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la riforma dell'esercito e la corte pretoria - Coggle Diagram
la riforma dell'esercito e la corte pretoria
subito dopo la battaglia di Azio
Augusto aveva licenziato molti veterani pagandoli di tasca proprio, e aveva così ridotto le legioni da 50 a 25
negli anni che seguirono continuò ad attuare una politica di pacificazione interna
concentrò le attività belliche solo in alcune zone dello Stato romano
ma prestò attenzione alla gestione dei contingenti militari
avendo chiaro quanto fosse importante conservare l'appoggio dell'esercito per poter continuare ad esercitare la sua politica
per prima cosa potenziò il sistema di arruolamento di Mario
introducendo un reclutamento volontario regolare
i soldati avevano la possibilità di fare carriera
per evitare legami fra soldati e comandanti fu introdotto l'uso di trasferire frequentemente gli ufficiali
i provinciali, arruolandosi, acquisivano la cittadinanza romana
i veterani, quando lasciavano l'esercito, ricevevano un apprezzamento di terra
accanto all'esercito regolare Augusto creò un corpo speciale
formato da 9000 uomini detti pretoriani
soldati volontari selezionati tra migliori giovani
La riorganizzazione dello Stato aveva prodotto forte incremento di costi
dunque era necessario coniare più monete
perciò introdusse un doppio sistema di monetizzazione
riservando a se stesso il diritto di battere moneta d'oro e d'argento
lasciando al Senato quello di battere la moneta di rame
tuttavia Augusto si astenne dall'intervenire in prima persona
in materia di
commercio
affari
e dunque attuò una politica economica "liberalista"
tutte queste attività furono favorite da una serie di iniziative quali
la costruzione di un imponente rete stradale
organizzazione efficiente sistema postale