La setta dei Federati piemontesi, in accordo con quelli lombardi e veneti dava inizio alla rivoluzione che chiese la costituzione, la fusione tra Piemonte, Lombardia e Veneto sotto la dinastia sabauda. Vittorio Emanuele non volle né concedere la costituzione né reprimere il moto, preferendo abdicare a favore di Carlo Feniche. I rivoluzionari che erano per la maggior parte nobili avevano già cercato l'accordo con il reggente, sicuri di trovare in lui un interlocutore in quanto Carlo Alberto promise il suo appoggio alla cospirazione il 6 marzo, poi si tirò indietro.
Il moto scoppio e Carlo Alberto concesse la costituzione e nominò un ministro della guerra, ma vincolo tali concessioni all'approvazione del re Carlo Felice. Sconfessò l'opera di Carlo Alberto e gli ordinò di recarsi a Novara dove era giunto un esercito austriaco di 10.000 uomini. Carlo Alberto ribadiva il suo appoggio ai rivoluzionari ma poi lascio Torino per raggiungere Novara. Il mancato appoggio sfalsò il movimento rivoluzionario, cosicché non fu difficile agli austriaci vincere le deboli resistenze
Stroncate le rivolte l'Austria vuole reprimere ogni possibile insurrezione nel lombardo-Veneto.A Milano venne scoperta una vendita carbonara e si seguirono diversi arresti i prigionieri poi furono graziati e la pena commutata nell'ergastolo nel carcere dello Spielberg
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