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Lo scontro fra Roma e Cartagine - Cosatto - Coggle Diagram
Lo scontro fra Roma e Cartagine - Cosatto
La potenza di Cartagine
Cartagine, il cui nome significa "città nuova", era la più importante fra le colonie fenicie. Fondata in un'ottima posizione sul golfo si basava sul commercio: le sue navi trasportarono una grande varietà di merci. Al benessere di Cartagine contribuiva l'agricoltura: le fertili pianure del suo territorio erano coltivate con cura secondo sistemi efficaci.
La società e la politica di Cartagine
A capo dello stato cartaginese erano due suféti, come i consoli romani, erano eletti ogni anno e avevano i poteri appartenuti un tempo ai re. Essi non guidavano l'esercito ed erano affiancati dal senato, che riuniva 300 rappresentanti scelti all'interno dell'aristocrazia cittadina. Dopo molto tempo divenne molto potente un consiglio ristretto detto "dei Cento" che esercitava la giustizia e si occupava della sicurezza dello Stato.
Si trattava di un sistema oligarchico, il cui il potere era nelle mani dell'aristocrazia mercantile. Rispetto a Roma la maggiore debolezza di Cartagine era costituita dall'esercito perché era composto da mercanti.
La prima guerra punica (264-241 a.C.)
Cartagine esercitava il predominio su tutto il Mediterraneo occidentale. La causa della prima delle tre guerre "puniche" fu l'appoggio dato da Roma a un gruppo dei Mamertini in lotta contro Siracusa, che per resistere si alleò con Cartagine e allora Roma dichiarò guerra a Cartagine.
Grazie al "corvo", un ponte levatoio che venne calato sul ponte della nave nemica, la tratteneva permettendo un combattimento corpo a corpo anche sulla nave. A Milazzo nel 260 a.C. il console Caio Duilio riportò la prima vittoria di Roma sul mare.
La fine della guerra e il dominio di Roma sull'Italia
Attilio Regolo, comandante dell'esercito, fu ucciso insieme ad altri suoi soldati. Con il denaro prestato dai ricchi patrizi, allestì una flotta e al largo delle isole Egadi il console Lucio Càtulo ottenne una grande vittoria navale, sull'esercito nemico guidato da Amilcare Barca, il padre di Annibale.
Così si concluse la prima guerra punica: la Sicilia, sotto il controllo di Roma, divenne una provincia e seguì, a spese dei Cartaginesi, la Sardegna e la Corsica. Conquistarono l'Italia settentrionale sconfiggendo i Galli. I Cartaginesi dopo la loro sconfitta umiliante decisero di conquistare la Spagna ma Romani bloccò le conquiste cartaginesi in Spagna fino al fiume Ebro.
La nascita delle province
Roma aveva sempre lasciato alle città federate autonomia e libertà politiche. La provincia, nuova sistemazione del territorio conquistato, nu fu privata. I coloni Greci e i popoli indigeni, abitanti in Sicilia, si ritrovarono ad essere sudditi e non alleati di Roma e quindi dovettero versare tributi consistenti e cedere molte terre. Il governo delle province fu affidato a consoli o a pretori che avevano concluso il loro mandato e che assunsero il titolo di proconsoli e propretori.
La seconda guerra punica (219-201 a.C.): la disfatta di Canne
Comandava le truppe Cartaginesi Annibale, che attaccò in Spagna la città di Sagunto che l'assediò poiché amica di Roma. Roma dovette dichiarare guerra a Cartagine. Annibale lasciò la Spagna e con il suo esercito, potandosi anche gli elefanti, lasciò stupiti i Romani. Dopo tre vittorie sui fiumi Trebbia e Ticino e sul lago Trasimeno, con l'aiuto dei Galli, Annibale giunse alle porte di Roma.
I Romani costruirono i ponti sul Tevere e per affrontare e per emergenza nominarono il dittatore Quinto Fabio Massimo, il Temporeggiatore. Annibale, lontano dalla patria, evitò Roma e si diresse in Puglia. Nel 216 a.C. i nuovi consoli decisero di dare battaglia ad Annibale a Canne (scaduto il tempo per il dittatore) e ci fu un massacro dei soldati romani.
Le difficoltà di Annibale
La sconfitta fu un colpo duro per Roma, ma anche per Annibale perché i suoi erano stanchi e allora si fermarono a Capua. L'impresa di Annibale aveva due punti deboli:
Cartagine, invidiosa del successo del suo generale non mandava con continuità gli indispensabili aiuti e rinforzi.
La ribellione delle popolazioni italiche su cui Annibale contava, non era venuta.
Annibale finì per diventare quasi prigioniero per essere stato 10 anni a Capua. Nel 208 a.C. le nuove truppe, portate dal fratello Asdrubale furono vinte dai Romani nelle Marche dove Asdrubale morì in battaglia.
Fine della seconda guerra punica. Vittoria romana a Zama (202 a.C.)
Nel 205 a.C. venne eletto console Publio Cornelio Scipione che convinse i Romani a riportare la guerra in Africa così Annibale doveva lasciare l'Italia. Con l'aiuto di Massinissa, il re della Numidia, che era stato spodestato da Cartagine e Scipione gli promise che avrebbe ottenuto la restituzione del suo regno.
Il piano ebbe successo, quando Annibale tornò a Zama in Africa nel 202 a.C., i Romani vinsero in una battaglia decisiva. Cartagine fu costretta a rinunciare tutto ciò che possedeva al di fuori dell'Africa e alla sua flotta. La Spagna venne divisa in due province: la Spagna Citeriore e la Spagna Ulteriore. Annibale fuggì prima in Siria e poi in Bitinia (Turchia) e nel 183 a.C. si uccise, temendo di essere consegnato ai Romani.