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LE IDEE ILLUMINISTE IN ITALIA - Coggle Diagram
LE IDEE ILLUMINISTE IN ITALIA
L'ITALIA NEL XVIII SECOLO
Le guerre del Settecento avevano profondamente modificato gli equilibri politici italiani
Nel corso del Settecento il Ducato di Savoia aveva progressivamente ampliato i sui confini, inglobando anche la Sardegna
Un ramo dei Borbone si era insediato nel Regno di Napoli
Alla fine della guerra di successione spagnola, l'Austria aveva ottenuto il Milanese e la parte settentrionale della penisola sotto l'egemonia austriaca
Il Granducato di Toscana era passato alla dinastia degli Asburgo-Lorena
I nuovi equilibri politici assicurarono ai governi italiani la stabilità necessaria per varie riforme simili a quelle che avevano luogo nel resto d'Europa
LE RIFORME NELL'ITALIA SETTENTRIONALE
In Lombardia vennero attuate riforme amministrative e fiscali introdotte nell'Impero asburgico da Maria Teresa. Un centesimo della popolazione e delle attività e la compilazione di un catasto consentirono di riorganizzare in modo più equilibrato il sistema delle tasse
L'abolizione della censura ecclesiastica permise la circolazione delle nuove idee, mentre a Milano vennero inaugurate istituzione di grande prestigio quali il Teatro alla Scala, l'osservatorio astronomico e l'Accademia di Brera
Nel XVIII secolo la Lombardia era dunque caratterizzata da una forte crescita economica e culturale, al passo con le più progredite regioni del Nord Europa
Nel Ducato di Savoia, Vittorio Amedeo II intraprese una serie di riforme non perché influenzato dal pensiero illuminista ma con l'obbiettivo di rafforzare il potere monarchico
Alla borghesia fu data la possibilità di acquisire titoli nobiliari, con lo scopo di ridurre l'influenza della tradizionale nobiltà feudale. Vennero posti limiti alla giustizia signorile e gli incarichi di magistratura, fino ad allora ereditari, furono assegnati con criteri meritocratici
Nel 1727 un concordato firmato con la Chiesa portò alla riduzione dei privilegi ecclesiastici. Il sovrano avviò la riforma della scuola e dell'università togliendo ai gesuiti il controllo dell'istruzione
LA TOSCANA E IL REGNO DI NAPOLI
Il Granducato di Toscana trasse vantaggio dell'arrivo della dinastia degli Asburgo-Lorena. Pietro Leopoldo, figlio di Maria Teresa che sarebbe divenuto imperatore con il titolo di Leopoldo II, avviò una politica di riforme economiche e amministrative
L'economia fu resa più dinamica grazie all'abolizione di norme ormai superate, alle vaste opere di bonifica e alla liberazione della circolazione dei cereali.
Il granduca abolì la tortura e la pena di morte; nel 1786 venne approvato il codice penale cosiddetto "leopoldino", il più avanzato d'Italia
Nel Regno di Napoli le riforme furono intraprese da Carlo III di Borbone e del figlio Ferdinando IV, che instaurarono un rapporto di collaborazione con gli intellettuali meridionali.
Carlo III fu l'artefice di un concordato con lo Stato pontificio, che ridusse in modo significativo i privilegi fiscali ecclesiastici e fissò il numero massimo di sacerdoti che il regno poteva ospitare. Ferdinando IV espulse i gesuiti e confiscò i loro beni
Meno efficace fu l'azione contro il potere dei nobili e dei grandi feudatari che non fu praticamente scalfito
L'ILLUMINISMO IN ITALIA
Le idee illuministe si diffusero in Italia soprattutto grazie all'opera degli intellettuali milanesi. Fu determinante il ruolo della rivista "Il Caffè". Un contributo originale fu quello di Cesare Beccaria che ottenne fama internazionale e fornì l'occasione per riesaminare i sistemi carcerari
Beccaria criticava le differenze di trattamento sulla base dell'estrazione sociale del condannato e condannava l'uso della tortura e la pena di morte
L'altro grande centro dell'Illuminismo italiano fu Napoli, dove adoperò Antonio Genovesi. Esso si batté per un rinnovamento del sistema agricolo.