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Formazione/professionalizzazione - Coggle Diagram

- - - - Se la formazione prevede una separazione tra colui che insegna e colui che impara, la professionalizzazione pone invece al centro del proprio percorso il soggetto che diviene capace di articolare le proprie conoscenze e le proprie pratiche costruendo, insieme ad altri, un'identità professionale etero-regolata.
        
        La formazione in un'interpretazione più ristretta, potrebbe rivolgersi anche al singolo mentre, nel altri processi, il gruppo e la conoscenza maturata collettivamente sono caratteristiche ineludibili. La professionalizzazione e lo sviluppo professionale portano verso lo sviluppo del soggetto che si riconosce e viene riconosciuto dalla comunità.
        
        Tutti i processi si focalizzano su due concetti: Teoria e pratica. La costruzione di sinergia tra teorici e pratici, hanno posto in evidenza il valore della diversità delle rispettive conoscenze.
        
        La pratica precede la formalizzazione di teorie in quanto incontra, per prima, i problemi e deve fornire loro un riscontro per poter procedere. La pratica non si ferma, vive nel tempo e costruisce continuamente, l'insegnante è un pratico, affronta situazioni e interagisce con esse e dà origine ad un sapere importante che lo sostiene, lo protegge e gli permette di percepirsi come capace di intervenire.
        
        La capitalizzazione della conoscenza sull'insegnare è avvertita come bisogno sia dai pratici sia da coloro che intendono fornire un quadro orientativo per la professionalizzazione. Ai ricercatori è utile per dar vita ad una cultura accademica comune, ai pratici per comprendere se e come vengono avvertiti e trattati i problemi che incontrano, ad entrambi per migliorare la qualità del servizio al quale è volta.
        
        Il rapporto tra ricerca e professionalizzazione si manifesta in più occasioni scopi e con forme, scopi diversi. La traiettoria che le connette è, in una direzione, trasformare per comprendere e, nella direzione opposta, comprendere per trasformare .
- - - - Una terza dimensione riguarda la natura della situazione di insegnamento-apprendimento, l'insegnante gestisce una situazione dinamica complessa.
      - La modalità di gestione della classe è una dimensione importante della pratica didattica. L'insegnante interagisce continuamente con il percorso degli alunni nel tempo, durante tutto l'anno.
      - Una seconda dimensione è costituita dall'inseme delle interazioni, con gli effetti indotti dal coinvolgimento degli attori in presenza, le loro scelte, le loro motivazioni. Ci sono quattro assi che guidano l'osservazione delle interazioni di classe.
      - Un'altra dimensione della pratica didattica è costituita dalle forme differenti degli intervalli di risposta tra gli interventi dell'insegnante e i loro effetti sugli alunni.
      - Il contenuto del sapere, l'oggetto dell'apprendimento in quanto strumento di sviluppo del bambino, rappresenta una prima dimensione essenziale della pratica didattica.
      - Una ulteriore dimensione Dall'identificazione di tre registri di funzionamento, interessa gli insegnanti in co-formazione:
        
        Il registro epidemico riguarda la costruzione del sapere, la dimensione dell'apprendere, che cosa si apprende e come, la devoluzione del problema agli alunni, il problema della pertinenza degli scambi.
        
        Il registro pragmatico riguarda la conduzione della sequenza e l'assegnazione dei turni di parola, la guida e la gestione degli aggiustamenti internazionali nella costruzione dei saperi, l'individuazione degli equilibri, il controllo delle tensioni. Questo livello comprende la dimensione operativa della situazione da parte dell'insegnante e nello spazio di controllo delle azioni dell'alunno.
        
        Il registro relazionale interessa il terreno d'azione degli interlocutori come quello della parola, con ciò che ciascuno si autorizza a dire o non dire. Traduce il funzionamento dei rapporti di posizione, che dipende dalla presa di potere e dalla gestione del narcisismo.
      - Gli elementi costitutivi degli schemi d'azione sono rintracciabili attraverso l'analisi della pratica effettiva di un insegnante e delle tracce oggettive. L'insegnante mira a delle trasformazioni continue negli alunni: gli apprendimenti, che non sono fini a se stessi, ma partecipano allo sviluppo del bambino.In questa prospettiva la cultura e il contesto che è la classe sono produttori di strumenti psichici co-elaborati negli scambi verbali che gli interlocutori a mano a mano fanno propri e interiorizzano.
      - La seconda dimensione è l'attività costruttiva, che rinvia all'autotrasformazione dell'uomo attraverso la sua esperienza professionale, è chiamato intervista di co-esplicitazione implica in collaborazione del professionista nella concettualizzazione della sua situazione con un ricercatore che gli ha precedentemente sottoposto le analisi da lui compiute delle tracce oggettive della situazione.
      - L'analisi plurale viene descritta come un approccio pluridisciplinare incrociato di ricerche sui processi caratteristici interattivi e multidimensionali delle pratiche, che si sforza di tener conto anche dell'intenzionalità degli attori.
        Così nelle discussioni scientifiche nella scuola primaria su un "oggetto" di conoscenza come la "nutrizione", le differenti analisi che sono state condotte restituiscono, secondo i ricercatori, diversi aspetti del percorso di concettualizzazione degli alunni, con la sua logica, i suoi balzi, i suoi movimenti critici e la sua soluzione
- - - - Insieme all'investimento e all'impegno tradizionale di costruire teorie generali, la finalità della ricerca in ambito educativo e formativo è di focalizzarsi anche sulla costruzione di local theory che sappiano misurarsi con le difficoltà di un'attività condotta in un ambiente ordinario abitato da professionisti. Negli ultimi decenni si è tradotta in dispositivi metodologici in grado di indagare la complessa fenomenologia degli eventi umani cogliendone la dimensione idrografica.
        
        La ricerca implica la formazione di comunità eterogenee di ricerca ovvero di aggregazioni in grado di beneficiare dell'esperienza degli altri che si costituiscono quando un'organizzazione è in fase di sviluppo o sta attraversando dilemmi disorientati.
        
        L'action science è la ricerca riflessiva rompono alcuni confini. Per esempio, il fine dell'action science è quello di permettere agli attori organizzativi di capire meglio le loro teorie in uso e attraverso questa comprensione riuscire a migliorare la vita organizzativa.
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        L'action science ha elaborato una delle metodologie più interessanti per procedere alla review della conoscenza applicando dei modi per interagire. La ricerca di Agrys e Schön si basa sul legame tra le routine organizzative visibili e la presenza di una logica situata dentro le azioni e sulla rappresentazione del ricercatore come coach del gruppo, che ha il compito di individuare tale logica e offrirla alla riflessione degli attori.
        
        La collaborazione implica programmi di ricerca basati sul dialogo tra ricercatori riflessivi e professionisti ricercatori e il vincolo è dato dal requisito che la ricerca sia tale che anche i professionisti possano intraprenderla e possano partecipare attivamente a dispositivi metodologici per presidiare la validazione dell'apprendere dell'esperienza.
        
        La nozione d'inquiry conduce alla costituzione di comunità d'indagine composta dai practitioner interpretati come indagatori capaci di riflettere sulla propria indagine a partire, da una situazione problematica.
        
        La ricerca didattica che si costruisce su un paradigma collaborativo è un sapere open-ended come si trattasse di uno spettacolo aperto al quale si può sempre aggiungere qualcosa.
- - - - L'alternanza può essere intesa come concetto, rimanda a uno sviluppo dell'autonomia del soggetto che si trova ad apprendere dall'esperienza, adeguandosi alle richieste di mercato e alle sue emergenze, utilizzando, secondo forme personali, le conoscenze acquisiste. Intesa come dispositivo, è un sistema che vede il processo di apprendimento realizzarsi in modo tale che l'università/la scuola si pensi come luogo di professionalizzazione e il luogo di lavoro divenga spazio-tempo di apprendimento.
        
        Il ruolo dell'università nella formazione iniziale degli insegnanti è importante per determinare il passaggio da un "essere studenti" a un apprendere e diventare professionisti dell'insegnamento.
        
        Il dispositivo dell'analisi di pratica è stato progettato e realizzato nelle IUFM francesi per sviluppare la riflessione sulle pratiche con l'aiuto di strumenti costruiti a partire dai saperi prodotti dalle scienze dell'educazione. Gli obiettivi nell'indagare la pratica sono: cogliere la pertinenza dell'azione in situazione e scoprire ciò che ha più o meno contribuito all'apprendimento dello studente, sia del docente.
        
        La co-ricerca di una professonalità dell'insegnante connessa alla capacità di effettuare ricerca su diversi "oggetti".
        
        Un professionista cerca sempre la soluzione adeguata a quel problema, lo tratta come unico, ma per far questo ha bisogno di un lungo percorso che lo accompagni nella maturazione di un atteggiamento di ricerca.
        
        All'inizio di di un qualsiasi corso gli studenti in prima laurea non hanno le esperienze necessarie per porsi nella prospettiva dei futuri professionisti, ma hanno una conoscenza diretta di alcune professioni. La didattica universitaria può utilizzare tali esperienze.