Rubè lavora in uno studio legale e potrebbe fare successo col suo lavoro, ma, essendo un acceso interventista, nel 1915 parte per il fronte (anche per allontanarsi da un mondo che disprezza).
Viene ferito in guerra e capisce di essere un vigliacco, quando lo confessa alla moglie prova molta vergogna. Non ama più la moglie e ha una storia con la moglie di un ufficiale francese, che muore mentre i due stanno facendo un giro in barca. La sua vita lavorativa non decolla. Non avendo il coraggio di tornare dalla moglie, prende un treno che lo porta a Bologna, dove viene travolto da un gruppo di manifestanti. Muore poco tempo dopo, perdonato dalla moglie