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Il Regno d'Italia par. 5-6-8 - Coggle Diagram
Il Regno d'Italia par. 5-6-8
Lo statalismo nazionalista di Crispi
Crispi successore di Depretis
Nel
1887
Depretis morì e fu sostituito dal su ministro degli interni
Francesco Crispi
la sua ascesa al potere avvenne nel periodo in cui la linea di perseguita dalla Sinistra cominciava a produrre
significative trasformazioni
Crispi fu il simbolo di queste trasformazioni
Avvocato e uomo politico siciliano, fu uno dei dirigenti della rivoluzione palermitana del
1848
, il quale dopo la sconfitta fu costretto all'esilio
fin dal
1861
si sedette in parlamento fra i democratici di estrema Sinistra, prese atto del fallimento della propria linea e nel
1864
, divenne convinto sostenitore dei
Savoia
si rese conto dell'impossibilità di dare corso ad un progetto democratico-repubblicano che avrebbe lacerato e distrutto il paese ancora così fragile
Notevole oratore si mise in luce come uno dei più autorevoli esponenti della Sinistra, con la "
rivoluzione parlamentare
" del
1876
divenne presidente della Camera e poi ministro degli interni
La politica autoritaria contro i movimenti popolari
In Sicilia, tra il
1891
e il
1894
, la lotta contadina assunse una forma originale con i
Fasci
, leghe formate per ottenere la riforma dei patti agrari
tutte le esperienze di lotta popolare, furono represse con lo stato di assedio , con l'esercito, con il pugno di ferro
Crispi era disposto a far pagare ai lavoratori qualunque prezzo
egli era l'uomo che meglio rappresentava l'alleanza tra la grande industria e il latifondo, l'unico capace di reggere il timone in una situazione politica così fragile
Crispi fu il primo meridionale ad assumere la guida del governo
il nuovo presidente del consiglio era fortemente appoggiato dalla monarchia, a cui offriva la prospettiva, di sedere fra le grandi potenze colonialiste e imperialiste
il prezzo di questa politica fu una violentissima repressione interna esercitata contro il movimento operaio e popolare
infatti in quegli anni si sviluppava una novità di grandissima portata: l'
organizzazione del movimento operaio
da parte del
Partito Socialista
La disastrosa avventura imperialista nel Corno d'Africa
Il sogno di grandezza di Crispi comprendeva l'avventura imperialista, già nel
1885
il governo Depretis aveva lanciato l'Italia nella sua prima impresa coloniale occupando il porto di Massaua e di lì iniziando la penetrazione nell'Eritrea
anche l'Etiopia che dava le spalle all'Eritrea era interessata a quest'ultima
La contesa era sfociata nello scontro militare, e malgrado l'arretratezza del Paese africano, l'Italia subì una pesante sconfitta a Dogali nel
1887
Nel
1895
, Crispi decise di rilanciare la politica coloniale italiana, inviando un forte corpo di spedizione in Abissinia
l'avventura si trasformò in un disastro, sconfitti ad Adua nel
1896
, gli italiani lasciarono sul campo la metà degli effettivi tra feriti e morti
in Italia scoppiarono violenti moti di piazza contro Crispi che fu costretto a dimettersi
La debolezza istituzionale dello Stato italiano
i problemi dei poteri legislativo e giudiziario
In Italia i rapporti fra monarchia, Parlamento e governo avevano poche possibilità di svilupparsi in modo armonico
La prassi istituzionale di affidare il parlamento a chi aveva la maggioranza creò
due conseguenze
La prima era che la monarchia andava ad indebolirsi
perso il potere esecutivo, manteneva solo quello dei comandi militari
la seconda seconda era che il governo faceva di tutto per far nominare senatori i propri sostenitori
inoltre lo statuto non tutelava sufficientemente l'indipendenza della magistratura
i giudici potevano essere trasferiti d'autorità e addirittura licenziati con il pretesto della mancata osservanza dei regolamenti
Crispi e il rafforzamento dell'esecutivo
a livello locale sottopose i sindaci al rigido controllo dei prefetti
rafforzò anche la presa della politica del governo sulla magistratura facendo ricorso a strumenti eccezionali, come lo stato d'assedio, per reprimere movimenti popolari in maniera brutale
Crispi aveva tratto l'idea che accordi politici non sarebbero stati ni grado di assecondare i veri interessi del paese
Così scelse di avvalersi della monarchia per compensare la mediocrità e la corruzione dei deputati
Crispi disprezzava il parlamento
aumentò i poteri del presidente del consiglio riducendo la forza di contrattazione politica dei singoli deputati
Umberto I
lo assecondò in pieno
I limiti del potere esecutivo
Durante il suo governo Crispi aveva avviato una modificazione delle istituzioni politiche nella direzione di un rafforzamento esecutivo
ciò fu possibile grazie allo Statuto albertino ereditato dal Regno sardo-piemontese, non bisogna dimenticare che era una tipica carta costituzionale concesse dai sovrani nella prima metà del secolo
il re si era riservato forti strumenti per prevalere su un parlamento bicamerale
perché solo la Camera dei deputati era elettiva
mentre il Senato era di nomina regia
i governi si trovarono in una continua condizione di debolezza e potevano sopravvivere solo se controllavano a loro volta la camera
dato che la Camera era in grado di controllare totalmente il potere esecutivo perché i mancanza di partiti capaci di assicurare il rispetto degli accordi di governo
il
Parlamento
poteva in ogni momento
cambiare maggioranza
La crisi di fine secolo
I moti di protesta del 1898 e la svolta autoritaria
a Monza nel luglio del
1900
, l'anarchico
Gaetano Bresci assassinò il re Umberto I
gli successe il figlio
Vittorio Emanuele III
che dichiarò di voler
restaurare la pace interna e la concordia con tutti gli uomini di buon volere
Nel frattempo Milano si stava affermando come
capitale morale
della moderna Italia industriale e democratica
Scoppiarono disordini in tutta Italia, ma fu soprattutto a Milano che si ebbero violente manifestazioni contro il re, il governo e il Parlamento
a differenza delle sommosse che si erano verificate nei decenni precedenti, questa volta videro la presenza all'interno di esse molti impiegati e intellettuali
e proprio a Milano che era più forte la presenza operaia e più radicato il partito socialista e le tensioni diventarono così acute
da scoppiare nel
1898
Gli scandali per corruzione e la fine dei governi di Sinistra
Nel
1893
le denunce del deputato
Napoleone Colajanni
caduto definitivamente Crispi nel
1896
i suoi tentativi di riforma dello stato non ebbero alcuno sviluppo e tornò al potere la
Destra
con il
marchese siciliano Antonio Di Rundinì
fecero emergere che la Banca Romana aveva stampato più banconote di quelle segnate, falsificando i propri bilanci
in quel periodo era a capo del governo
Giovanni Giolitti
, il quale fu travolto dallo scandalo e Crispi tornò al potere
il direttore della banca da poco nominato senatore da Giolitti venne prosciolto da ogni imputazione, malgrado l'assoluta evidenza delle sue responsabilità nella vicenda
La crisi che investiva l'Italia era di carattere politico, sociale e istituzionale
sociale
perché la crescita economica non aveva prodotto alcun cambiamento nel tenore di vita delle masse
istituzionale
perché le fragili strutture dello stato erano profondamente inquinate e corrotte
Politico
perché il tentativo di accrescere l'autonomia e l'autorevolezza dell'esecutivo era fallito, né la monarchia, né il governo , né il parlamento avevano saputo proporsi come propulsori dello sviluppo