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900 pt 5 - Coggle Diagram
900 pt 5
Nazionalisti e comunisti in Cina
1913: regime autoritario imposto dal generale Yuan Shi-kai.
governo non era abbastanza forte da imporre la sua autorità alle province, comandate da governatori militari, i signori della guerra.
1917: la Cina interviene nella guerra mondiale a fianco dell’Intesa;->umiliata dalle grandi potenze occidentali, che permettono al Giappone di controllare la regione dello Shantung.
1921: lotta del leader del Kuomintang, Sun Yat-sen, contro il governo. formare un proprio governo a Canton, con l’appoggio del Partito comunista cinese, fondato da un gruppo di intellettuali, tra i quali Mao Tse-tung. L’Urss sostiene la causa di Sun Yat-sen.
1925: Chang Kai-shek succede a Sun Yat-sen
1927: a Shangai le truppe di Chang sconfiggono le milizie operaie. Il Partito comunista messo fuori legge.
1928: la capitale Pechino viene conquistata dall’esercito di Chang.-> riorganizzare l’economia e l’apparato statale secondo i modelli occidentali.
1931: i giapponesi invadono la Manciuria creano stato fasullo, il Manchu-kuo. Il governo di Chang non reagisce e riprende vigore l’azione dei comunisti. Mao Tse-tug imposta la strategia contadina→ indicava nelle masse rurali le vere protagoniste del processo rivoluzionario.
1931-1934: Chang campagne militari contro le zone controllate dai comunisti.
Con la lunga marcia Mao Tse-tung riuscì a salvare il nucleo dirigente comunista e a riprendere la lotta contro i giapponesi.
1937: accordo fra nazionalisti e comunisti per contrastare l’imperialismo giapponese.
1939: i giapponesi giungono a controllare le zone più importanti del paese.
L’Italia fascista
alleati liberali e cattolici-> fiancheggiatori, continuarono ad appoggiare Mussolini anche quando fu ormai chiaro che il Partito fascista era incompatibile con i principi dello stato liberale
Dicembre 1922:istituito il Gran consiglio del fascismo, indicare le linee della politica fascista e di fare da raccordo tra il partito e il governo.
Gennaio 1923: le squadre fasciste vengono inserite nella Miliziaper la sicurezza nazionale.
Sul piano economico si attuò una politica liberista, restituire libertà d’azione e margini di profitto all’iniziativa privata. tornare in pareggio il bilancio dello stato e ad aumentare la produzione.
Un sostegno decisivo Mussolini dalla Chiesa, dopo l’avvento del nuovo papa Pio XI, di stampo conservatore.
Mussolini abbandonò i toni anticlericali e si mostrò disposto a concessioni: riforma scolastica del 1923 Giovanni Gentile prevedeva oltre all’insegnamento della religione nelle scuole elementari, anche l’introduzione di un esame di stato al termine di ogni ciclo di studi.
Il Partito popolare risentì dell’avvicinamento fra fascismo e Chiesa; considerato ostile alla Chiesa,1923, Mussolini impose dimissioni dei ministri popolari, liberandosi di don Sturzo.
Luglio 1923: nuova legge elettorale maggioritaria; avvantaggiava la lista che otteneva la maggioranza relativa, assegnandole i 2/3 dei seggi disponibili
1924: la Camere viene sciolta; molti esponenti liberali, tra cui Orlando e Salandra, e alcuni cattolici conservatori si candidano assieme ai fascisti nelle liste nazionali. Le forze antifasciste sono invece divise; ogni partito si presenta infatti con una propria lista, partendo così svantaggiato. 6 aprile 1924: elezioni; vincono i fascisti.
10 giugno 1924: il deputato Giacomo Matteotti, segretario del Partito socialista unitario, rapito a Roma gruppo di squadristi illegali e ucciso. si era espresso alla Camera contro il fascismo, denunciandone le violenze e contestando la validità dei risultati elettorali.
La sua uccisione suscita indignazione contro il fascismo e contro Mussolini; il fascismo si ritrova isolato.
Secessione dell’Aventino→ i gruppi di opposizione si astengono dai lavori parlamentari e si riuniscono separatamente, sperando nell’intervento del re; egli non interviene e fiancheggiatori non tolgono l’appoggio a Mussolini.
3 gennaio 1925: discorso alla Camera Mussolini minaccia di usare la forza contro le opposizioni; si verificano una serie di arresti e sequestri nei confronti dei partiti di opposizione e dei loro organismi di stampa
Ogni spazio di libertà politica e sindacale era ormai chiuso. Molti antifascisti furono costretti ad andare in esilio; Giovanni Amendola, leader dei liberali d’opposizione morì nel 1926 dopo un aggressione squadrista; anche Piero Gobetti morì.
Il fascismo diede vita ad una legislazione autoritaria; il suo artefice fu il ministro della Giustizia Alfredo Rocco.
1925: legge che rafforza i poteri del capo del governo rispetto agli altri ministri e al Parlamento.
1926: legge sindacale che proibisce lo sciopero.
Novembre 1926: leggi fascistissime→ vengono sciolti i partiti antifascisti e soppresse le pubblicazioni contrarie al regime; fatti decadere i deputati aventiniani; reintrodotta la pena di morte per i colpevoli di reati contro la sicurezza dello Stato; istituito un Tribunale speciale per la difesa dello stato composto da ufficiali delle forze armate e della milizia.
1928: legge elettorale→ introduceva il sistema della lista unica e lasciava agli elettori solo la scelta se approvarla o respingerla.
Il Gran consiglio diventa un organo dello Stato.
Il totalitarismo imperfetto
A metà degli anni venti in Italia lo Stato totalitario era già una realtà consolidata (partito unico, milizia, sindacati di regime etc.).
caratteristica del regime ->sovrapposizione tra struttura dello stato, simile al vecchio stato monarchico, e quella del partito. Al di sopra di tutti potere di Mussolini, che riuniva in se la qualifica di capo del governo e di duce del fascismo.
Nel fascismo italiano l’apparato dello stato era più importante della macchina del partito; per comunicare con la periferia, Mussolini serviva dei prefetti, per controllare l’ordine pubblico polizia di stato; la Milizia solo un corpo ausiliario.
Dalla fine degli anni venti l’iscrizione al partito fascista divenne una pratica di massa, necessaria per ottenere un posto nell’amministrazione statale.
ruolo importante svolto dalle organizzazioni giovanili del partito: i Fasci giovanili, Gruppi universitari fascisti e l’Opera nazionale Balilla; nata nel ’26 i giovani fra i 12 e i 18 anni e forniva anche un indottrinamento ideologico. I bambini sotto i 12 anni facevano parte dei Figli della lupa.
Tramite queste organizzazioni di massa voleva riplasmare la società, per questo fu definito totalitario. L’ostacolo rappresentato dalla Chiesa; cerco una intesa col Vaticano.
11 febbraio 1929: Patti lateranensi, tra Mussolini e il segretario di stato vaticano Gasparri; divisi in tre parti: un trattato internazionale, la santa sede riconosceva lo stato italiano e la sua capitale e si vedeva riconosciuta la sovranità sullo stato del vaticano; una convenzione finanziaria, l’Italia doveva pagare al Papa un’indennità per la perdita dello stato pontificio; un concordato, regolava i rapporti interni fra la chiesa e il regno d’Italia.
Il fascismo non solo conservatore immobilista, ma anche proiettato al futuro, verso un sistema totalitario moderno, ostacoli il ritardo economico e culturale.
1927 Carta del lavoro; documento che cercava di far breccia fra le classi lavoratrici, ormai prive di autonomia organizzativa e capacità contrattuale e con salari diminuiti
maggiore consenso al regime dalla media e piccola borghesia, favorita dalle scelte economiche del regime. La fascistizzazione toccò solo superficialmente le classi popolari.
Il fascismo particolare attenzione al mondo della cultura e della scuola;1923 con la riforma Gentile venne accentuata la severità degli studi e sancito il primato delle discipline umanistiche su quelle tecniche.
Nel campo della cultura, tutto il settore della stampa politica fu sottoposto a un controllo sempre più stretto; 1937 creato il nuovo ministero per la cultura popolare, compito di controllare le pubblicazioni. altro controllo posto sulle trasmissioni radiofoniche, dal 1927 affidate all’ente di stato Eiar; la radio canale di propaganda solo dopo il ’35.
Il cinema ricevette generose sovvenzioni dal regime per favorire la produzione nazionale e limitare la penetrazione dei film americani.
vaticano a cogliere i maggiori successi dai patti; in cambio della rinuncia allo stato pontificio, acquistò una posizione di privilegio nei rapporti con lo stato e rafforzò la sua presenza nella società. Mantenne intatta la rete di associazioni e circoli che faceva capo all’Azione cattolica, entrare in concorrenza con il fascismo nel settore delle organizzazioni giovanili
Marzo 1929: prime elezioni plebiscitarie, tenute con il sistema della lista unica; pieno successo del regime. ostacolo alle aspirazioni totalitarie rappresentato dalla monarchia; il re restava sempre in teoria la più alta autorità dello stato; aveva comando supremo delle forze armate, poteva scegliere i senatori e aveva anche il diritto di nomina e revoca del capo del governo.
Durante fascismo l’Italia sviluppo demografico, comune a tutta l’Europa occidentale e vide accentuata l’urbanizzazione.
Nonostante questo alla vigilia della SGM l’Italia era ancora paese arretrato e distaccato dalle grandi potenze europee.
Questa arretratezza favorì le tendenze conservatrici e tradizionaliste dell’ideologia fascista: la ruralizzazione e lo scoraggiamento all’afflusso dei lavoratori verso i centri urbani; l’esaltazione della funzione del matrimonio e della famiglia, come garanzia di stabilità e base per lo sviluppo demografico.
Anche le donne ebbero le loro strutture organizzative, anche se poco vitali: i Fasci femminili, le piccole italiane, le giovani italiane e le massaie rurali, con la funzione valorizzare le virtù domestiche della donna.
Il fascismo e l’economia
Il fascismo adottò la formula del corporativismo, gestione diretta dell’economia da parte delle categorie produttive, organizzate in corporazioni distinte per settori e comprendenti sia gli imprenditori sia i lavoratori dipendenti.
Le corporazioni istituite solo nel 1934 e diventarono una nuova burocrazia.
1922-1925: fase liberista del fascismo; incremento produttivo, aumento dell’inflazione, crescente deficit nei conti con l’estero e deterioramento del valore della lira.
1925: fase basata sul protezionismo, sulla deflazione, sulla stabilizzazione monetaria e su un maggiore intervento statale in economia → inasprimento del dazio sui cereali, accompagnato dalla campagna propagandistica detta battaglia del grano, raggiungere l’autosufficienza nel settore dei cereali; lo scopo fu in buona parte raggiunto. Il prezzo di ciò fu pagato dal settore dell’allevamento e delle colture specializzate.
La seconda battaglia per la rivalutazione della lira, fissando l’obiettivo di quota novanta (90 lire per una sterlina); raggiunto grazie ad una serie di provvedimenti limitavano il credito, ma furono diminuiti i salari dei lavoratori dipendenti; a guadagnarne furono soprattutto le grandi imprese.
Con la grande crisi si fece sentire la recessione; il commercio con l’estero si ridusse, l’agricoltura nuovo colpo a causa del calo delle esportazioni e del tracollo dei prezzi.
Il regime cercò reagire con lo sviluppo dei lavori pubblici per rilanciare la produzione e attutire la tensione sociale, sia con l’intervento diretto o indiretto dello stato a sostegno dei settori in crisi.
1931-34: bonifica dell’Agro Pontino.
L’intervento maggiore dello stato nel settore dell’industria e del credito; crisi soprattutto le grandi banche; per salvarle dal fallimento 1931 un istituto di credito pubblico, l’Imi (Istituto mobiliare italiano),per sostituire le banche nel sostegno alle industrie in crisi, e nel 1933 creò l’Iri, l’Istituto per la ricostruzione industriale, che divenne azionista di maggioranza delle banche in crisi e controllando alcune fra le maggiori imprese.
La riprivatizzazione risultò poi impraticabile e l’Iri divenne nel ’37 un ente permanente, stato controllava una quota dell’apparato industriale e bancario superiore al resto dell’Europa, divenendo Stato-imprenditore.
Alla metà degli anni ’30 l’Italia uscì dalla fase più acuta della crisi. dal 1935 Mussolini politica di dispendiose imprese militari che accentuò l’isolamento economico→ economia di guerra.
L’imperialismo fascista
Nel fascismo sempre presente una forte componente nazionalistica; come paladino della riscossa nazionale e restauratore delle glorie della Roma antica. Fino ai primi anni 30 le aspirazioni imperiali rimasero vaghe.
Aprile 1935: accordo di Stresa con le democrazie occidentali per contrastare il riarmo tedesco.
Mussolini decise di intraprendere guerra contro l’Etiopia, anche per vendicare il torto subito dall’Italia nel 1896 con la sconfitta di Adua e per far passare in secondo piano i problemi economico sociali del paese.
Ottobre 1935: invasione dell’Etiopia; Francia ed Inghilterra condannano l’azione e propongono al Consiglio della Società delle nazioni l’adozione di sanzioni, divieto di esportare in Italia armi.
Contro queste sanzioni mobilitazione popolare e numerose espressioni di solidarietà verso il fascismo e la guerra.
L’impresa in Etiopia fu molto difficile, etiopici si batterono duramente sotto la guida del negus Selassiè.
5 maggio 1936: le truppe italiane comandate da Badoglio entrano in Addis Abeba.
Dal punto di vista economico la conquista dell’Etiopia non migliorò la situazione, ma sul piano politico il successo fu clamoroso, sensazione di aver conquistato per l’Italia una posizione di grande potenza.
Ottobre 1936: Asse Roma - Berlino→ patto di amicizia tra l’Italia e la Germania, che Mussolini considerava come un mezzo di pressione sulle potenze occidentali e in grado di ottenere qualche vantaggio in campo coloniale. duce fu condizionato da Hitler.
Maggio 1939: patto d’acciaio, lega definitivamente le sorti dell’Italia a quelle dello stato nazista.
L’Italia antifascista
Per coloro che si volevano opporre al fascismo c’erano solo due vie, l’esilio o l’agitazione clandestina in patria.
1930: all’estero si riuniscono i due partiti socialisti, massimalista e riformista, sotto la guida di Pietro Nenni; così fanno altri partiti antifascisti.
1927: i gruppi si federano in un organismo unitario, la Concentrazione antifascista.
1929: Emilio Lussu e Carlo Rosselli fondano il movimento di Giustizia e Libertà (GL), punto d’incontro fra socialisti e liberal-democratici e organismo di lotta.
Il maggior contributo alla lotta clandestina venne dal Partito comunista (Pci), leader Palmiro Togliatti, subentrato a Gramsci dopo il suo arresto nel 1926; riuscì a mettere in piedi una propria rete clandestina e rimase in polemica fino al ’35 con gli altri partiti antifascisti. I dirigenti comunisti erano legati alle direttive di Mosca.
Dopo il ’35 il Pci riannodò i contatti con le altre forze di opposizione e nel 1934 strinse una patto di unità d’ azione con i socialisti.
Nel 1943 sorse un movimento di resistenza armata al nazifascismo.
America Latina
grande crisi=ridussero i tradizionali flussi commerciali e crollarono i prezzi delle materie prime e derrate alimentari.
I paesi più grandi,->Brasile, Argentina, Cile e Messico, =processo di diversificazione produttiva che sviluppò alcuni settori di industria manifatturiera.
1930: sommovimenti politici in Argentina→ un colpo di Stato militare rovescia le istituzioni democratiche.
Sommovimenti politici in Brasile-> rivolta popolare contro le vecchie oligarchie porta al potere Getulio Vargas-> regime autoritario, basato sul rapporto diretto fra capo e masse, acceso nazionalismo, intervento statale a sostegno della produzione e sulla concessione di una legislazione sociale per i lavoratori urbani.
Qesto regime, diffuso poi prende il nome di populismo. Messico→ sotto la presidenza di Cardenas viene praticata una forma di populismo molto avanzata. affermato anche in Argentina con Juan Domingo Peròn e il suo movimento del peronismo.
Giappone
Con la partecipazione alla PGM il Giappone riuscì a consolidare la sua massima potenza asiatica e a rafforzare la sua struttura produttiva. Riuscì ad avviare una politica imperiale, con l’obiettivo di sottomettere vaste zone della Cina
Il quadro istituzionale rimase di tipo liberale.
Anni ’20:sulla scena movimenti autoritari di destra, ispirate al fascismo e con una cultura tradizionalista.
Anni ’30: regime autoritario appoggiato dal nuovo imperatore Hiroito.