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Le idee illuministe in Italia - Coggle Diagram
Le idee illuministe in Italia
La guerre del 700 avere profondamente modificato di equilibri politici italiani
Infatti:
L'Austria Aveva ottenuto il milanese e la parte settentrionale della penisola era sotto l'egemonia austriaca
Il Ducato di Savoia Aveva ampliato i suoi confini, Inglobando la Sardegna
Un ramo di Borbone si era insediato nel regno di Napoli
Il granducato di Toscana era passato alla casata degli asburgo
Quindi:
Le riforme nell'Italia settentrionale
In Lombardia Vennero attuate le riforme amministrative e fiscali introdotte da Maria Teresa. Un censimento della popolazione, consentì di instaurare un sistema più equilibrato per le tasse.
L'abolizione della censura ecclesiastica, permise la circolazione di nuove idee, mentre a Milano vennero inaugurate istituzioni di grande prestigio, come:
Il Teatro della Scala
L'osservatorio astronomico
l'Accademia di Brera
Nel Ducato di Savoia, Vittorio Amedeo II, intraprese una serie di riforme con l'intento di rafforzare il potere monarchico.
Alla borghesia fu data la possibilità di acquisire titoli nobiliari. Vennero posti i limiti alla giustizia signorile e gli incarichi di magistratura.
Nel 1727 un concordato firmato con la Chiesa, portò alla riduzione dei privilegi ecclesiastici.
L'illuminismo in Italia
Lei deve ministeriali fossero in Italia soprattutto grazie alla rivista "Il Caffè": Nata nella città lombarda, per volere dei fratelli Pietro e Alessandro Verri.
Cesare Beccaria, autore dell'opera
Dei delitti e delle pene
, fornì l'occasione di riesaminare i sistemi carcerari.
Infatti, Beccaria, criticava la pena di morte, condannava l'uso della tortura e criticava le differenze di trattamento in basse allo stato sociale.
Altro centro illuminista, fu Napoli, dove lavorò Antonio Genovesi che si batté per il rinnovamento del sistema agricolo
La Toscana e il Regno di Napoli
Pietro Leopoldo II, salito al trono con il nome di Leopoldo II, era figlio di Maria Teresa. Quest'ultimo avviò una politica di riforme economiche e amministrative. L'economia, fu quindi resa più dinamica.
il Granduca, abolì la tortura e la pena di morte e, nel 1786, venne approvato il codice penale "leopoldino."
Nel regno di Napoli, le riforme furono intraprese da Carlo III di Borbone e da Ferdinando IV.
Questi ultimi, stabilirono un rapporto di collaborazione con gli intellettuali illuministi meridionali.
Carlo III, fu l'artefice di un concordato con lo Stato pontificio, che ridusse i privilegi fiscali ecclesiastici e Ferdinando IV espulse i gesuiti.