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SEDOTTA E ABBANDONATA - Coggle Diagram
SEDOTTA E ABBANDONATA
DELITTO D’ONORE
Non coincideva necessariamente con un omicidio, ma poteva avvenire anche tramite lesioni personali
Il codice penale, prevedeva, la riduzione a un terzo delle pene normalmente previste per le lesioni.
Se, poi, dalla lesione derivava la morte, la pena era quella della reclusione da due a cinque anni.
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Tale delitto è attribuito quasi sempre a una figura maschile. In realtà, lo stesso poteva essere commesso sia da un uomo che da una donna, senza alcuna differenza nel trattamento sanzionatorio.
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TRAMA
Durante un pomeriggio di una torrida estate siciliana, a casa della famiglia Ascalone prevalgono gli istinti sessuali di Peppino Califano promesso sposo di Matilde, nei confronti della sorella Agnese
Avviene dunque un rapporto sessuale tra i due protagonisti che resta segreto fin quando, dalla famiglia non viene scoperto che la ragazza non è più vergine
Effettuate diverse analisi, si scopre che Agnese è incinta di Peppino.
Dunque, il padre Vincenzo Ascalone dopo aver recluso la figlia in camera si dirige dalla famiglia di Peppino con lo scopo di imporre il matrimonio riparatore.
Peppino, però non accetta di sposare Agnese poiché non più pura.
Nel frattempo il padre promette Matilde in sposa al Barone Rizzieri che in procinto di impiccarsi accetta volentieri di entrare a far parte della famiglia Ascalone
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In paese don Vincenzo fatica sempre di più a spiegare ad amici e conoscenti quanto successo con la famiglia di Peppino
REGISTA
Pietro Germi, nacque a Genova nel 1914, rimase orfano del padre a soli dieci anni
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MATRIMONIO RIPARATORE
Fino a pochi anni fa, il reato di stupro veniva riconosciuto solo se la penetrazione sessuale fosse stata di una certa entità: a tamponare e mettere fine a tutto c'èra il matrimonio riparatore.
Il matrimonio riparatore era previsto nel codice penale del nostro ordinamento giudiziario ed era regolamentato dall’art. 544 che emana che per il colpevole di violenza carnale il reato si estingueva se lo stesso si rendeva disponibile a sposare la vittima, spesso minorenne
A sollecitare la richiesta del matrimonio riparatore erano soprattutto i famigliari della ragazza che, di fronte ad una simile disgrazia, non vedevano altra strada per ripristinare il loro onore perduto
A perdere l'onore, infatti, era solo la vittima e non il delinquente che l’aveva violentata.
La ragazza violentata non aveva nessuna possibilità di ribellarsi ad una simile doppia violenza, una violazione che durava tutta la vita. Il corpo della donna, infatti, era trattato come un oggetto
è la reazione di una giovane ragazza di soli 17 anni, Franca Viola, a cambiare per sempre il volto di questa realtà
Fu rapita e violentata da un mafioso locale nel 1965, ma dopo il suo rilascio si rifiutò di sposare il suo violentatore . Si ribellò per la prima volta contro la falsa idea di tutela dell’onore e della famiglia a scapito della felicità della sua vita futura.
Da quel momento diverse ragazze, iniziarono a rifiutarsi di ricorrere al matrimonio riparatore, tanto che dopo qualche anno, esattamente nel 1981, tale norma fu abrogata con la legge 442
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