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IMPRONTE ECOLOGICHE, La tabella riporta i dati relativi all’impronta…
IMPRONTE ECOLOGICHE
Per rendere più chiaro il concetto si potrebbe dire che ciascun alimento lascia un’impronta (footprint) sull’ambiente che può essere calcolata in base a diversi indicatori.
CARBON FOOTPRINT
L’impronta di carbonio (Carbon footprint) si riferisce invece alle emissioni di gas serra lungo la filiera alimentare di un dato cibo e si misura in grammi di anidride carbonica equivalenti.
WATER FOOTPRINT
L’impronta idrica (Water footprint) indica per esempio quanta acqua dolce viene utilizzata o inquinata per produrre l’alimento e tiene conto anche del luogo in cui viene prelevata l’acqua.
Ogni azione dell’uomo ha degli effetti sull’ambiente, un impatto al quale spesso non prestiamo la giusta attenzione. Questo impatto viene misurato attraverso la cosiddetta impronta ecologica.
La tabella riporta i dati relativi all’impronta idrica media globale di
alcune tipologie di prodotto di uso comune, i dati sono forniti dal Water Footprint *
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In generale, al crescere della complessità della filiera alimentare aumenta anche l’impatto ambientale. Al contrario, alimenti che necessitano di minime lavorazioni, come ortaggi o frutta, in genere hanno impatto minore.
I modelli alimentari sostenibili determinano un basso impatto ambientale e contribuiscono alla sicurezza alimentare e ad uno stile di vita sano per le generazioni attuali e future.
quella che “mangiamo”, cioè l’acqua contenuta in qualsiasi cibo che arriva
quella che “mangiamo”, cioè l’acqua contenuta in qualsiasi cibo che arriva
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derrata alimentari, un individuo consuma mediamente 2000 litri di acqua al
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Secondo i dati forniti dal Water Footprint la maggior parte dell’acqua che utilizziamo è quella che “mangiamo”, cioè l’acqua contenuta in qualsiasi cibo che arriva sulla nostra tavola dopo aver passato la fase di produzione, trasformazione e distribuzione Considerando i volumi di acqua virtualmente contenuti nelle derrata alimentari, un individuo consuma mediamente 2000 litri di acqua al giorno
Attraverso l'indicatore Water Footprint, la produzione di carne richiede tante risorse aggiuntive rispetto a quelle necessarie per produrre colture, ne consegue che la carne ha un’impronta idrica molto elevata. La deforestazione, la coltivazione del mangime e l’acqua consumata dal bestiame da allevamento, combinati con un tempo di produzione relativamente lungo, contribuiscono a un impatto di acqua virtuale di circa 15.500 litri per ogni chilogrammo di carne bovina, equivalenti a circa 2.400 litri per un singolo hamburger.
Attraverso l’indicatore della Carbon Footprint possiamo, ad esempio, calcolare la convenienza ambientale che otteniamo dall’installazione di un impianto fotovoltaico domestico che, a fronte di un’emissione di circa 3,5 tonnellate di CO2e consente un risparmio di circa 50 tonnellate di CO2e, nell’arco dei 40 anni di utilizzo, con un rapporto di 1 a 14. Oppure che l’isolamento del tetto di una casa di medie dimensioni, con la tipica lana di vetro, fa risparmiare alla terra circa 35 tonnellate di CO2e con un’emissione, per produzione e posa in opera, di soli 350 kg di CO2e (rapporto di 1 a 100).