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I sistemi economici moderni - Coggle Diagram
I sistemi economici moderni
Il sistema liberista
si fonda sul modello capitalista il cui fondatore è Adam Smith
La Rivoluzione industriale e l’affermazione del modo di produzione capitalistico danno origine al primo sistema economico in senso moderno, il sistema liberista, che si è affermato nei Paesi occidentali durante il XIX secolo e resta dominante fino ai primi decenni del Novecento
I principi fondamentali sono:
• La libertà di iniziativa economica, per cui sono le imprese che devono decidere che cosa e come produrre, in base alle indicazioni del mercato, e mirano a contenere i costi per ottenere il massimo profitto;
• il mercato come centro del sistema economico, nel quale ogni soggetto è libero di acquistare e di vendere (libero scambio) e in cui, dall’incontro della domanda e dell’offerta di beni, si formano i prezzi;
• la proprietà privata dei mezzi di produzione, che appartengono esclusivamente agli imprenditori-capitalisti;
• il non intervento dello Stato nel sistema economico. Lo Stato deve limitarsi a garantire l’ordine e la giustizia e ad assicurare le infrastrutture (porti, strade, ferrovie) indispensabili per agevolare l’attività delle imprese
Il sistema collettivista
e modello socialista il cui padre fondatore è Karl Max
I principi fondamentali sono:
• viene abolita la proprietà privata;
• non è consentita la libertà di iniziativa economica privata e le decisioni in me-rito a che cosa, come e per chi produrre sono prese dallo Stato;
• le scelte economiche, anziché provenire dalle libere contrattazioni del merca-to, vengono fissate in un piano economico con il quale viene stabilito quali equanti beni produrre (pianificazione economica)
• i prezzi dei beni, così come il prezzo del lavoro (retribuzione), sono indicati nel piano;
• i servizi essenziali sono gratuiti
Il sistema collettivista però, presentava notevoli
limiti:
• la pianificazione non consentiva il pieno soddisfacimento nemmeno dei bisogni di prima necessità;
• la mancanza di iniziativa economica e il mancato coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte economiche non incentivava ad aumentare i livelli di produzione con effetti negativi per l’intero sistema economico.
Il sistema misto
l presidente americano Roosevelt, invece, nel 1933 per uscire dalla crisi decide di applicare le idee dell’economista John Maynard Keynes, secondo il quale lo Stato doveva intervenire nell’economia per salvaguardare il sistema da eccessivi squilibri. Il presidente mette a punto un piano di interventi economico-sociali tesi a rilanciare la produzione e a riassorbire la disoccupazione
Nel sistema a economia mista il liberismo puro viene così attenuato dalla presenza dello Stato, che assolve a numerosi compiti di natura economica e sociale, quali:
• sostegno alla produzione e all’occupazione tramite investimenti pubblici;
• erogazione di servizi pubblici e sussidi alle famiglie.
Per conseguire tali obiettivi, il sistema a economia mista si basa su alcuni presupposti fondamentali
• la presenza di imprese pubbliche e private;
• la libertà di iniziativa economica. Le imprese sono libere di decidere e di gesti-re la produzione, rispettando le norme di natura economico-sociale e le direttive della programmazione economica tese a favorire uno sviluppo equilibrato del sistema;
• la presenza del mercato, in cui si incontrano la domanda e l’offerta di beni e servizi delle famiglie e delle imprese. L’intervento dello Stato sui prezzi di alcuni beni e servizi di prima necessità attenua gli aspetti negativi del libero mercato e ne consente l’accesso al maggior numero possibile di famiglie;
• l’intervento dello Stato, che consente l’organizzazione e la gestione dell’attività economica mediante interventi programmati e attraverso la gestione dei servi-zi pubblici essenziali per il raggiungimento di scopi sociali
Secondo i liberisti ogni soggetto (famiglie, imprese) cerca di impiegare le risorse di cui dispone nel miglior modo possibile per ottenere la massima soddisfazione; in tal modo ognuno, indirettamente, favorisce anche lo sviluppo e il benessere della collettività. Questa specie di “egoismo benigno” che guida le scelte di ciascuno e che Smith chiama
“mano invisibile
” determina la “ricchezza delle nazioni”. Secondo Smith la ricchezza ha origine dal lavoro umano e la divisione del lavoro è il mezzo per accrescerla, perché favorisce la specializzazione del lavoratore in una determinata mansione e consente di ottenere una maggiore produttività. In realtà, il sistema liberista ha determinato uno sviluppo economico-sociale caratterizzato da contraddizioni e ingiustizie sociali.