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IL MODELLO DI DIETRA MEDITERRANEA E LA CONFEZIONE DEGLI ALIMENTI
IL MODELLO DI DIETA MEDITERRANEA
In Italia, dagli anni Cinquanta a oggi, l'alimentazione ha subito una sostanziale modificazione, parallelamente al miglioramento economico e al conseguente aumento delle disponibilità economiche
Nell'alimentazione degli italiani sono aumentati percentualmente i grassi e gli zuccheri semplici, determinando una maggiore concentrazione energetica, mentre sono diminuiti gli zuccheri complessi ricchi di fibre e meno ricchi di energia. Le proteine sono invariate nell'insieme, ma con una preponderanza di quelle di origine animale
Anni fa un'équipe americana ha formulato un modello di alimentazione sana e genuina, a cui ispirarsi per porre un rimedio alle "malattie del benessere" come diabete, aterosclerosi, ipertensione, obesità e alcuni tipi di cancro
Il modello dietetico elaborato è stato confrontato con le abitudini alimentari dei grandi paesi industrializzati: l'esito del confronto ha dimostrato che la dieta "tipo" proposta era molto simile alla dieta italiana e mediterranea in genere, degli anni del primo dopoguerra. Questo modello di dieta mediterranea è basato prevalentemente sulle seguenti caratteristiche
Consumo di cibi di origine vegetale
Uso di olio di oliva come grasso da condimento
Consumo misurato di alimenti di origine animale
Consumo di vino, come esclusiva bevanda alcolica
Quasi tutti i prodotti alimentari sono confezionati in appositi contenitori al fine di garantire l'igienicità e favorirne il trasporto, la distribuzione, l'acquisto e la conservazione. Sulla confezione è apposta un'etichetta, che riporta le caratteristiche del prodotto e veicola informazioni pubblicitarie
CONTENITORI PER ALIMENTI
Un contenitore per alimenti deve svolgere le seguenti principali funzioni:
Proteggere l'alimento dalla luce: la luce è una delle maggiori cause di alterazione degli alimenti
Garantire l'impermeabilità ai gas e al vapore acqueo: l'ossigeno dell'aria reagisce con vari componimenti dell'alimento, irrancidendo i grassi e distruggendo i pigmenti colorati; l'umidità invece favorisce lo sviluppo dei microrganismi
Contenere il prodotto e permetterne la distribuzione
Per evitare il rischio che il contenitore "inquini" l'alimento, cedendo sostanze tossiche o comunque estranee, è stato regolamentato l'impiego dei materiali utilizzati per le confezioni
Confezioni di metallo.
Possono essere di banda stagnata o di alluminio. Questi metalli offrono diversi vantaggi, tra cui leggerezza, facile lavorabilità e resistenza alla corrosione, riciclabilità. Tra gli svantaggi troviamo il costo elevato e la scarsa resistenza meccanica
Confezioni di carta e cartone.
Costano poco e si possono piegare, ma hanno scarsa resistenza meccanica e sono permeabili all'aria e all'ossigeno.
Attualmente questi inconvenienti sono stati superati con le carte a più strati, che sono impermeabilizzate con rivestimenti a base di cere, resine e fogli di alluminio. Queste carte composte di strati di diversa natura danno però qualche problema nel riciclaggio
Confezioni in plastica.
Sono di basso costo, alta resa ed elevata praticità. Il materiale plastico più usato per confezionare alimenti è il PET, impiegato per produrre bottiglie per bevande e per imballaggi flessibili.
I materiali plastici offrono una elevata impermeabilità ai gas e all'umidità, ma sono sensibili al calore e non è possibile applicare nessun trattamento di pastorizzazione e di sterilizzazione. Sono però riciclabili
Confezioni di vetro.
E' un ottimo materiale per contenere qualsiasi tipo di alimento, sia acido sia grasso; la sua trasparenza permette un'immediata visione sullo stato del prodotto
Questa caratteristica diventa però uno svantaggio per alcuni alimenti sensibili alla luce; si rende così indispensabile l'impego di vetri colorati. Il vetro è inoltre un materiale facilmente recuperabile come vuoto a rendere e totalmente riciclabile
IL CODICE A BARRE
Sulle etichette o direttamente sull'imballaggio di molti prodotti alimentari confezionati, possiamo trovare una serie di righe nere verticali parallele di diverso spessore con sotto una serie di tredici numeri. E' il cosiddetto codice a barre, una specie di "carta d'identità computerizzata delle merci", inventata negli Stati Uniti e in Canada negli anni Settanta per snellire le file alle casse nei supermercati e negli altri punti di vendita
Nel 1977 anche l'Europa ha adottato il codice a barre, chiamato EAN. La serie di barre parallele viene "letta" da uno scanner elettronico che identifica il tipo di prodotto e il suo prezzo, fornendo al cliente uno scontrino di cassa dettagliato di ciò che ha comprato
Il codice a barre ha permesso di automatizzare la gestione delle scorte a magazzino nei grandi supermercati: leggendolo con lo scanner, il numero di pezzi venduti rmane nella memoria del computer cui lo scanner è collegato e il computer può "avvisare" il magazzino che occorrono nuovi pezzi e al tempo stesso il responsabile della gestione che occorre rimpinguare le scorte