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promessi sposi - Coggle Diagram
promessi sposi
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
La folla dopo aver liberato Renzo lo incita a rifugiarsi in un monastero ma Renzo preferisce scappare fuori da Milano, decide così di dirigersi a Bergamo, dal cugino Bortolo. Non sapendo però la strada da prendere decide di chiedere informazioni a qualche passante. Non volendo destare sospetti sceglie bene a chi chiedere
incontra tre persone che però scarta, alla fine vede un uomo indaffarato e decide di chiedergli da quale porta deve uscire per dirigersi a Bergamo e apprende che deve uscire dalla porta orientale. Renzo passa per piazza duomo, poi davanti al forno delle grucce semidistrutto e passa davanti al convento e chiesa in cui doveva restare.
Giunto alla porta orientale la trova sorvegliata da dei soldati, rallenta il passo ed esce. una volta fuori Renzo si allontana dalla strada maestra per paura di incontrare qualcuno. decide di dirigersi a Bergamo secondo stradine secondarie. mentre cammina realizza il fatto che Ambrogio Fusella non era altro che il poliziotto in incognito
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Renzo è ubriaco e l'oste pensa che si arrivato il momento di andare a dormire e lo accompagna in camera. Prova a chiedere ancora una volta le sue generalità ma vede che Renzo si arrabbia e dice che era uno scherzo. Il conto viene saldato.
l'oste in strada si lascia andare ad un soliloquio (pensiero), reputa Renzo un asino e un ingenuo in quanto è giunto alla locanda con un poliziotto. Reputa Renzo un ingenuo perché pensa che sia bastato un po' di chiasso per cambiare la situazione. Il ragazzo poi finirà nei guai. L'oste pensa anche che è obbligato a chiedere le generalità, e rischia un ammenda in caso contrario.
arriva al palazzo di giustizia e sente altri ordini che sono: "si ordinano sorveglianze speciali alla casa del vicario", viene ordinato ai fornai di vendere il pane a buon mercato e per l'occasione è stato fatto portare del pane dal contado, e poi si cerca di arrestare qualche capo popolo per dare il buon esempio alla folla.
L'oste rimane stupito perché il notaio consce già il nome di Renzo. Il notaio accusa l'oste di raccontare tutta la verità perchè renzo ha anche portato del pane rubato e ha offeso le grida e lo stemma del governatore, ma l'oste si difende dicendo che non ha tempo di badare a tutte le chiacchere.
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La folla inizia a dispendersi e i rivoltosi ritornano a casa ma molte persone si fermano per discutere della giornata
Renzo dice di cercare un osteria per mangiare e passando vicino ad un gruppo di persone si inserisce nella discussione e apre il suo discorso dicendo che il problema non è solo il pane ma anche la presenza di tiranni che pensano di poter fare come gli pare. Dice anche che le grida esistono ma restano appiccate.
REnzo propone come soluzione quella di andare da Ferrer per chiedere di applicare le leggi correttamente. Infine, Renzo dice che sarà compito dei popolani verificare l'applicazione della legge. Con questo discorso uscita tra la folla un grande consenso.
Alla fine del suo discorso, Renzo chiede dove possa trovare un osteria dove può mangiare e riposarsi, e un uomo si fa avanti e propone di accompagnarlo. L'uomo comincia a fare delle domande a Renzo, che risponde con molta diffidenza.
Renzo è stanco, e trova lungo il cammino un osteria e decide di entrare lì nonostante l'uomo che lo accompagnava di non entrare. L'oste va incontro a loro e si chiede se Renzo sapesse chi avesse veramente affianco, qui capiamo che l'accompagnatore di Renzo è un poliziotto in incognito.
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alcuni cittadini hanno provato ad avvisare il vicario del pericolo ma ormai era troppo tardi, il vicario non poteva più scappare. si rifugiò in soffitta e da un pertugio osservava la folla urlare di volerlo ammazzare
Renzo si trova in mezzo alla folla e pensa che il vicario sia colpevole ma non ritiene una cosa giusta ammazzare quell'uomo. i soldati, chiamati dai magistrati, arrivarono ma non poterono attraversare la folla e quindi rimasero ai margini.
a un certo punto un vecchio urla di appendere ad un battente della porta il vicario. Renzo è indignato e invita il vecchio a vergognarsi, che però, insieme alla folla, lo accusa di essere un traditore e di servire il vicario, Renzo riesce a salvarsi
l'arrivo di una scala crea confusione e permette al giovane di scapare. Inizia a spargersi la voce dell'arrivo di Ferrer.
Manzoni lancia una riflessione, nella folla durante un tumulto ci sono due fazioni
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Ferrer è un molto amato dalla folla e viene acclamato come benefattore e difensore della giustizia, tra la folla inizia a prevalere il partito meno violento e viene permesso alla carrozza di Ferrer di passare
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nel mazzo si trova la maggior parte della folla, che a seconda della situazione propende da una delle due parti
Manzoni spiega le cause della carestia e ci racconta dell'anno 1627, ovvero l'anno prima rispetto all'avvenimento delle vicende narrate, anno che di raccolti scarsi ma che non recarono alcun danno alla popolazione
anche il 1628 aveva visto un raccolto scarso, ma quest'anno a causa di mancanza di provviste arrivò la carestia, peggiorata dalla guerra di Mantova e del Monferrato
questa scarsità aveva provocato l'aumento dei prezzi del grano e del pane e tra la popolazione si iniziò a spargere l'odio per i fornai, accusati di volersi arricchire.
di fronte a questa situazione il popolo chiese provvedimenti per abbassare il prezzo del grano e del pane . Il governatore dello stato di Milano, sostituito da Antonio Ferrer, accolse la proposta del popolo e impose un calmiere. il popolo è felice ma i fornai no.
i fornai protestano e minacciano di scioperare e si rivolgono ai decurioni (magistrati cittadini) che scrivono al governatore dello stato di Milano. quest'ultimo per gestire la situazione nomina una commissione di magistrati che aumenta il prezzo del pane
il popolo si arrabbia e la sera del 10 NOVEMBRE 1628 si iniziano a formare dei gruppi di persone nelle strade, l'11 NOVEMBRE 1628 le strade sono piene di gente che manifesta con propensione alla violenza
le persone non attendevano altro che un pretesto per iniziare una rivolta. al mattino i garzoni che consegnavano il pane venivano intercettati e derubati dalla folla. la folla non si accontenta e si dirige verso il FORNO DELLE GRUCCE, i cui proprietari si sono barricati all'interno e chiedono aiuto al capitano di giustizia
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Don Rodrigo è nel suo palazzotto e sta aspettando il ritorno del Griso e dei bravi, per scoprire l'esito del rapimento di Lucia. Arrivato il Griso, e saputo del fallimento, Don Rodrigo va su tutte le furie.
la mattina seguente si incontra con il cugino Attilio. Don Rodrigo gli racconta del fallimento e accetta la sconfitta. Attilio pensa che parte della causa del fallimento sia stato causato da Fra Cristoforo. Allora promette al cugino di risolvere la questione chiedendo aiuto al Conte del consiglio segreto di Milano. Il Griso va in paese per sapere che cosa si dice sull'avvenimento dell'ultima notte.
In paese c'è scompiglio per la scomparsa di 3 persone sull'incidente avvenuto la notte. Il Griso torna a palazzo e racconta a Don Rodrigo di aver scoperto che Lucia e Renzo hanno tentato un matrimonio a sorpresa e che poi con Agnese si sono rifugiati a Pescarenico.
il Griso racconta anche di aver scoperto che Renzo è andato a Milano e che le due donne sono fuggite a Monza. Allora a don Rodrigo viene in mente un piano diviso i due parti:
parte 1: consiste nell'inviare il Griso a Monza per cercare informazioni sulle donne, ma il Griso non ha subito accettato perché temeva di non avere abbastanza protezione per riuscire a scappare dagli sbirri.
parte 2: bandire per sempre Renzo dal paese come fuori legge, allora pensa di chiedere aiuto all'Azzecca Garbugli.
a questo punto Manzoni torna a parlare di Renzo e la narrazione inizia nel momento in cui si è separato dalle donne.
Renzo si dirige a Milano e quando vede il duomo in lontananza si meraviglia ma quando si gira indietro si rattrista. Appena entra in città nota che c'è qualcosa di strano, infatti incontra delle persone tutte infarinate che parlano fra di loro del pane e dove trovare il pane, e con questo capisce che la città è in rivolta, e prova un sentimento di felicità all'idea del tumulto
Renzo per evitare problemi si dirige al convento dei frati cappuccini dove il frate portinaio gli comunica che al momento il frate che sta cercando non è in convento e lo invita ad aspettarlo in chiesa. Pero Renzo decide di andare un occhiata al tumulto.