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IMMANUEL KANT - Coggle Diagram

- - - - giudizio sintetico a posteriori (è fecondo perché aumenta la mia conoscenza)
      - giudizio analitico a priori (è sterile perché non aggiunge niente alla conoscenza)
        
        'E necessario costruire dei giudizi sintetici a priori grazie alle forme a priori della conoscenza sensibile
        
        Le forme a priori sono: spazio e tempo. Esse sono due capacità soggettive, cioè caratteristiche del soggetto (rivoluzione copernicana), che si sviluppano con l'esperienza dei fenomeni e che ci permettono di incapsulare la conoscenza sensibile
  - - - Le forme a priori dell'intelletto sono le (12) categorie che Kant definisce caratteristiche gnoseologiche del soggetto. Esse, tuttavia, ci danno solo le caratteristiche, non il concetto di qualcosa
        
        Le categorie vengono raggruppate (a tre a tre) in 4 gruppi: quantità, qualità, relazione e modo
        
        L'io penso è il principio supremo della conoscenza umana che ci permette di unificare tutti i giudizi che otteniamo grazie alle categorie, dando così vita ai concetti con un'operazione chiamata deduzione trascendentale
        
        La conoscenza scientifica è dunque una fenomenica, che è l'unica conoscenza sicura poiché, grazie all'unione di intelletto e sensibilità, ci permette di conoscere gli oggetti
        
        Il fenomeno rappresenta la parte esteriore delle cose, così come ci appaiono; il noumeno, invece, rappresenta la parte interiore delle cose intese come oggetti pensati del puro intelletto, indipendenti dall'esperienza sensibile
        
        Abbiamo due tipi di noumeno: il noumeno in senso negativo si riferisce ad una cosa pensabile senza il nostro modo di intuire; il noumeno in senso positivo, invece, è oggetto di un'intuizione intellettiva, che noi, però, non possiamo comprendere
  - - - 1)psicologia razionale (anima): mira a trovare quel principio incondizionato da cui derivano tutti i fenomeni psichici interni
        
        Tuttavia, noi conosciamo noi stessi solo in quanto fenomeni, ma non conosciamo il nostro noumeno; l'anima è la parte spirituale dell'individuo e non la possiamo conoscere scientificamente
      - 2)cosmologia razionale (mondo): pretende di far uso della nozione di mondo inteso come totalità dei fenomeni esterni
        
        'E destinata a fallire in quanto l'uomo può sperimentare o questo o quel fenomeno, ma non può sperimentare la serie completa dei fenomeni
      - 3)teologia razionale (Dio): considera Dio come l'essere perfetto da cui dipendono tutti gli esseri
        
        Poiché questa idea scaturisce dalla ragione, lascia l'uomo ignorante circa la sua realtà effettiva. Partendo da questo presupposto, Kant esamina e confuta le prove dell'esistenza di Dio
        
        1)prova ontologica: non possiamo affermare l'esistenza di Dio in quanto, non avendone l'esperienza, non è dimostrabile
        
        3)prova fisico-teologica: anch'essa non è altro che una prova ontologica mascherata, solo che stavolta viene attribuito ad un creatore responsabile del mondo (Dio) la totalità delle perfezioni possibili
        
        Con ciò Kant non vuole affermare che Dio non esiste, ma dice solo che la sua esistenza non si può dimostrare con queste prove
        
        2)prova cosmologica: il principio causa-effetto si basa sull'esperienza e Dio, in quanto causa prima, è un principio logico, non fisico, quindi non posso avere l'esperienza della sua esistenza (prova ontologica camuffata)
- - - - Esistono delle leggi morali universali, che Kant chiama "principi pratici" (regole generali della volontà), da cui derivano delle regole più specifiche.
        I principi pratici si dividono in: massime ed imperativi.
        
        Massime (principi pratici soggettivi, cioè che valgono solo per i singoli soggetti, non per tutti)
        
        Imperativi (principi pratici oggettivi, cioè validi per tutti), che si dividono a loro volta in:
        
        Imperativi ipotetici (determinano la volontà in vista di uno scopo da raggiungere)
        
        Imperativi categorici (determinano la volontà semplicemente come volontà, non hanno un scopo immediato)
        
        Le leggi morali sono solo gli imperativi categorici, in quanto essi sono universali e necessari, ma non come le leggi naturali, infatti le leggi morali possono anche non attuarsi in quanto la volontà umana può variare se condizionata da inclinazioni sensibili.
        
        La necessità della legge morale consiste nel valere per tutti gli esseri razionali senza eccezione.
        
        L'essenza dell'imperativo consiste nel suo valere in virtù della sua forma di legge (formalismo), cioè per la sua razionalità.
        
        La legge morale comanda ti rispettarla proprio in quanto legge ("devi perché devi), avendo un valore universale.
        
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        La moralità consiste nel come si fa ciò che si fa; il principio della moralità non è il contenuto, ma la forma.
        
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        Le tre formule dell'imperativo categorico:
        1)"Agisci in modo che la massima della tua volontà possa valere sempre, al tempo stesso, come principio di una legislazione universale"
        2)"Agisci in modo da considerare l'umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come scopo, e mai come semplice mezzo"
        3)"Agisci in modo che la volontà, con la sua massima, possa considerarsi come universalmente legislatrice rispetto a se medesima"
        
        Dalla legge morale si giunge alla conoscenza della libertà, la quale si pone come suo fondamento e condizione.
        
        La libertà è l'indipendenza della volontà dalla legge naturale dei fenomeni e spiega tutto nella sfera morale
        
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        La legge morale determina ciò che è buono e ciò che è cattivo
        
        Per mediare fra la legge morale e l'azione sensibile, Kant usa come "schema" il concetto di natura, che ci rivela immediatamente se la nostra azione è morale o no.
        
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