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La crisi del Dopoguerra in Italia - Coggle Diagram
La crisi del Dopoguerra in Italia
Crisi politica
I nuovi partiti (1919)
Partito Popolare Italiano (Sturzo)
POPOLARISMO
Fasci di Combattimento (Mussolini)
nasce a Milano
l'ideologia politica confusa --> si collocò a sinistra, necessità di riforme sociali
manifesto politico "programma di San Sepolcro"
a) minimo salariale
b) 8 ore max
c) le imprese dirette da lavoratori
d) tasse sui redditi elevati
Le elezioni del
novembre 1919
Rivoluzionarono il quadro politico italiano
venne utilizzato per la prima volta il
sistema proporzionale
(voluto da socialisti e popolari)
Il
sistema uninominale
(o maggioritario)
dava importanza ai singoli candidati (
*per ogni collegio = un seggio = un candidato eletto
) --> vince e viene eletto chi riceve il maggior numero di voti. Gli altri candidati, anche se ricevono % di voto importanti, vengono esclusi. N.B. esclusione delle minoranze)
Il
sistema proporzionale
invece prevede
più seggi per collegio
: i seggi vengono assegnati ai partiti in proporzione ai voti ricevuti
Ebbero la meglio i
due grandi partiti di massa
:
3) i vecchi partiti politici (liberali e repubblicani) ebbero un forte ridimensionamento
2) Il
PPI
si posizionò secondo ottenendo 100 seggiin parlamento
1)
il Partito Socialista
si affermò come
primo partito
: 32% dei voti e 156 seggi
https://youtu.be/LqzeE_ijz-8
Esse aumentarono le difficoltà del paese: la grande frammentazione dei partiti non permise la nascita di maggioranze omogenee e il
PSI
continuò a
rifiutare ogni collaborazione borghese
Crisi diplomatica
Trattative di Versailles: vittoria mutilata
18 gennaio 1919:
conferenza di pace tra potenze vincitrici a Versailles
Posizione italiana delicata
: secondo Patto di Londra -->
all'Italia la Dalmazia e Fiume agli Austro-Ungarici
MA gli
Jusgoslavi reclamarono la Dalmazia
basandosi sul
principio di atodeterminazione dei popoli
: (Wilson)
Orlando
(I ministro) e
Sonnino
(esteri) reclamarono Fiume (Princ. di autodet: a
Fiume
c'erano più Italiani). Alleati contrari: la delegazione italiana lasciò la riunione
Wilson minaccia di non rispettare neanche gli altri punti del Patto di Londra
--> Nonostante manifestazioni in piazza di una "vittoria mutilata" --> La delegazione tornò in sede di decisione per non perdere quel poco che poteva ottenere
Occupazione città di Fiume
Dimissioni Orlando --> Governo
Nitti
(liberale)
Il governo era accusato di
incapacità a saper tutelare gli interessi nazionali
--> Occupazione di Fiume da parte di D'Annunzio e 2500 legionari (ex arditi)
Fiume aveva chiesto a Roma di essere annessa al Regno d'Italia appena finita la guerra
Scoppiarono tensioni tra Croati e Italiani
Nitti manda
Badoglio
a liberare la città il quale però decide di non attaccare: rischio
guerra civile
Nitti lascia il governo e torna Giolitti nel 1920:
Trattato di Rapallo
(12 novembre 1920):
La Iugoslavia ottenne la Dalmazia eccetto Zara
L'Istria venne concessa all'Italia.
Fiume diventava Città indipendente, tutelata dalla Società delle Nazioni
Fiume venne liberata all'entrata delle truppe regolari
Esercito italiano stanziato a Fiume non respinge i legionari
Crisi economica
615.000 caduti e 450.000 invalidi
Debito pubblico
: da 14 miliardi di lire del 1910 a 95 miliardi nel 1920
Svalutazione della lira e inflazione galoppante
(tra il 1914 e il 1919 la lira perse il 40% del suo valore)
Carenza di terre coltivabili
Riduzione del potere d'acquisto dello stipendio
per impiegati pubblici
Lotte sindacali
(CGL, Confederazione Generale dei Lavoratori e CIL, Confederazione italiana dei Lavoratori, sindacato di ispirazione cattolica)
-
Malcontento
e risentimento diffuso sopratutto nella media borghesia (ex generali che si aspettavano riconoscimenti sociali) -
Prestigio
ottenuto dai grandi industriali (che dalla guerra ne avevano ricavato profitto)
Crisi sociale
il biennio rosso in Italia
(1) Nel 1920 scoppiarono anche in Italia le rivolte nelle fabbriche
Operai metalmeccanici chiesero aumento salario
--->
rifiuto della richiesta dagli industriali
--->
agosto 1920 occupazione e chiusura delle fabbriche da parte degli operai dei sindacato rossi (in pochi mesi 300 fabbriche tra Milano, Torino e Genova vennero occupate da 400.000 operai)
Gli operai organizzarono turni di guardia armata delle fabbriche pensando di poter dare vita da lì alla rivoluzione comunista.
MA il sogno ben presto svanì
Nessun appoggio da parte dei partiti politici
(filosofo e pensatore che appoggiò la rivolta fu
Antonio Gramsci
, il quale consigliò agli operai di dare vita a consigli di fabbrica tipo
soviet
)
nonostante ciò
SI INSINUO' NELLA SOCIETA' ITALIANA LA PAURA DELLA RIVOLUZIONE RUSSA
: ogni strada a limitare questo pericolo era ben vista dalla borghesia italiana
Il movimento operaio era privo di idee e di strategie efficaci
(3) Nascita del
Partito Comunista Italiano
Nonostante le lotte sindacali, il socialismo era ancora diviso
MASSIMALISTI
(guidati da SerratI)
Ma al
Congresso di Livorno (1921)
del partito, i MASSIMALISTI si staccarono dal partito socialista dando vita al
PARTITO COMUNISTA ITALIANO (PCI)
:
fondato su ideali rivoluzionari filobolscevichi ed erano convinti che solo attraverso la lotta fosse possibile arrestare la borghesia
RIFORMISTI
(guidati da Turati) erano la minoranza del partito che tendeva a collaborare con il governo borghese
(2) nel giugno del 1920
Giolitti divenne primo ministro al posto di Nitti
(vedi sopra)
Adottò una politica neutrale e di mediazione con i sindacati (specialmente con la CGL):
gli operai ottennero un aumento salariale e una partecipazione alla gestione delle aziende
IN CAMBIO degli sgomberi delle fabbriche che avvenne nel
settembre del 1920