Nel febbraio 1987 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicò la Donum Vitae, testo nel quale il passaggio decisivo sottolineava come «l’essere umano è da rispettare, come una persona, fin dal primo istante della sua esistenza»: un concetto certamente condivisibile, se solo i cattolici non facessero coincidere il «primo istante» con la fecondazione. Conseguenza di queste tesi è la richiesta di riconoscimento di personalità giuridica per gli embrioni e il divieto di utilizzarli o generarli appositamente per la ricerca scientifica. Tali posizioni sono state ribadite anche recentemente dalla Dichiarazione sulla produzione e sull’uso scientifico e terapeutico delle cellule staminali embrionali umane, diffuso dalla Pontificia Accademia della Vita il 24 agosto 2000: esse vengono presentate con una base scientifica che, alle strette, si riduce al documento Identità e statuto dell’embrione umano redatto nel 1989 dall’Università Cattolica romana. Va ricordato, per completezza di informazione, che Giovanni Paolo II, presenziando al diciottesimo congresso di trapiantologia il 30 agosto 2000, ha perorato come via alternativa la tecnica degli xenotrapianti, ovvero l’uso di organi provenienti da specie animali, non privo di rischi (la rivista Nature ha contemporaneamente diffuso la notizia che i virus PERV dei maiali, innocui per essi, provocano invece leucemie negli esseri umani). Al fine di giustificare queste nette posizioni di chiusura, il cardinale Castrillon Hoyos è arrivato a formulare un originale versione del concepimento di Gesù, «uno zigote con una dotazione cromosomica propria, nel quale c’era il verbo di Dio… in seguito alla divina azione soprannaturale di fecondazione di un ovulo». Queste opinioni dimenticano sia quanto sostenuto dai padri della Chiesa (alcuni dei quali giustificavano l’aborto fino al terzo mese), sia da Tommaso d’Aquino, il quale sostenne che la «persona è sostanza individuale di natura razionale» (e la corteccia cerebrale dell’embrione si forma solo parecchi giorni dopo il concepimento), che nel supplemento alla Summa Teologica scrisse anche che gli embrioni non parteciperanno alla risurrezione della carne, prima che in essi sia stata infusa. Ancor più recentemente Jacques Maritain, il più importante filosofo cattolico del Novecento, ha detto che «ammettere che il feto riceva l’anima è un’assurdità filosofica».