il periodo di assicurazione in cui il premio va versato
.
Tale premio consente, per la legge dei grandi numeri, di
coprire per l'assicuratore
(garantendo anche un margine di profitto, nel caso di assicurazioni private)
il costo dell'assicurazione nel caso in cui l'evento rischioso si realizzi e l'assicurato potrà riscuotere il montante
.
Le
assicurazioni sociali si basano esattamente sulla stessa impostazione delle assicurazioni private
, con l'unica differenza che in questo caso l'assicuratore è lo
Stato
e
non prevede un margine di profitto
nel calcolo del premio assicurativo.
A differenza delle assicurazioni private, nelle
assicurazioni sociali non viene pagato un premio bensì dei contributi
, i quali vengono
erogati allo Stato assicuratore
(in parte dal lavoratore e in parte dal datore di lavoro).
Le
prime assicurazioni sociali bismarckiane nascono per “assicurare” i due citati eventi della invalidità e malattia
, tra di loro due fenomeni molto diversi:
il
primo è più raro ma comporta la permanente inabilità al lavoro
, mentre il
secondo è più frequente ma avrà un valore minore
, poiché il reddito da lavoro perso è solo di qualche giorno.
Esisteva in quegli anni anche un
terzo evento che poteva rappresentare un rischio sociale
, vale a dire un evento che qualora si fosse verificato,
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Perché in generale il meccanismo delle assicurazioni sociali obbligatorie funzioni e sia sostenibile, infatti,
occorre che l’evento da assicurare abbia due caratteristiche principali
:
che sia molto ben definibile, quindi
circostanziale
(quando parliamo di invalidità ci si riferisce per esempio a quella che implica un’incapacità di lavorare superiore al 75%)
e che sia
aleatorio, vale a dire raro ed improbabile, ma quantificabile per la legge dei grandi numeri
(la cui probabilità di verificarsi sia quindi calcolabile,
altrimenti non si riesce a calcolare nemmeno l’importo del costo attuariale, cioè il valore del contributo).
Le politiche sociali bismarkiane sono quindi politiche di assicurazione sociale,
sono politiche
previdenziali e vengono effettuate tramite dei trasferimenti monetari
.
Sono inoltre politiche categoriali; sebbene si rivolgano a varie categorie (anziani, malati, invalidi) sono politiche rivolte
esclusivamente a chi paga i contributi, quindi i lavoratori
;
tutte le altre categorie che non sono in condizione di pagare contributi perché non lavorano (studenti, casalinghe, disoccupati..) sono escluse e non beneficiano di questo genere di politiche.
Dopo aver visto come funziona il meccanismo del Welfare State bismarkiano, vediamo ora come si inserisce
questo meccanismo nel sistema di Welfare più complessivo.
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Il terzo settore era molto debole alla fine del XIX secolo
, esisteva pochissimo volontariato al di fuori dell’
assistenza volontaria prestata dalla Chiesa
(in Italia le
Opere Pie erano state regolate da una delle prime riforme sull’assistenza
, introdotta da Crispi nel 1890);
iniziavano a
nascere alcune forme di associazionismo laico di natura politico-sindacale
, come le
società di mutuo soccorso
, ma si tratta solamente di uno stadio primitivo dello sviluppo del terzo settore come fornitore di welfare.
Anche la
Croce Rossa nasce in realtà in questa epoca
(1864), ma sarà solamente dalla seconda guerra mondiale in poi che
eserciterà una azione diffusa capillarmente sul territorio europeo
;
La
fornitura di welfare erogata dal mercato di fatto non esisteva
; il solo modo in cui il welfare era erogato dal mercato, in senso lato,
è
attraverso il mercato del lavoro
; ma se guardiamo alla
fornitura privata di welfare come esiste dalla seconda metà del 900 possiamo dire che all’epoca questo pilastro non esisteva affatto
;
Anche
l’erogazione di welfare della famiglia in quegli anni era molto scarsa
;
ciò è
legato al fatto che le condizioni sociali della popolazione saranno sufficientemente elevate per garantire alle donne di potersi occupare
di queste attività rinunciando al lavoro solamente più tardi,
mentre all’epoca
svolgevano alcune attività lavorative e quindi avevano poco tempo da dedicare alla cura delle attività domestiche
.
.
Il
sistema di Welfare che garantisce il benessere agli individui è quindi
, verso la fine dell’800, piuttosto
inefficiente e certamente non possiamo parlare di un sistema di welfare
che funziona organicamente.
Ed è anche
piuttosto difficile parlare di “benessere”
perlomeno per il significato che diamo oggi a questo termine:
una
condizione sociale benestante a quell’epoca
era quella che garantiva in
modo adeguato il soddisfacimento di quelli che oggi consideriamo bisogni primari
:
La povertà era molto estesa e causava, direttamente o indirettamente gravi situazioni sociali e persino la morte
:
rischi sociali molto gravi e a certe situazioni di disagio socio-economico
.
Il
“benessere” nell’era bismarckiana
viene quindi garantito
prevalentemente dal reddito da lavoro
.
Il Welfare State interviene
quando il principale meccanismo di erogazione di benessere non funziona
(come detto, quando non si percepisce un reddito da lavoro perché si è malati, si è invalidi o si è troppo anziani per lavorare)
e quindi agisce
, in questa ottica, solo come un
meccanismo compensativo
, per cui, nell’erogazione di welfare,
il suo ruolo è quasi residuale rispetto al lavoro
.
Il
Welfare State bismarckiano nacque come detto in Germania ma poi si sviluppò anche in altri paesi dell’Europa occidentale
.
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Il
differente mix di interventi ha determinato già in quegli anni ciò che oggi gli studiosi di Welfare definiscono divaricazione originaria
:
a seconda di come i
singoli paesi europei mettano in campo politiche con caratteristiche diverse in termini di generosità e inclusività degli schemi
, i sentieri di WS nei differenti paesi tendono ad allontanarsi.
Vale a dire che se il punto di partenza era stato per tutti il medesimo, cioè il fatto che fino a quel momento in
nessun paese esistevano politiche di welfare state
,
da questo momento in poi iniziano ad esserci delle differenziazioni nell’implementazione delle politiche
, che comportano una divaricazione tra i vari sentieri intrapresi dai paesi europei e un allontanamento delle singole “traiettorie”.
Se oggi abbiamo WS molto diversi tra i diversi paesi europei, ciò è
dovuto proprio alle varie differenziazioni che si sono prodotte in questa fase originaria e alle conseguenze che ne sono scaturite
,
anche perché, una volta che i
sentieri di politica pubblica vengono intrapresi
, è piuttosto difficile tornare indietro, perché
si creano nei beneficiari delle politiche
, sia
alcune condizioni in termini di acquisizione di diritti esigibili impossibili da eliminare
,
ma anche
aspettative che poi si traducono in vincoli sul piano politico-elettorale.
A questo proposito esiste una teoria, nota ai politologi con il nome di
path dependancy
, che letteralmente significa appunto, “dipendenza dal sentiero intrapreso”:
dal punto di vista delle politiche sociali questa teoria ci dice che
una volta che in un paese si è imboccato uno specifico “sentiero” di riforma sul piano del welfare state
, sarà
poi difficile riuscire a correggere la rotta e a modificarlo, col passare degli anni.
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