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Augusto - Coggle Diagram

- - - - Nonostante le buone iniziative intraprese, viene giudicato come un incompetente, probabilmente per le concessioni fatte ai liberti e agli esponenti della nobiltà provinciale
        
        La seconda moglie, Agrippina, lo convince ad adottare Nerone e lo fa avvelenare
      - Nerone
        
        Si riavvicina al senato e attua provvedimenti positiva ma poi attua una svolta dispotica e vendicativa
        
        Quando Galba marcia dalla Spagna verso Roma, Nerone si uccide
        
        Se la cultura era stata precedentemente ignorata da Tiberio e Claudio, Nerone se ne interessa. Intende infatti riattivare la collaborazione fra letteratura e potere, che si dimostreranno poi inconciliabili
        
        E' l'esercito ora a decretare il successore
        
        Galba
        
        Otone
        
        Vitellio
        
        Vespasiano
        
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        Petronio
        
        Satyricon
        
        Non appartiene a un solo genere letterario ma attinge da diversi generi, in particolare:
        
        Romanzo greco, che anticamente non aveva un nome proprio, il termine infatti è moderno.
        
        Il Satyricon, infatti, ha una trama complessa e avventurosa, e si tratta di una storia di amore ostacolata dal destino con la presenza di rivali in amore. Il Satyricon si differenzia dal romanzo greco per la presenza di prosa e versi e inoltre l'amore è omosessuale e descritto realisticamente, mentre nel romanzo greco l'amore tra i due giovani era idealizzato
        
        Satira Menippea
        
        Entrambi, infatti, hanno l'alternanza di prosa e versi. La lingua poi è molto varia e va da quella più nobile ed elevata a quella più volgare e popolare. Infine presenta la parodia di alcuni generi letterari. La differenza tra la satira Menippea e il Satyricon è che nell'opera di Petronio manca l'insegnamento morale.
        
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        Novella Milesia
        
        Anche il Satyricon, come la favola Milesia, ha un aspetto erotico molto forte. In particolare vi sono 5 novelle milesie all'interno dell'opera di Petronio, raccontate da altrettanti personaggi.
        
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        Commedia
        
        Genere letterario comico, che affronta la vita quotidiana degli strati più bassi della popolazione e argomenti gastronomici, come la cena di Trimalchione.
        
        Tutti i generi di cui si compone il romanzo sono rivisti da Petronio in chiave parodica, abbassando a fini umoristici il livello alto dei modelli
        
        L'atteggiamento dell'autore, che pure non interviene in prima persona, fa trapelare il proprio divertimento nel descrivere personaggi stravaganti e pieni di vizi ma anche un certo distacco da questi personaggi e dal loro mondo
        
        Quello di Petronio è un atteggiamento di superiorità e di disprezzo verso i nuovi ricchi come Trimalchione.
        
        Lo scopo generale è quello di suscitare il riso, attraverso un umorismo raffinato, una comicità altre volte volgare e alcuni tocchi di ironia.
        
        La visione della vita che emerge dal romanzo è piuttosto pessimistica, è infatti vista come un continuo cambiamento, piena di insicurezze e minacciata dalla morte che incombe
        
        Il linguaggio del Satyricon è molto vario e si adatta ai vari personaggi e alle varie situazioni, in particolare il linguaggio del narratore protagonista, Encolpio, è piuttosto semplice, paratattico, con colloquialismo (espressioni tipiche del parlato). Nei personaggi derisi dall'autore, invece, ill linguaggio appare come eccessivamente elaborato, quasi ironico che li ridicolizza. Nei personaggi invece incolti il tono del linguaggio si abbassa, spesso appare anche come sgrammaticato.
        
        Plurilinguismo dantesco
        
        Si tratta di una opera innovativa rispetto alla letteratura precedente, Petronio, infatti, offre in quest'opera una rappresentazione realistica della realtà che ha di fronte. Esiste sì la finzione narrativa ma la finzione non impedisce di mostrare la realtà urbana e la società romana del I secolo d.C.
        
        Auerbach
        
        filologo autore di Mimesis
        
        Auerbach sottolinea come nella letteratura antica in genere esista una codificazione dei generi molto rigida, in particolare molto rigida è la distinzione tra generi alti e generi bassi. I generi bassi, come la satira e la commedia, ma anche il romanzo e l'epigramma, non posso utilizzare un linguaggio elevato, nè introdurre personaggi ricchi o problematici, nè trattare in modo approfondito di questioni filosofiche, sociali o morali
        
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        Canali
        
        Utilizza per il realismo di Petronio la formula "realismo del distacco", sostenendo che la realtà osservata da Petronio, guardata sì dall'alto da parte dell'autore, non venga tuttavia giudicata moralmente. Petronio infatti non la condanna e non la assolve.
        
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        Fedeli
        
        Fedeli parla, invece, di una "realtà labirintica". Secondo lui, infatti, il Satyricon può essere letto alla luce della metafora del labirinto. I personaggi dunque sono sempre intrappolati in situazioni da cui è difficile uscire
        
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        Conte
        
        Colpito dal fatto che nel Satyricon sia presente una così ricca raccolta di citazioni dai poemi omerici, parla dunque di "parodia letteraria". Accade infatti che in molte situazioni Encolpio si identifichi con un personaggio epico, confrontando dunque la situazione in cui si trova con una situazione che giudica analoga nel mito.
        
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        Petronio attribuisce ad Encolpio una serie di versi che sono una vera e propria dichiarazione poetica, una rivendicazione del diritto al realismo.
        
        Il realismo della sua opera servirebbe a mostrare che la realtà è mossa da desideri di tipo carnale e dalla soddisfazione di piaceri personali secondo i dettami di Epicuro, che indica nel piacere il sommo bene. Egli rivendica dunque il diritto di rappresentare in modo realistico la realtà, ed è proprio questa la realtà del suo tempo.
        
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        Il romanzo è giunto a noi in modo molto frammentario, la cui unica parte continuativa di una certa dimensione è la "Cena di Trimalchione"
        
        La vicenda è complessa ed è narrata in prima persona da Encolpio, un giovane che rievoca le peripezie di un viaggio compiuto con l'amato Gitone e con Ascilto, rivale in amore.
        
        durante la narrazione, i protagonisti incontrano i più svariati personaggi, tra cui Agamennone (retore), Quartilla (sacerdotessa), Trimalchione (ricco liberto) e Eumolpo (poeta)
        
        E' considerato il primo autore di un romanzo latino
        
        Le notizie biografiche sono poche e incerte, nasce forse a Marsiglia nel 27 d.C., nella Gallia Narbonense. Fa parte della corte di Nerone, dove riveste il ruolo di arbitrer elegantiae, ovvero un esperto di etichetta di corte. Nel 66 d.C. Petronio muore suicida per ordine di Nerone: si fa tagliare le vene e si lascia morire seduto a banchetto.
        
        Viene presentato da Tacito come una personalità molto importante nella cerchia di Nerone, tanto da suscitare l'invidia di Tigellino che, corrompendo degli schiavi, riesce a farlo accusare per l'amicizia con Scevino. Ecco che Petronio è costretto a togliersi la vita ma non lo fa pensando di essere un saggio, bensì fa allestire un banchetto e tenta di mascherare la sua come una morte accidentale.
      - Seneca
        
        Nasce a Cordova da una agiata famiglia equestre, il padre era un insegnante di retorica ed educa il figlio, che compie i suoi studi a Roma e ha come maestri Attalo, Sozione di Alessandria e Papirio Fabiano
        
        Dal 41 al 49 viene esiliato in Corsica, diventa poi consigliere di Nerone fino al 62 d.C., quando decide di ritirarsi a vita privata
        
        La sua filosofia deriva in gran parte dallo stoicismo, in particolare per il dominio sulle passioni attraverso la razionalità e per il raggiungimento della beatitudine attraverso l'imperturbabilità dell'anima
        
        Lo stoicismo, infatti, acquisendo una dimensione spiccatamente pratica penetra nella realtà di Roma
        
        Il cosmo è uno ed eterno, retto e governato dal logos, che Cicerone traduce come ratio. La realtà si pone dunque come una struttura in cui ogni cosa si trova per natura dove si deve trovare
        
        A questo stesso principio obbedisce la società umana, pertanto ognuno è tenuto a rispettare la sua posizione, le leggi e la giustizia per non violare il superiore ordine cosmico.
        
        Il modello etico dello stoicismo di Panezio da Rodi si risolve in un criterio dell'azione per cui l'uomo di volta in volta si sforza di individuare il logos e di agire di conseguenza. Chi è in grado di riconoscerlo è il saggio, che ha dunque il compito di guidare gli uomini.
        
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        Seneca è il più illustre esponente della prosa filosofica latina e l'unico tragediografo latino di cui si siano conservati drammi integri
        
        Egli recepisce l'importanza riservata all'otium, ovvero alla vita contemplativa dedicata alla ricerca del sommo bene. Esalta dunque la libertà interiore come abbandono delle passioni e delle paure irrazionali
        
        In lui sono presenti spunti che derivano dalla filosofia epicurea
        
        In particolare attribuisce grande importanza alle lettere come strumento di educazione morale e spirituale (Epistalae ad Lucilium) e usa frequentemente la sententia, frase breve ed incisiva per rendere il pensiero penetrante
        
        Per sentintia si intende l'unità sintattica del periodo, diversa dalla frase, che non riflette più la struttura gerarchica della società, potremmo infatti dire che la sententia e l'individuo sono nello stesso rapporto del periodo e del civis
        
        Seneca introduce infatti il linguaggio dell'io, l'esame di coscienza deve infatti essere svolto dal singolo che, al contempo, si sente solo
        
        il pensiero del filosofo è espresso in maniera concentrata, non viene lasciato spazio al vuoto.
        
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        la sua produzione è rappresentata da:
        
        Dialogi
        
        De otium
        
        Seneca riflette sull'otium, ovvero sulla vita libera dagli impegni pubblici dedicata alla riflessione e alla lettura. Contrariamente alla visione tipica dello stoicismo romano, Seneca riconosce al saggio la possibilità di svincolarsi dalla vita attiva e dagli impegni e abbandonare la politica qualora ci si renda conto che non si può più essere utili
        
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        De brevitate vitae
        
        Il filosofo affronta un problema già sollevato da altri prima di lui: la brevità della vita. Nel dialogo-trattato viene dunque messa in luce l'importanza del tempo, spesso sprecato dagli indaffarati
        
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        De tranquillitate animi
        
        Seneca assicura la possibilità di raggiungere la saggezza attraverso un cammino graduale che porterà alla serenità: così l'uomo può finalmente sottrarsi all'inquietudine e smettere di fuggire da sè stesso
        
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        De beneficiis
        
        Seneca si occupa del beneficium, ovvero dell'atto di benevolenza compiuto con spirito altruistico.
        
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        Trattati
        
        Apokolokyntosis
        
        Si tratta di un'opera a carattere parodico che consiste nell'apoteosi, la deificazione degli imperatori dopo la morte, di una zucca. Oggetto del processo è l'imperatore Claudio che aveva condannato all'esilio Seneca, l'immagine che ne deriva è fortemente degradata
        
        Per questa opera, Seneca fa uso di prosa e di versi e di uno "stile drammatico" (definito così da Traina) che riflette la tensione e l'inquietudine di un'epoca.
        
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        Tragedie
        
        Epistulae ad Lucilium
        
        Nella raccolta di lettere, Seneca discute di alcuni problemi filosofici già precedentemente esposti, in particolare l'uso del tempo, il rapporto con gli schiavi, il ritiro dalla vita attiva e altro ancora. Seneca si pone dunque come un maestro di fronte al suo allievo e le lettere si configurano come un dialogo tra il filosofo e sè stesso. Infatti, fopo l'esperienza della vita politica, Seneca si dedica alla ricerca della libertà interiore: il percorso che lo ha visto protagonista è visto infatti come un cammino alla conquista della saggezza non ancora concluso.
        
        Il tempo appare qui come un bene prezioso da raccogliere e custodire, da "vindicare". Seneca dunque per esprimere questi concetti inserisce delle metafore che provengono dall'ambito economico e giuridico (iactura) e vengono trasferite al mondo dell'interiorità
        
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        Seneca muove poi un'accusa alla folla: questa disumanizza, toglie l'armonia. Il popolo ormai "non si fa scrupolo di affidare il potere al peggiore e ne gode". Esiste una grande differenza tra il saggio, stabile e autonomo, e la folla, instabile e volubile.
        
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