Con l'avvento dell'industrializzazione si diffuse il lavoro minorile e femminile, soprattutto a causa di due fattori: la meccanizzazione aveva in gran parte eliminato il lavoro specializzato e, quindi, non richiedeva particolari competenze, il lavoro minorile e femminile veniva pagato molto meno, era cioè meno costoso e, di conseguenza, vantaggioso dal punto di vista degli imprenditori.
Le leggi che si occupavano della condizione dei bambini nelle fabbriche non avevano come scopo la tutela del minore, ma solo la salvaguardia delle sue condizioni minime di salute affinché potesse continuare a lavorare. Il feno meno del lavoro minorile era molto diffuso, come denuncia anche lo scrittore inglese Charles Dickens nei suoi romanzi
Per quanto riguarda l'impiego delle donne in fabbrica, cominciarono a diffon dersi critiche sull'inadeguatezza femminile ai ritmi di produzione industriale.
A scandalizzare l'opinione pubblica, inoltre, era la presenza di ambienti in cui lavoravano sia uomini sia donne. Emergevano anche gli effetti negativi di certi impieghi che potevano compromettere le gravidanze.
Le terribili condizioni del lavoro nelle fabbriche colpivano pesantemente il fisico delle donne e rendevano la loro vita un vero e proprio inferno