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la religione romana - Coggle Diagram
la religione romana
LE DIVINITA' ROMANE
GIOVE
che corrisponde al greco zeus, era il padre degli dei e dalla sua volontà discendeva tutto ad sempio il destino del popolo e i fenomeni naturali.
VENERE come la greca afrodite, dea dell'amore e bellezza
MERCURIO come il greco ermes, il dio dei mercanti
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GIUNONE
moglie di giove essa contribuiva alla protezione dello stato e assisteva le donne durante il parto e il matrimonio.
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MINERVA
corrispondeva alla greca atena,era legata alla guerra e proteggeva le arti e i mestieri.
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APOLLO
identico al greco apollo,un dio sapiente che manifestava tramite gli oracoli le volontà del padre giove e aveva il dono della poesia-del canto-e del suono della cetra.
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CERERE ricorda la greca demetra, dea dei cereali
i romani veneravano divinità numerose chiamate numina [potenze divine] che riguardavano gli aspetti fondamentali della vita come le attività agricole-l parto-le virtu.
a roma erano venerate anche le divintà antropomorfe del phanteon greco.
i romani recepirono alcune divinià greche anche tramite la meditzione etrusca.
gli etruschi influirono sulle trdizioni romane come la pratica chiamata AURUSPICINA [permetteva di interpetrare la colontà divina esaminando le viscere animali]
in generale i romani mostrarono una certa apertura verso la conoscenza di altri culti èinfatti il numero di dei non fini mai di accrescersi] purche non intaccassero le tradizioni romane.
RELIGIO E PAX DEORUM
cicerone sosteneva h essa derivava dalla parola rileggere ed esprimesse il comportamento di chi aveva cura di riesaminare diligentemente tutto quello che riguardava il culto degli de.
la religione quindi veniva intesa come vincolo che diffondeva la mente e il comportamento degli uomini, ma questa seconda affermazione poteva assumere un significato negativo pk questo legame cosi stretto poteva essere inteso come il risultato dell'angoscia e quindi poteva diventare un superstizione.
gli studiosi attuali si dividono tra l'una e l'altra affermazione.
i romani ebbero sempre la convinzione di poter contare sulla protezione degli dei e percepivano la comunità come luogo in cui dei e uomini coabitavano.
a roma vari individui potevano rivestire il ruolo di sacerdoti nell'ambito privato come i paterfamilias che celebrava il culto dei lares familiari.
diventare sacerdoti pubblici era questione di rango sociale, non era quindi immaginabile che un artigiano o contadino ricoprissero funzioni sacerdotali.
in quello pubblico operavano sacerdoti esperti di diritto sacro non erano numerosi e operavano all'nterno di gruppi chiamati collegi il piu imp era quello preseiduto dal pontefice massimo che sorvegliava la vita religiosa.
il colleggio degli auguri ed erano incaricati di interpetrare tramite appositi riti la volontà divina.
un altro collegio era quello dei decemviri e quindecemviri che si occupavano della consultazione dei libri sibillini che secondo la tradizione questi libri custodivano una raccolta di testi oracolari trasmesi dalla proetessa sibbilia di cuma
quando a roma fu instaurata la repubblica importanti funzioni religiose vennero svolte dai magistrati